Estratto dell’articolo di Francesco Grignetti,Ilario Lombardo per “la Stampa”
meloni biden
A Washington devono avere buona memoria. E così, impegnati con una emergenza migranti eccezionale, hanno preso al volo quella che era stata una proposta volutamente seria di Giorgia Meloni: l'Italia potrebbe aprire le porte ai venezuelani. Festa di Atreju 2018, la futura premier dichiara dal palco: «Sono cristiani, sono spesso di origine italiana. Io dico: ci servono immigrati? Prendiamoli in Venezuela. È un'immigrazione più vicina alla nostra cultura».
Detto, fatto. L'emittente tv Cbs News ieri annunciava che l'Amministrazione guidata da Joe Biden avrebbe raggiunto un accordo per inviare in Italia cinquecento immigrati sudamericani, nell'ambito di un accordo di «reinsediamento» a cui parteciperebbero anche Grecia, Spagna e Canada. La strategia farebbe parte del piano della Casa Bianca per ridurre gli ingressi illegali dalla frontiera con il Messico.
migranti confine messico texas
La notizia manda in tilt palazzo Chigi. Siamo a ridosso delle elezioni. Il tema dell'immigrazione è già abbastanza caldo. Meloni, anzi, sta organizzando per il 5 giugno una trasferta in Albania, con Matteo Piantedosi, per visitare il primo dei due centri in costruzione per il trattenimento di migranti. La presentano come un'ispezione sul campo.
È evidente che è campagna elettorale: siccome i lavori sono in ritardo, ma procedono, la premier vuole sventolare la sua bandierina sul tema e raccontare all'elettorato che i ritardi sono minimi.
migranti messicani provano a entrare negli stati uniti 8
Ecco, nel pieno di questa strategia elettoral-comunicativa, precipita come un meteorite la notizia di Washington. Palazzo Chigi si affretta a precisare: «La ricostruzione di Cbs è del tutto fuorviante». Non si nega un incontro tra diplomatici, ma «è attualmente allo studio un'ipotesi di reciprocità, secondo la quale gli Usa ospiterebbero rifugiati presenti in Libia con la volontà di recarsi in Europa, mentre alcuni Stati europei del Mediterraneo ospiterebbero poche decine di profughi sudamericani.
giorgia meloni e joe biden nello studio ovale 1
Per quanto riguarda la nostra nazione, si tratterebbe di circa venti rifugiati venezuelani di origine italiana per avviare percorsi lavorativi in Italia. Discussione al momento solo allo studio e che risulterebbe, in ogni caso, molto vantaggiosa proprio per Italia e Stati europei di primo approdo». I numeri, insomma, sarebbero molto diversi. E la filosofia di fondo non dispiacerebbe a Meloni perché nel solco di quanto teorizzato in quel comizio del 2018.
migranti messicani provano a entrare negli stati uniti 12
Anche il Viminale è preso alla sprovvista dalle indiscrezioni. Ulteriore precisazione, molto più netta di quella di Palazzo Chigi: «L'Italia non darebbe mai un assenso alla ricollocazione di centinaia di persone sul proprio territorio nazionale in considerazione dei già notevolissimi sforzi sostenuti sul fronte dell'accoglienza di migranti». Se saranno venti o poco più, il ministero dell'Interno può accettarli. Tanto più se si tratta di venezuelani, oppositori del comunista Nicolas Maduro, considerato un nemico dal governo della destra italiana. Se fossero diverse centinaia, allora no.
ALBANIA - PROGETTO DEI CENTRI DI RIMPATRIO
Va ricordato che dall'inizio dell'anno sono 20.865 i nuovi sbarcati, meno della metà rispetto ai 50.355 sbarcati un anno fa. Il comunicato di Palazzo Chigi tradisce un riflesso condizionato di Meloni. Non c'è nessuna emergenza, gli stessi dati del governo lo smentiscono, ma la premier ha comunque bisogno di tenere il punto sui migranti, anche in una sfida tutta interna alla destra con Matteo Salvini.
L'Albania doveva essere il cuore del suo grande piano di svolta […] un hub per alleggerire i confini italiani dall'obbligo di verificare lo status dei rifugiati. E invece i ritardi si sono sommati, i lavori sono appena all'inizio. E così Meloni si è trovata a dover giustificare una promessa mancata: e cioè che i centri per i richiedenti asilo, soccorsi in acque internazionali, sarebbero stati pronti per la fine di maggio. Un risultato che avrebbe voluto sbandierare al termine a pochi giorni dal voto. […]