Estratto dell’articolo di Gino Pagliuca per “il Corriere della Sera”
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I prezzi sono fermi o in lieve salita, i mutui più difficili da ottenere e più cari ma anche la strada dell’affitto per chi cerca casa a Milano si fa sempre più impervia, perché lo stock di case disponibili per la locazione a lungo termine si è ancora ridotto. Alla fine del primo semestre di quest’anno le abitazioni sul mercato erano il 12% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in provincia il calo è stato del 14%.
Lo dice una recente analisi del portale idealista.it che ha reso noti i dati sulla disponibilità di abitazioni in affitto su tutto il territorio nazionale. L’offerta di case aveva registrato un tracollo in città dopo la pandemia e la diminuzione, se può consolare, è ora minore di quella che si registra in altri grandi capoluoghi. Ad esempio, a Roma il calo nell’anno è stato del 46%, a Napoli e Firenze del 48%.
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La diminuzione dell’offerta in città è dovuta a più fattori. Il primo è il «peccato originale» della legge che regola le locazioni: la scarsa flessibilità dei contratti e la difficoltà a liberare l’immobile in caso di morosità dell’inquilino. Da questo punto di vista le continue proroghe al blocco degli sfratti avviate a partire dallo scoppio della pandemia per quanto probabilmente inevitabili in via di principio hanno avuto il risultato di fare scappare molti piccoli investitori.
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Il secondo è l’aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse che rendono meno appetibili i rendimenti delle abitazioni rispetto, ad esempio, a quelle dei titoli di Stato; il terzo è la combinazione tra regole contrattuali e inflazione: la cedolare secca (il prelievo del 21% sugli affitti a canone libero, quota che scende al 10% nei contratti concordati) rende impossibile l’aggiornamento del canone all’aumento del costo della vita.
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Ultimo aspetto, immediata conseguenza degli altri appena citati: il forte aumento dei proprietari che praticano i cosiddetti affitti brevi, attività che, a differenza di quanto accade ad esempio a Roma o Firenze dove il business riguarda quasi esclusivamente il centro storico, a Milano ha mercato in buona parte del territorio cittadino, ovvero ovunque vi sia una stazione della metropolitana.
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E a proposito di cifre richieste si parte dai 17 euro metro quadrato mese (circa 1.200 euro al mese) in zona Forlanini fino ai 30 euro per il Centro nel complesso (2.100 euro, forse un po’ sottostimati) e agli oltre 36 (2.500 euro) per Brera Montenapoleone. Forlanini è l’unica zona che registra un calo (-3,3%) su base annua.