Irene Soave per il “Corriere della Sera”
putin si aggrappa alla sedia durante l incontro con lukashenko
Un referendum in Bielorussia per «fondere» il Paese con la Russia. Il voto avrebbe luogo l'11 settembre, data in cui voterebbero in analoghi referendum - simili a quello che nel 2014 ratificò l'«Anschluss» della Crimea - anche il Donbass e Kherson, in Ucraina, controllati dai russi; e l'Ossezia del Sud, regione georgiana anch'essa filorussa.
alexander lukashenko
È la prospettiva che trapela da fonti «di alto livello» interne al Cremlino e citate in un articolo di Meduza, sito di informazione indipendente sulla Russia (coi server a Riga). Ma quanto è plausibile? A rilanciarla, sui social, sono addetti ai lavori autorevoli come il portavoce dell'opposizione bielorussa Franak Viacorka, che commenta che «è già in corso un'occupazione russa de facto».
putin e lukashenko
Referendum di questo tipo hanno esiti scontati ma ritenuti poco trasparenti, in genere, dagli osservatori: quello della Crimea, nel 2014, ebbe il 97% di sì.
Ma se Ossezia del Sud e Donbass sono regioni filorusse di Stati sovrani, diverso è il caso di Minsk: la fusione implica una perdita di sovranità totale, maggiore anche di quella permessa dal «sì» dei bielorussi al referendum di febbraio, quando il dittatore Lukashenko li aveva interrogati sull'opportunità di ospitare le armi nucleari di Mosca (63% di sì).
manifestazione di protesta a minsk contro lukashenko 16
Un'altra trattativa la cui ipotesi trapela dal World Economic Forum in corso a Davos è quella di un «corridoio alimentare»: il grano bloccato nei porti ucraini potrebbe passare dalla Bielorussia, che in cambio si vedrebbe sollevare la gravosa sanzione sul potassio. Anche questa scontenta gli oppositori, che sostengono la necessità di non derogare alle sanzioni.