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    “SONO SCAMPATO A UN ATTENTATO” – VITA E FOLLIE DI ALESSANDRO BERGONZONI: “LAVORAVO AL FIANCO DI UN’ASSOCIAZIONE CHE AIUTAVA GLI EX CARCERATI A REINSERIRSI NELLA SOCIETÀ. UNA VOLTA SIAMO ANDATI NELL’APPARTAMENTO OCCUPATO DA UNO DI QUESTI. MI CHINAI PER ATTIZZARE IL FUOCO, QUANDO LUI MI ASSESTÒ UN COLPO DI MANNAIA NELLA PARTE POSTERIORE DELLA TESTA, PER FORTUNA SENZA COLPIRE IL COLLO. SCAPPAI VIA IN UN LAGO DI SANGUE” – LA PASSIONE PER LE CORSE IN AUTO, LE COSTOLE ROTTE, IL VOTO AL M5S E QUELLA DISCUSSIONE CON COSTANZO…


     
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    Estratto dell’articolo di Roberta Scorranese per il “Corriere della Sera”

    alessandro bergonzoni spettacolo trascendi e sali 3 alessandro bergonzoni spettacolo trascendi e sali 3

     

    La casa-studio di Alessandro Bergonzoni, un loft nel centro di Bologna, è pieno di cose […]

     

    […] Papà aveva una fabbrica di viti. Avrebbe voluto un figlio imprenditore?

    «Sì e fece di tutto per farmi studiare Economia. Feci Giurisprudenza e mi laureai a fatica.

    Volevo fare l’attore, ma non quello classico, che interpreta testi di altri. All’Accademia dell’Antoniano se ne accorsero e mi bocciarono due volte. Non ero “tradizionale”, avevano ragione».

     

    alessandro bergonzoni spettacolo trascendi e sali alessandro bergonzoni spettacolo trascendi e sali

    Però lei doveva pur mantenersi perché a un certo punto i suoi genitori la misero di fronte alle responsabilità.

    «E infatti per un po’ di anni ho lavorato anche nell’azienda di famiglia, ho fatto il magazziniere. Mi interessava l’aspetto sociale della vita, più che quello estetico o politico. Non sapevo come conciliare il lavoro sulle parole e sull’attore con il lato umano. Così mi misi a lavorare con la Caritas e con la Croce Rossa. Ho trascorso mesi nei manicomi e nelle carceri, più che nelle sezioni di partito. Oggi Achille Occhetto mi invita alla Bolognina e mi racconta le sue rivoluzioni, ma io ho sempre cercato di essere politico a modo mio».

    Alessandro Bergonzoni Alessandro Bergonzoni

     

    Com’era Bologna negli Anni Settanta?.

    «Una volta sono scampato a un attentato».

     

    Racconti.

    «Lavoravo al fianco di un’associazione che aiutava gli ex carcerati a reinserirsi nella società. […] Una volta siamo andati nell’appartamento occupato da uno di questi. Mi chinai per attizzare il fuoco, quando lui mi assestò un colpo di mannaia nella parte posteriore della testa, per fortuna senza colpire il collo. Scappai via in un lago di sangue.

    Rividi quella persona molto tempo più tardi. Fu quasi uno shock. Anni dopo seppi che si era tolto la vita. Il mio insistere sulla pazzia, sulla morte e sull’accompagnamento alla morte nasce anche da una sensibilità maturata in quegli anni».

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    Non frequentava le sezioni di partito?

    «Mai. Solo le osterie. L’Osteria da Vito, per dire, dove con Guccini ci ritrovavamo a cantare. All’Osteria delle Dame ci trovavo Vittorio Gassman. È stato in questi posti che ho conosciuto quello che mi permetto di considerare uno dei miei amici cari, Paolo Conte».

     

    Umberto Eco ha detto: «Se dovessi rinascere mi piacerebbe fare quello che fa Alessandro Bergonzoni».

    «[…] Ci siamo frequentati, io avevo un rispetto quasi timoroso ma lui a tavola si metteva a raccontare le barzellette, ti faceva ridere. […]».

    Alessandro Bergonzoni Alessandro Bergonzoni

     

    Maurizio Costanzo la voleva più spesso ospite da lui. E forse avrebbe preferito un Bergonzoni più comico?

    «Lui, ma anche altri come Loretta Goggi, mi dicevano: fai più tv, ti aiuta a fare più facilmente teatro e libri. Ma in vent’anni di Costanzo Show ci sono andato solo venti volte. Poi ho smesso con la tv. Costanzo voleva che io facessi i cosiddetti sketch ma, mi dicevo, quando poi andrò in teatro non sarò più libero nelle scelte perché la gente vorrà rivedere quello che ho fatto in tv».

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    Non solo Umberto Eco. Ieri come oggi, lei ha numerosi estimatori trasversali: Nino Manfredi, per esempio.

    «Voi giornalisti e questa mania dell’aneddoto. Va bene. Una volta Giorgio Gaber venne a un mio spettacolo. Lo invitai in camerino e mi disse: “Sarà difficile che il prossimo spettacolo possa essere all’altezza di questo”. Gufava un poco, ora che ci penso! (ride). Ovviamente scherzo, non scomodiamo i monumenti parlando di me».

     

    Anche Nanni Moretti viene a vederla?

    «Ma adesso sembra che io sia un fenomeno […]».

     

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    Conosce Elly Schlein?

    «Sì e ho anche preso parte a manifestazioni contro la guerra insieme a lei e a altri. Ecco perché non capisco come mai abbia cambiato idea sull’invio delle armi in Ucraina. Schlein mi piace ma la aspetto in terrazza, voglio vedere che cosa farà. […]».

     

    […] Per chi ha votato alle scorse elezioni?

    «Giuseppe Conte».

     

    […] È vero che lei pratica regolarmente la meditazione?

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    «Sì, due volte al giorno. E, visto che stiamo tornando in zona “Intimissimi”, cioè al personale più spinto, le confesso anche che non mi sono mai ubriacato, che non ho mai assunto sostanze stupefacenti. Ho avuto solo un grande vizio nella mia vita, che è durato per anni».

     

    Quale?

    «La velocità».

     

    In auto?

    «Sì. Ho corso nelle gare specializzate, avevo anche buoni sponsor. Ma nessuno dice che la velocità arriva a essere un vizio, come il gioco d’azzardo. Non ne puoi fare a meno. Ho smesso da un pezzo».

    alessandro bergonzoni alessandro bergonzoni

     

    Incidenti?

    «Un paio di costole rotte,una volta sono svenuto. Cose che succedono a quei livelli». […]

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