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    VIRUS AL GALOPPO – NELLA PROVINCIA DI TORINO I CASI DI CORONAVIRUS SONO TRIPLICATI IN TRE GIORNI: DAI 305 DI SABATO SI E' PASSATI AI 904 POSITIVI - IL PAZIENTE UNO DEL PIEMONTE, DICHIARATO GUARITO, È TORNATO IN ISOLAMENTO. L’UOMO STAVA PER TORNARE A CASA, MA PRIMA DELLE DIMISSIONI UN TAMPONE HA EVIDENZIATO UN BASSO GRADO DI POSITIVITÀ – SECONDO I MEDICI È NORMALE CHE CI SIA UNA FASE DI OSCILLAZIONE, “SUCCEDE IN TUTTE LE INFEZIONI”


     
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    Lidia Catalano per "www.lastampa.it"

     

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    Il coronavirus in Piemonte galoppa senza sosta. Nella sola provincia di Torino i casi sono triplicati in tre giorni. Il bollettino dei contagi ieri sera certificava 904 positivi, sabato erano 305. E si continua a morire, a ritmi che inquietano: domenica 15 marzo non era ancora stato sfondato il tetto psicologico dei cento decessi, adesso le vittime in tutta la regione sono 144 e il dato è destinato a crescere perché il picco dell’epidemia è ancora lontano.

     

    torino deserta 2 torino deserta 2

    Ieri il presidente Alberto Cirio ha ufficializzato la decisione di eseguire i tamponi su tutti gli operatori sanitari: sono 55mila, distribuiti in tutte le Asl del territorio. «È una richiesta che ci è stata fatta dall’Ordine dei medici e dai sindacati, a cui vogliamo dare una risposta rapida anche perché è nell’interesse dell’intera comunità tutelare la salute di chi è in prima linea in questa emergenza», ha chiarito Cirio durante la conferenza stampa di insediamento di Vincenzo Coccolo, nuovo commissario straordinario per il coronavirus in Piemonte.

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    La scelta dei «tamponamenti a tappeto», per i quali sarà comunque seguito un criterio di priorità, insieme alla volontà di garantire delle premialità economiche per gli sforzi di queste settimane, rappresentano anche segnali di distensione nei confronti del mondo sanitario, che nelle scorse settimane si era scontrato con una gestione ritenuta «brusca» della macchina organizzativa presieduta dal dottor Mario Raviolo. E non a caso - altro segno di discontinuità - lo stesso Ordine dei medici entrerà a far parte della nuova unità di crisi.

     

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    La nuova task force

    Un organismo fortemente ampliato, perché, spiega Cirio, «questa non è più soltanto un’emergenza sanitaria, ma una crisi sociale, economica, di ordine pubblico, di approvvigionamento delle risorse». A sovrintendere un quadro sempre più complesso la Regione ha voluto «una figura di grande competenza, per l’esperienza nella gestione di crisi idrogeologiche e umanitarie, ma anche molto lucida e posata», spiega Cirio. Fondamentale, in questa fase, mantenere i nervi saldi e un buon dialogo con tutti gli attori coinvolti. «Ho raccolto la sfida con orgoglio perché penso che ogni cittadino debba mettere le proprie competenze al servizio di un’emergenza epocale come questa», ha detto Coccolo.

    terapia intensiva terapia intensiva

     

    I dispositivi mancanti

    Che già dalle prossime ore, insieme alla sua squadra, dovrà fare i conti con l’altra priorità per gli operatori sanitari, che lamentano una grave carenza di dispositivi di sicurezza individuali, come mascherine, camici e occhiali. «Le forniture sono scarse, daremo la precedenza agli operatori ospedalieri», ha chiarito l’assessore Luigi Icardi. «Tutti gli altri soggetti che ne fanno richiesta, farmacisti, medici di base, forze dell’ordine, saranno riforniti in base alla disponibilità».

     

    reparto di terapia intensiva  reparto di terapia intensiva 

    Sulla penuria di rifornimenti Cirio punta il dito contro il governo: «Continuiamo a ricevere poco sia in termini qualitativi che quantitativi, infatti già da giorni ci siamo attivati con canali interni».

     

    Dove può, la regione fa da sé. Lo dimostra l’accelerata sull’inaugurazione dell’ospedale di Verduno, nel Cuneese, che sarà interamente dedicato alla cura del coronavirus e già da domenica dovrebbe accogliere i primi pazienti. Si guarda con speranza al fine settimana, anche perché la giunta conta di vedere al più presto i primi risultati delle misure di contenimento. «Ci siamo mossi con anticipo, siamo convinti che otterremo segnali incoraggianti».

    La rete si amplia

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    Intanto la Regione si attrezza per ampliare la rete dei laboratori che eseguono i tamponi. «Nelle prossime ore ne apriremo uno a Rivoli e uno a Biella e doteremo i centri delle Molinette e dell’Amedeo di Savoia di quattro apparecchiature per eseguire i test rapidi, in grado di dare l’esito in appena un’ora», spiega Icardi. Non solo. «Il laboratorio di Orbassano sarà dedicato esclusivamente ai test sui dipendenti del sistema sanitario regionale».

    ALBERTO CIRIO ALBERTO CIRIO

     

    Le critiche a Cirio

    Escluso, per ora, che i tamponi vengano estesi alla popolazione su larga scala, come caldeggiato da diversi esponenti del Consiglio regionale. «Il Piemonte segua il modello del Veneto per contenere il contagio», esorta Maurizio Marrone (Fdi).

     

    «Conosciamo le difficoltà di risorse e mezzi, ma è necessario aumentare i numeri perché è ampiamente documentato che il contagio si diffonde anche attraverso gli asintomatici», aggiungono Mauro Salizzoni e Domenico Rossi del Pd. Dall’inizio della crisi la Lombardia ha eseguito 46.449 tamponi, il Veneto 35.478 e il Piemonte 6.872, pur avendo appena 600 mila abitanti in meno della Regione governata da Luca Zaia. 

     

    Da www.liberoquotidiano.it

     

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    Il paziente 1 del Piemonte, dichiarato guarito dal coronavirus è tornato in quarantena. Secondo quanto riporta la Repubblica, l'uomo, un manager quarantenne di Torino, colpito da Covid-19 e ricoverato all'ospedale Amedeo Di Savoia stava per tornare a casa perché dopo le cure e una serie di test era risultato guarito. Poi però, prima delle dimissioni, un tampone di controllo ha invece evidenziato ancora  un basso grado di positività.

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     "E' guarito, lo confermiamo", dice il professor Giovanni Di Perri, virologo e responsabile Malattie infettive all'Amedeo di Savoia, "in questi casi è abbastanza normale che ci sia una fase di oscillazione fra negatività e positività. Succede in tutte le infezioni".

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