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    CHI NON PUO' PUNTARE SULLA BELLEZZA, SI ADATTA CON LA SIMPATIA - VIRGINIA RAFFAELE: "DA ADOLESCENTE AVEVO L'APPARECCHIO, GLI OCCHIALI, LA FRANGETTA. POI NON ERO ANCORA SVILUPPATA E SEMBRAVO UNA SORTA DI TRAMPOLIERE CON LE GAMBE LUNGHE E IL BUSTO CORTO. ERO INSICURA, MI SENTIVO DIVERSA DALLE ALTRE, COSÌ CERCAVO DI FAR RIDERE" (SOLO CHE NEGLI ANNI E' DIVENTATA UNA VERA GNOCCA) - “A TRE ANNI SONO SALITA SU UN PALCO E HO DETTO UNA BESTEMMIA. È STATO UN INIZIO MOLTO ROCK' N ROLL” - VIDEO


     
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    Daniela Lanni per “la Stampa” - Estratti

     

    virginia raffaele virginia raffaele

    «Ogni giorno penso al mio passato, alle mie origini circensi, a quello che ho dovuto fare, come è cambiata la realtà. È una strana appartenenza quella dei giostrai, è come se avessi un marchio di fabbrica. Se cresci e vivi per oltre venticinque anni in un lunapark non smetti di stare al banco del tirassegno. Le sensazioni, quella vita, quei sacrifici, quel modo di vedere il mondo ti resta tatuato addosso».

     

    Virginia Raffaele faceva i compiti sulla nave pirata, cenava caricando i fucili e il primo bacio l'ha dato dietro al bruco mela. La sua casa era il lunapark dell'Eur, fondato dai nonni negli anni '50, dove i genitori avevano uno stand per il Tiro al Cinzano e ai pesciolini. Una vita incredibile che le ha dato l'imprinting per inseguire e realizzare il suo sogno: fare l'attrice. Un pezzo del puzzle perché, con il tempo, si è affermata anche come comica, imitatrice, conduttrice tv e radiofonica.

     

    Dal lunapark sono passati tanti anni. Come li ha vissuti?

    virginia raffaele ornella vanoni virginia raffaele ornella vanoni

    «Per alcune cose mi sembra sia trascorsa una vita, per altre è come se fossi passata ieri dalle bocce dei pesci rossi al lavoro che sognavo. Non mi sembra vero. Il tempo che passa mi inchioda alla realtà ed è la cosa che mi spaventa di più. Non per una questione estetica, perché invecchio. È che non lo puoi fermare e mi fa uscire fuori di testa».

     

    Ha detto: "Sono diventata una giostra per il mio pubblico". Quale si sente?

    «Le ho inglobate tutte. Lo specchio deformante che diventa realtà, visto che posso impersonificare diversi artisti, parodiarli. Una montagna russa perché questo mestiere lo faccio con una sorta di incoscienza e follia, sotto alcuni aspetti. Quando stai salendo verso la cima della giostra hai paura per la discesa, poi c'è la botta di adrenalina che ti fa respirare e divertire. Poi c'è il Tagadà che è un cercare di rimanere in equilibrio nella quotidianità. Per me sono una metafora della vita, di come si sta al mondo».

     

    Quando ha capito che sapeva far ridere?

    virginia raffaele virginia raffaele

    «Da piccola. Il mio essere strana creava ilarità e divertimento. A tre anni sono salita su un palco che avevano montato i miei genitori, ho preso il microfono e ho detto una bestemmia. È stato un inizio molto rock' n roll».

     

    (...)

     

    Poi è arrivata l'adolescenza.

    «È il periodo in cui non si è ancora strutturati: personalità, stile e look sono da formare.

    Avevo l'apparecchio, gli occhiali, la frangetta. Poi non ero ancora sviluppata e sembravo una sorta di trampoliere con le gambe lunghe e il busto corto. Ero un collage, insicura, mi sentivo diversa dalle altre, così cercavo di far ridere. Sono sempre stata la buffona del gruppo, come mia nonna».

     

    E guardi che donna è diventata.

    «In realtà c'è sempre una parte di me che dice "ma che faccia hai? Come sei vestita? Che capelli hai?". Non so se è insicurezza o il mettermi sempre in discussione».

     

    Lei è arrivata al cinema passando dal teatro e dalla radio, poi la tv, le imitazioni. Ma ha iniziato da stuntwoman.

    virginia raffaele lol 2 1 virginia raffaele lol 2 1

    «La stuntwoman più paurosa del mondo, tra l'altro. Ho fatto anche la comparsa. Per lavorare e avvicinarmi al cinema mi arrabattavo a fare tutto. Morivo al posto di altri».

     

    Con che modelli è cresciuta?

    «Gigi Proietti è stato il mio faro. Di lui ero innamorata artisticamente. Tra le donne mi piaceva tanto Anna Marchesini. In tv guardavo Raffaella Carrà, Fantastico, il Bagaglino.

    Mi hanno sempre affascinata Monica Vitti, Franca Valeri, Alberto Sordi. Modelli sia maschili che femminili perché per me non c'è una diversità di genere in questo mestiere. I comici sono degli angeli, non hanno sesso».

     

    virginia raffaele come marina abramovic lol 2 virginia raffaele come marina abramovic lol 2

    Ora torna in tv con uno show tutto suo "Colpo di Luna" in prima serata su Rai1, per tre venerdì di seguito, a partire dal 12 gennaio.

    «Un varietà nato dall'esperienza in palcoscenico. Visivamente l'ispirazione è agli anni ‘60/'70, in particolare al programma Rai Teatro 10. Ci sono tanti contenuti diversi, dagli ospiti agli effetti speciali, a momenti di chiacchiera, gag improvvisate e non, musica, balletti. Non mancano piccole pennellate di luna park perché fanno parte di me. Gli elementi delle giostre hanno coinvolto anche gli artisti che sono passati a trovarmi. Ad esempio, c'è Gigi d'Alessio che fa lo zucchero filato o Lillo e Greg alla pesca fortunata».

     

    VIRGINIA RAFFAELE CLAUDIO BAGLIONI VIRGINIA RAFFAELE CLAUDIO BAGLIONI

    Al suo fianco ci saranno ospiti fissi.

    «Sono quelli che definisco le giostre fisse: Francesco Arca, la Signora Coriandoli, alias Maurizio Ferrini, Gigi D'Alessio con cui faremo chiacchiere al pianoforte e Carlo Conti che intervisterà vari personaggi, tra cui Patty Pravo. Verranno a trovarci Sabrina Ferilli, Massimo Ranieri, Gianni Morandi, Fabio De Luigi e tanti altri amici».

     

    Sono poche le donne che hanno il suo tipo di comicità, la sua improvvisazione?

    «No. Ce ne sono tante di fantastiche. Sarà che, quando me lo dicono, mi domando se sia vero. Per portare il divertimento multicolor cerco di studiare e migliorare sempre. Mi devasto al punto che mi faccio venire una settimana di febbre come è successo a Capodanno».

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    (...)

    Si sente mai sola?

    «Ci sono momenti nei quali mi va di stare in compagnia e altri, che sono abbastanza fondamentali per me, dove mi devo isolare da tutto e tutti. Passo molto tempo da sola. Mi serve per ricaricare le batterie. Sono abituata alla solitudine e credo che, se sfruttato bene, questo tempo può servire tanto».

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