Fabio Martini per “la Stampa”
VIRGINIA RAGGI
Ogni tanto capita: la politica "arruola" un militare, confidando che una certa allure di ordine e disciplina possa piacere ai cittadini elettori. Ma cinque generali, chiamati tutti assieme nel cuore di un' amministrazione civile, rappresentano una prima volta: sta capitando in questi giorni a Roma, dove la sindaca Virginia Raggi ha fatto approvare dalla giunta una delibera che consentirà nelle prossime settimane l' assunzione di cinque alti ufficiali, chiamati a guidare altrettanti Dipartimenti comunali.
Certo, il Campidoglio, sotto la guida della Raggi e del suo entourage, è diventato un laboratorio di esperimenti, ma la chiamata diretta di così tanti generali rappresenta un "unicum". Intanto per la procedura (a chiamata immediata, senza avvisi e procedure comparative), ma anche per il messaggio politico che si lancia all' opinione pubblica: per cinque posizioni apicali non ci fidiamo degli interni e la soluzione ottimale è rappresentata dai militari. Un messaggio d' ordine che in queste ore di baruffa politica tra Lega e Cinque stelle, idealmente avvicina il Matteo Salvini che si affaccia dal balcone di Forlì alla sindaca dei cittadini.
IL GENERALE PAOLO GEROMETTA
Prima di assumere la delibera, la sindaca ha avuto tutti i timbri e le autorizzazioni del caso da parte dei competenti uffici del Campidoglio. La legge consente alle amministrazioni statali e territoriali di assumere a tempo determinato i militari ausiliari, quelli cioè che abbiano cessato il servizio attivo ma non sono ancora in pensione. Per queste figure è previsto un trattamento economico particolare: i militari distaccati continuano a percepire dal ministero della Difesa la loro retribuzione e a questa va aggiunto il 25% dell' appannaggio previsto per l' incarico che si va a coprire.
La delibera, approvata il 16 aprile scorso e in attesa di completare il suo iter, è scritta nel consueto lessico burocratico e leguleio e non è da quel testo che si può comprendere la "ratio" che ha portato la sindaca ad una decisione così originale e d' altra parte lei stessa non ha ancora dato pubblicità alla decisione. Ma il combinato disposto di norme e richiami legislativi si può riassumere così: visto che siamo sotto organico e senza soldi, la soluzione ideale è quella di attingere a servitori dello Stato che oltretutto ci consentono di risparmiare il 75% della retribuzione prevista per i Direttori di dipartimento.
IL GENERALE GIUSEPPE MORABITO
Soltanto il tempo potrà dire se l'"esercito" di generali che entra in Campidoglio possa avere o meno una funzione salvifica. E soprattutto sarà interessante verificare efficacia e duttilità in un' amministrazione civile di militari abituati per una vita ad impartire o eseguire ordini. Oltretutto gli incarichi ai quali i militari sono chiamati ricoprire, di regola sono svolti da dirigenti con una lunga carriera amministrativa alle spalle.
Il generale di brigata Giovanni Calcara diventerà Direttore dei Servizi digitali; il generale di corpo d' armata Paolo Gerometta diventerà direttore delle Risorse umane e sicurezza dei vigili urbani e dunque si affiancherà ad un altro "stellato", il comandante dei vigili Antonio Di Maggio. Una scelta, quella di Gerometta, che supera le invettive lanciate al suo indirizzo dal Blog delle Stelle, che nel 2016, bollava il generale come «aggrappato alle sue poltrone con le unghie».
IL GENERALE GIOVANNI SAVARESE
Il generale di Divisione Giovanni Savarese sarà il direttore della Protezione Civile; il generale di brigata Giuseppe Morabito, già capo della Scuola di alta formazione della Nato, guiderà la Scuola di Formazione; il generale di Brigata Silvio Monti guiderà la Direzione tutela ambientale.
I sindacati protestano («Non si assume senza concorsi ») e l' assessore al Personale Antonio De Santis rimanda le richieste al mittente: «Concorsi? Richiesta legittima ma in preda a un' improvvisa amnesia, si dimentica che è già stata avviata la procedura di mobilità obbligatoria per i dirigenti». Per ora la polemica è concentrata sui cavilli formali, in particolare sull' assenza dell' avviso pubblico che di solito precede una chiamata che resta discrezionale, ma gli oppositori della Raggi hanno deciso di spostare nei prossimi giorni il fuoco dell' attacco sulla novità politica della vicenda: la "militarizzazione" del Campidoglio.
IL GENERALE GIOVANNI CALCARA