Da I Lunatici Rai Radio2 https://www.raiplayradio.it/programmi/ilunatici
virginia raffaele
Virginia Raffaele è intervenuta ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì da mezzanotte e le quattro, tra la mezzanotte e quaranta e le due e trenta circa live anche su Rai 2.
Virginia Raffaele, tornata a teatro con lo spettacolo 'Samusà', ha parlato un po' di se: "Sono stati due anni pesanti, avevamo debuttato due anni fa, avevamo fatto una decina di date quando il 23 febbraio del 2020 mi dissero che aveva chiuso la Scala di Milano. Da lì ci siamo fermati, quest'anno siamo ripartiti, il pubblico viene, non è affatto scontato, quando vedo il teatro pieno sono contentissima. Tutti precisi, con le mascherine, i green pass, seduti, a teatro non succede niente".
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Virginia ha parlato della sua infanzia: "Sono figlia di giostrai, sono cresciuta in un luna park. Luna park di Roma, fu fondato dai miei nonni negli anni '50, i miei genitori ci hanno lavorato, io ci ho passato una vita. Ho iniziato a far teatro a 20 anni, ma fino ai 25 anni passavo il sabato e la domenica e vedevo se c'era da dare una mano ai miei genitori. Per me il luna park era casa, facevo i compiti nella nave pirata, ho dato il primo bacio dietro al brucomela.
Eravamo lì dietro, c'era una specie di boscaglia con una scalinata che scendeva. Una tenerezza. Eravamo una comunità, una famiglia. Mentre tutti i bambini pregavano tutti i genitori di portarli al luna park io li pregavo per rimanere a casa. Lo dico per scherzo, ma un po' era vero. Mi ricordo un giorno in cui chiesi a mia madre quando mi avrebbe portato sulle altalene ai giardinetti.
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Lei mi rispose 'dai, andiamo oggi'. Ricordo quel giorno come se fosse stato il regalo della vita. Al luna park avevo a disposizione uno spazio enorme, ma era come se fosse scontato. Normale. Una volta mi portarono ai giardinetti sull'altalena e mi sentii una bambina super fortunata".
Sulla popolarità: "Quando è arrivata la popolarità? Tante persone mi dicono che mi seguono dai tempi di Lillo e Greg. Non posso dire quale sia stato il passaggio, da quando ho 20 anni lavoro, ho aggiunto tassello dopo tassello. Ovviamente una botta notevole è stato Sanremo.
La prima volta andai come ospite interpretando Ornella Vanoni, poi arrivò il Sanremo in conduzione con le maschere, quello del 2016. Finii Sanremo il sabato sera, la domenica iniziai un tour teatrale, neanche mi rendevo conto di quello che succedeva, solo che era sold out in tutta Italia. A livello del grande pubblico, il Sanremo del 2016 è stato un veicolo molto forte e veloce.
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Ma io credo che sia più difficile rimanerci al successo, che arrivarci. Comunque al giorno d'oggi non è difficilissimo essere un attimo, per un po', conosciuti. Ma poi fare sempre un lavoro nuovo. La gavetta che ho fatto mi ha sostenuto. Se arrivi preparato al successo, è meglio".
Sulla pandemia: "Siamo partiti due anni fa con una positività eccessiva. Dicevamo che saremmo migliorati, che ne saremmo usciti migliori. Ma l'essere umano dimentica. Poi a un certo punto ci siamo incattiviti, non si sapeva a chi dare retta, c'è stata una comunicazione troppo confusa.
L'essere umano è difficile come animale, perché cambia. Adesso ci saremmo dovuti ricordare che dovevamo essere migliori. Avevamo detto che saremmo stati grati a qualsiasi cosa di normalità sarebbe tornata nella vita. Non potevamo uscire di casa, abbiamo vissuto un incubo a occhi aperti. Essere migliori? Già essere umani sarebbe tanto".
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