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    VIRUS LETALE A BERGAMO - IL CORONA COLPISCE NON SOLO CHI HA UN’ETÀ AVANZATA. IN CITTA’ CI SONO 1.800 TRENTENNI CON POLMONITE DA COVID-19 - L’ALLARME DEI MEDICI BERGAMASCHI: “SERVONO CURE A DOMICILIO E CLINICHE MOBILI. IL CORONAVIRUS È L'EBOLA DEI RICCHI…”


     
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    Da L’Eco Di Bergamo

     

    Sono almeno 1.800 a Bergamo i pazienti trentenni con polmonite da Covid-19.

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    Il dato viene riferito dai medici della Federazione medici di famiglia (Fimmg) Lombardia. «La polmonite da coronavirus evidentemente non colpisce solo in età più avanzata», spiega Paola Pedrini, segretaria Fimmg Lombardia, «qui a Bergamo siamo 600 medici di famiglia e ognuno di noi ha in osservazione almeno 3 trentenni malati di polmonite da Covid».

     

     

    L’ALLARME DEI MEDICI BERGAMASCHI

    C.Gu. per “il Messaggero”

     

    Il coronavirus «è l'Ebola dei ricchi e richiede uno sforzo transnazionale coordinato». Più la società è medicalizzata e centralizzata, «più il virus è diffuso. Questa catastrofe che si sta svolgendo nella ricca Lombardia potrebbe avvenire ovunque». Ad avvertire la comunità internazionale è un gruppo di 13 medici di Bergamo con una lettera al New England Journal of Medicine, rivista al vertice per autorevolezza e prestigio tra i periodici medici internazionali.

     

    ospedale da campo degli alpini bergamo 2 ospedale da campo degli alpini bergamo 2

    CONTAMINAZIONE

    «La Lombardia è una delle regioni più prospere e densamente popolate d'Europa e ora la più gravemente colpita. Il nostro ospedale, una struttura all'avanguardia, è altamente contaminato e siamo ben oltre il punto di non ritorno».

     

    I medici raccontano del loro lavoro «ben al di sotto del nostro normale standard di assistenza», di ore di attesa per un letto, «i pazienti più anziani non vengono rianimati e muoiono da soli senza adeguate cure palliative, mentre la famiglia viene informata per telefono, spesso da un medico ben intenzionato ma esausto ed emotivamente provato». Nelle aree circostanti è anche peggio, affermano, con i pazienti che giacciono su materassi a terra. «Siamo in quarantena dal 10 marzo.

     

    coronavirus terapia intensiva bergamo coronavirus terapia intensiva bergamo

    Sfortunatamente, il mondo esterno sembra inconsapevole del fatto che a Bergamo questo focolaio sia fuori controllo». I sistemi sanitari occidentali, scrivono, sono stati costruiti attorno al concetto di assistenza centrata sul paziente, «un'epidemia richiede un cambiamento di prospettiva verso un concetto di assistenza centrata sulla comunità». Perciò sono necessarie soluzioni pandemiche per l'intera popolazione, non solo per gli ospedali che «stiamo imparando potrebbero essere i principali vettori di Covid-19, poiché sono affollati da pazienti infetti, facilitando la trasmissione a pazienti non infetti».

     

    il servizio di sky news dall'ospedale di bergamo il servizio di sky news dall'ospedale di bergamo

    Gli operatori sanitari «sono portatori asintomatici o malati senza sorveglianza; alcuni potrebbero morire, compresi i giovani, il che aumenta lo stress di chi è in prima linea». Alla luce della loro esperienza, i medici indicano le contromisure. Primo, più cure a domicilio e cliniche mobili, evitando spostamenti inutili e alleggerendo la pressione sugli ospedali. Nessun compromesso sui protocolli, l'attrezzatura deve essere disponibile e la protezione del personale prioritaria.

     

    Servono padiglioni e operatori ospedalieri Covid-19 dedicati, separati da aree libere da virus, e un ampio sistema di sorveglianza «con adeguato isolamento e sfruttando l'innovativa telemedicina». Sono necessarie «misure audaci» per rallentare l'infezione e il blocco è fondamentale: il distanziamento sociale ha ridotto la trasmissione di circa il 60% in Cina. «Ma si verificherà probabilmente un ulteriore picco quando le misure restrittive saranno allentate per evitare un grave impatto economico. Serve un punto di riferimento condiviso per comprendere e combattere questo focolaio. Abbiamo bisogno di un piano a lungo termine per la prossima pandemia».

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