1. TIM, L’IPOTESI «SPEZZATINO» PER LA NUOVA CORDATA
Estratto dell’articolo di Francesco Bertolino per il “Corriere della Sera”
PIETRO LABRIOLA
Il destino della partecipazione di Vivendi e dei cavi sottomarini di Sparkle riporta Telecom Italia sotto la lente del mercato. Difficile immaginare quale sarà domani la reazione della Borsa alle indiscrezioni riguardo ai lavori in corso per costruire una cordata di investitori che possa rilevare, per gradi, il 23,75% di Vivendi in Tim.
Dopo il crollo delle azioni seguito alla presentazione del piano industriale a marzo, infatti, nel capitale della compagnia telefonica hanno preso posto un gran numero di hedge fund […]. Di certo, l’incognita Vivendi pesa sul titolo. Il gruppo francese ha promosso un’azione legale […] per contestare la vendita per 18,8 miliardi della rete al consorzio guidato da Kkr.
ANDREA PEZZI
Non è però un mistero che, al giusto prezzo, Vivendi potrebbe uscire da Tim[…]. Nei mesi scorsi, secondo rumours , diversi private equity avrebbero esaminato il dossier, ma per ora nessuno è andato oltre la fase di studio.
Si vedrà se a spingersi oltre sarà la cordata di fondi a cui starebbero lavorando Andrea Pezzi, ex consulente di Vivendi in Italia, e il banchiere d’affari Claudio Costamagna — che, pure, negano di avere in animo tale progetto.
La questione principale per chiunque si accosti alla quota di Vivendi è cosa fare poi di Tim.
Alcuni fondi che in passato hanno valutato l’affare hanno immaginato «lo spezzatino» del gruppo, nella convinzione che le sue parti — telefonia, servizi alle imprese e Tim Brasil — valgano più del tutto.
CLAUDIO COSTAMAGNA
Nel caso, però, resterebbe da verificare se una simile strategia risulterebbe gradita al governo al cui vaglio sarebbe sottoposto qualsiasi nuovo socio di Tim. Ai sensi del golden power, infatti, chiunque rilevi oltre il 3% di una società quotata deve chiedere l’ok dell’esecutivo ai sensi del golden power.
E, se è vero che dopo la cessione della rete a Kkr & co è uscita dal gruppo l’attività più strategica, è altrettanto vero che Tim rimane la prima azienda di telecomunicazioni in Italia con 17 mila dipendenti. Sotto il suo controllo ci sono poi ancora i cavi sottomarini di Sparkle, società di interesse nazionale […]. La proposta è stata giudicata insufficiente dal cda guidato da Pietro Labriola e, da allora, il negoziato pare sospeso.
PIETRO LABRIOLA TIM
2. TIM, SPUNTA UNA CORDATA PER LA QUOTA DI VIVENDI L’IPOTESI COSTAMAGNA
Estratto dell’articolo di Francesco Bertolino per il “Corriere della Sera” – 24 agosto 2024
[…] Secondo più fonti, starebbe prendendo forma un piano che riguarda la partecipazione di Vivendi, primo socio di Telecom Italia con il 23,75% davanti a Cdp (9,8%). Promotore del disegno sarebbe Andrea Pezzi, in passato consulente del gruppo francese in Italia.
CRISTIANA CAPOTONDI E ANDREA PEZZI
Con lui sarebbe al lavoro anche Claudio Costamagna, banchiere d’affari ed ex presidente di Cdp, proprio ai tempi dell’ingresso della Cassa in Tim. Contattati, i due interessati smentiscono, ma le voci si rincorrono insistenti sul mercato.
Stando a queste indiscrezioni, il progetto, ancora in fase embrionale, contemplerebbe anzitutto la costituzione di una cordata di investitori. Fra i fondi sondati vi sarebbero il private equity francese Tikehau, già azionista del gruppo Mint di Pezzi, che, per quanto lo riguarda, «nega» di far parte della cordata. Ma inviti sarebbero stati inviati anche al fondo statunitense Blackstone e ad altre istituzioni finanziarie, non è chiaro con quali riscontri.
BOLLORE' DE PUYFONTAINE
A quanto si apprende, lo schema prevederebbe la creazione di un veicolo ad hoc […] che andrebbe a rilevare inizialmente una parte della quota di Vivendi in Tim: lo schema in esame contemplerebbe l’acquisto del 6/7% con una valutazione intorno ai 500 milioni. Il gruppo francese — che, al momento, non sarebbe coinvolto nello studio dell’operazione — dovrebbe poi apportare la porzione residua delle sue azioni.
Il veicolo si occuperebbe poi della gestione dell’investimento e dell’esercizio delle prerogative di governance associate allo status di primo azionista della compagnia di telecomunicazioni.
A che scopo? Difficile a dirsi allo stato. Sinora tutti gli investitori che hanno studiato l’affare Vivendi-Tim hanno avuto un’idea fissa in mente: smembrare il gruppo nella convinzione che le sue parti — telefonia mobile, servizi alle imprese e soprattutto le pregiate attività in Brasile — valgano ben più del tutto (5,1 miliardi alla chiusura di Borsa di ieri).
TIM - TELECOM ITALIA
Questo, peraltro, era anche il programma che il fondo lussemburghese Merlyn ha presentato all’ultima assemblea di Tim, ottenendo due consiglieri di amministrazione: Umberto Paolucci e Stefano Siragusa […]. Tutto il contrario della strategia che sta perseguendo il ceo di Tim, Pietro Labriola, convinto di poter rilanciare il gruppo nella sua interezza ora che […] non è più schiacciato dal fardello di 21 miliardi di debito e degli annessi interessi.
Qualora fosse confermato […], il progetto dei nuovi investitori dovrebbe sciogliere altri due nodi. Il primo è la volontà di Vivendi di aderirvi. Non è un mistero che il gruppo francese consideri ormai esaurita la sua esperienza da azionista in Tim […]. Il secondo nodo è, in senso ampio, politico l’eventuale operazione dovrebbe passare per il vaglio del governo.
claudio costamagna di cdp ANDREA PEZZI
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