Claudio De Carli per il Giornale
JORGE EL MAGICO GONZALEZ MARADONA
«Eccomi, sono Jorge Alberto Gonzalez Barillas, ultimo di otto figli di una famiglia poverissima. Quando sono nato mia madre Victoria ha urlato adesso basta, non ne posso più! Cosa penso? Penso che se mio padre avesse avuto almeno i soldi per comprare un televisore, molti fra noi fratelli non saremmo mai nati».
Diego Armando Maradona un giorno ha detto che è stato il più grande calciatore che abbia mai visto: «Cos' ha detto el Pelusa? Io il più grande? Voglio un gran bene a quel gran figlio di..., per me è come un altro fratello ma se siete ancora qui a credere a quello che dice allora siamo a posto. Ha detto perfino che suo fratello Hugo era più forte di lui, quando tutti sappiamo che Hugo Maradona e il calcio sono due cose che non c' entrano niente fra loro».
JORGE EL MAGICO GONZALEZ
Nato nel dipartimento di San Salvador, attaccante irrequieto, giusto per usargli una gentilezza, al termine di un incontro fra Antel, la squadra delle Telecomunicazioni nazionali in cui ha iniziato a giocare, e il Club Deportivo Aguila, il giornalista Rosalio Hernandez Colorado commenta che solo un mago può eseguire quelle cose mai viste prima, altro termine non riesce a coniare, questo giocatore è magico. Con un grande sogno, guidare l' autobus di linea al suo paese: «Che c...lo hanno sempre saputo tutti. Il calcio mica è un lavoro, è un divertimento e il divertimento non è lavoro. Lo dico per rispetto a quelli che veramente si spezzano la schiena tutti i giorni».
JORGE EL MAGICO GONZALEZ BUTRAGUENO
Poca voglia di andare a scuola, l' insegnante di matematica quando entra in classe prima ancora di fare l' appello lo manda fuori dall' aula, non vuole vederlo. Mai stato espulso perché al direttore interessava che la squadra di calcio vincesse il torneo interscolastico, e lui da solo glielo faceva vincere. Quando viene acquistato dal Club Deportivo Fas di Santa Ana gli fa vincere due campionati in due stagioni e la Coppa dei Campioni della Concacaf. Gli si aprono le porte della nazionale di El Salvador.
E chi la conosce? Piccolo, anzi piccolissimo Paese nell' America centrale, prima c' erano i Maya, si sa che esiste perché si riempie di surfisti per le spiagge sull' Oceano Pacifico e balza improvvisamente alle cronache per la guerra infinita fra le forze armate governative e il Fronte Farabundo Marti che vuole liberarlo. Tutto è in mano a pochi latifondisti, una lotta sanguinosissima che inizia nel 1980 e finisce dodici anni dopo senza aver liberato nessuno.
JORGE EL MAGICO GONZALEZ MARADONA
Ma nel frattempo si gioca il mondiale spagnolo dell' 82 e El Magico c' ha portato il suo Paese. Un' unica amichevole prima di partire per l' Europa a pochi giorni dall' esordio, prima tappa all' aeroporto di San Salvador per Città del Guatemala dove la nazionale trascorre la notte, poi altro aereo con scalo a San Josè in Costa Rica, dodici ore di attesa prima di raggiungere Santo Domingo, altre quattro ore e poi finalmente scalo a Barajas. Non è finita, altro aereo per Alicante a sessanta chilometri dal ritiro di Campoamor dove ad attenderla c' è un pullman bianco, rosso e verde, i colori del Messico. Organizzatori spiazzati e impreparati a ricevere quella nazionale di poveri cristi composta da venti giocatori perché non ci sono soldi per gli altri due, Gilberto Quinteros e Miguel Gonzales. Colletta per farli partire, vengono anticipati 100 mila dollari ma ormai è tardi per aggiungerli alla lista consegnata alla Fifa. Hotel con piscina, un campo da golf, uno da tennis e accanto un club di tiro al pichon, quindi con rischi seri ad uscire per una sgambata.
JORGE EL MAGICO GONZALEZ
Nottetempo vengono scolpite le divise da gioco, restano solo tre mute delle sette portate da El Salvador e per non sporcarle gli allenamenti vengono fatti in borghese. Zero informazioni sugli avversari da affrontare, l' esordio contro l' Ungheria finisce 10-1. Meglio le altre due con Belgio e Argentina, sconfitte onorevoli. Al ritorno in patria un dirigente dichiara che l' unico rimedio per riportare i salvadoreni a guardare il calcio è prendere un giocatore a caso di quella selezione e impiccarlo dentro a uno stadio. Vengono mitragliate quasi tutte le loro auto.
Ma Jorge Alberto Gonzalez Barillas detto El Magico ha fatto vedere cose strabilianti e a fine mondiale è inserito nella top undici di Spagna '82, incredibile ma vero. Adesso lo vogliono qui in Europa, uno così non può restare in un cimicioso Paese in guerra, Barcellona, Real Madrid, Atalanta, Fiorentina, Paris Saint Germain. I francesi lo convocano per un provino e il contratto in mano: «Non ce l' ho fatta, non ci sono andato a Parigi, ero con una bionda, ubriaco io e anche lei. Sarà per la prossima volta».
È così che l' Europa inizia a conoscerlo, una delizia in campo, meglio di notte. «Chiariamo, ho un fisico da tossico, un viso da sporco indio e quando me lo dicono non mi offendo affatto. A guardarmi nessuno punterebbe un solo centavos su di me e non potrei dargli torto. Ma ho sempre avuto una gran passione per il calcio e il mio amore è il pallone. Però quanto mi piacciono le donne!».
jorge el magico gonzalez maradona
Alla fine decide di firmare per il Cadice, Segunda Division, perché lì c' è il mare, andaluse bellissime, notti da bombardamento e nessuno che gli fa noie perché è magico.
Ma la società esige anche disciplina, il vero problema sono gli allenamenti al mattino, El Magico non si vede mai, dorme. Prima arrivano multe che coprono quasi il suo ingaggio, poi viene assegnato al suo compagno di squadra Pepe Meijas il compito di andare a tirarlo giù dal letto, ma a quel punto sono in due ad arrivare in ritardo. Finisce che viene assoldata una banda musicale che un paio d' ore prima dell' allenamento va sotto le sue finestre a suonargli la musica del buongiorno. E quando si affaccia c' è una moltitudine di tifosi che applaude entusiasta. Il Cadice viene promosso, lui durante un calcio d' angolo contro l' Atletico di Madrid si addormenta sulle spalle di un compagno di squadra. Ma poi si mette a palleggiare con un pacchetto di sigarette, non un' arancia, e i tifosi svengono. Terzo nella classifica del Pichichi davanti a Santillana, Hugo Sanchez e Maradona.
jorge el magico gonzalez
Fa la culebra machetiada, oggi si chiama l' elastico, vent' anni prima di Ronaldinho, e la fa in velocità, Maradona vuole impararla, non ci riesce, ma come fa? El Pelusa, come lo chiama, lo vuole al Barcellona a tutti i costi ma la sua fama di donnaiolo non è una buona business card. Luis Cesar Menotti comunque si convince e lo affitta per una tournèe estiva, tutta la squadra in aeroporto, El Magico a letto con una femmina. Parte a sua spese e raggiunge la squadra, quindici giorni in cui oscura Maradona, letteralmente.
jorge el magico gonzalez
Menotti deciso, spinge per il suo acquisto dal Cadice quando una notte improvvisamente suona l' allarme antincendio nell' albergo della squadra. Tutti giù nella hall in fretta e furia, tutti tranne El Magico. Vanno su i Vigili del Fuoco, sfondano la porta, lui è a letto con due ragazze, ubriachi, addormentati, persi, il Barcellona lo molla definitivamente. Ma a fine stagione si fanno nuovamente sotto quelli del Paris Saint Germain contratto in mano, e per la seconda volta non si presenta: «Sono ancora lì che mi stanno aspettando». Torna al Cadice, i dirigenti non sanno proprio come risolvere la questione e decidono di pagarlo a gettone, se c' è bene, se non c' è peggio per lui, non vede un soldo.
Ma non funziona perché El Magico i soldi se li ha li spende tutte le sere con il suo amico Jorge Monge Cruz, cantante di flamenco, se non li ha non li spende, i suoi sono ragionamenti semplici. Il presidente gli fa un discorsetto, hai quasi trent' anni, hai messo via qualcosa per la tua vecchiaia? A El Magico scappa un sorriso, questo non ha capito niente della vita, pensa. Ma quando un giorno gli gridano sei vecchio allora si ferma. La magia non può invecchiare, ha 33 anni, ringrazia e torna al suo Paese dove gioca altre nove stagioni con il Club Deportivo Fas. Lo stadio di San Salvador porta il suo nome e un' opera teatrale sulla sua vita è sempre in cartellone. Lui? Beh, lui ha coronato il suo sogno, guida il taxi, ma solo di notte.
JORGE EL MAGICO GONZALEZ