Vittorio Feltri per “Libero quotidiano”
vittorio feltri
Ieri Piero Sansonetti, direttore del Riformista e giornalista che non ha nulla da spartire con il conformismo imperante, ha scritto una pagina capolavoro per dimostrare che sono un coglione, avendo pubblicato su Libero un articolo nel quale condannavo, ovviamente, Alberto Genovese e sostenevo che la sua vittima, ragazza di 18 anni, si era comunque comportata ingenuamente. Il che non significa niente di strano, bensì riflette la realtà.
Sansonetti afferma che in caso di stupro l'unico colpevole è lo stupratore.
ALBERTO GENOVESE
In sostanza scopre l'acqua calda. Infatti chiunque abbia annusato un manuale di diritto sa che la responsabilità penale è personale. Quindi l'unico a dover essere incriminato per le violenze sulla fanciulla è Genovese, il quale per compiere le sue prodezze si carburava con la coca che distribuiva a mani larghe anche ai suoi ospiti, probabilmente pure alla giovane donna di cui ha abusato.
E qui il mio caro e stimato collega Piero cade in errore. Non è vero che l'uso di droga non incida quando si commette un qualsivoglia reato. Tanto è vero che se fai una rapina sotto l' effetto di stupefacente ciò non costituisce un' esimente, al contrario è una aggravante. D' altronde se guidi l' automobile quando sei un po' brillo e la polizia ti becca sei fritto, ti ritirano addirittura la patente.
genovese
Una signorina maggiorenne certe cose le deve tenere a mente nel momento in cui decide di vivere come le garba. Pertanto, allorché ha scelto di essere ospitata per ben tre volte nell' attico del danaroso imprenditore, era a conoscenza, presumo, che costui non fosse un boy scout. Ella entrando poi in camera da letto sottobraccio all' anfitrione forse immaginava di ricevere certe richieste. Di sicuro non sospettava di essere stuprata, però quando sei sotto le grinfie di un tossico può succedere di tutto.
alberto genovese
Io non ho messo in croce la donzella, ma, se fossi stato suo padre e avessi avuto notizia che lei si sarebbe recata a casa di un drogato fottuto, avrei tentato di impedirglielo. Non ha senso dire che il mio ragionamento sia ottocentesco. Semplicemente sono consapevole che una diciottenne è attratta dalle novità e non ne valuta i rischi. Io ho avuto quattro figli, tre femmine e un maschio. Statisticamente ci stava che almeno uno fosse una testa di cazzo, invece mi è andata bene. Ma assicuro a Piero che io ho vigilato nonostante fossi impegnato in un lavoro senza orario. Non deploro la succube di Genovese, tuttavia non le posso assegnare la medaglia d' oro alla prudenza.
ALBERTO GENOVESE