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    VOGLIO UCCIDERE VITTORIO DE SICA! LA VERA STORIA DI ''C’ERAVAMO TANTO AMATI'' - L’UNICO PERSONAGGIO DEL FILM DI SCOLA AVREBBE DOVUTO ESSERE SATTA FLORES - IL “PROFESSORE” ERA ISPIRATO A UN CINEFILO IRPINO AMICO DEL REGISTA


     
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    Enrico Fierro per il “Fatto Quotidiano”

     

    C' è un retroscena nella vita e nella lunga produzione artistica di Ettore Scola che riguarda C' eravamo tanto amati. Il maestro lo raccontò nel 2005 al giovane regista, attore e cantante Michele Vietri, che lo intervistava per il documentario A chi tanto, a chi niente. Il film con Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Stefano Satta Flores, Stefania Sandrelli, Giovanna Ralli e Aldo Fabrizi, era nato con un' altra idea di sceneggiatura e un altro titolo. Il personaggio doveva essere unico, il professor Nicola Palumbo (Stefano Satta Flores) e doveva intitolarsi Voglio uccidere Vittorio De Sica.
     

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    Tutto nasce dal "vizio" del regista e dei suoi sceneggiatori di osservare la realtà e i suoi personaggi e dalla conseguente identificazione di Palumbo, professore di Nocera Inferiore negli Anni Cinquanta del secolo passato, malato di cinefilia e appassionato del neorealismo, con un personaggio realmente esistito e diventato amico di Scola.

     

     

    Si tratta di Camillo Marino, insegnante pure lui, ma di Avellino, giornalista e critico cinematografico, comunista e squattrinato organizzatore del Laceno d' oro, una rassegna cinematografica di successo. Cappotto, basco e finanche il modo di parlare e di gesticolare di Palumbo-Satta Flores sono gli stessi.
     

    CAMILO MARINO CAMILO MARINO

    Per anni Marino e i suoi volontari cinefili, portano i film d' avanguardia e registi come Pasolini, Scola, Zavattini, nella fredda e culturalmente immobile Irpinia. Qui, e precisamente nel paese di Cairano, il professore ha anche ambientato un suo film, ovviamente costruito con stile neorealista e diretto dal regista Silvio Siano, dal titolo La donnaccia, protagonista una splendida Dominique Boschero.
     

    Michele Vietri, una collaborazione con Tornatore per Lo schermo a tre punte, si appassiona e gira il suo documentario sulla vita di Camillo Marino, Scola è tra le personalità intervistate e gli regala lo scoop su C' eravamo tanto amati. L' idea iniziale era quella di costruire tutta la storia su un unico personaggio, il professor Palumbo-Stefano Satta Flores.
     

    "Che è Camillo Marino - conferma Scola -, uno che veniva a Roma e aveva rinunciato a tutto per questo grande mito che aveva di Vittorio De Sica". "Lo segue, lo sente, lo avverte in vari punti della città, riesce pure a beccarlo, ma De Sica non ha voglia di parlare del suo cinema, né del neorealismo". Nella prima stesura del soggetto che poi diventerà uno dei film pilastro della cinematografia italiana, c' è un De Sica annoiato, stanco.
     

    ettore scola ettore scola

    "Quando il mio personaggio lo incontra - racconta Scola nell' intervista - Vittorio è vestito da sceriffo perché sta facendo tre pose in un film western. Era l' epoca in cui De Sica faceva tutto. Un mito in frantumi, per l' ingenuo cinefilo? Forse per questo il film doveva chiamarsi Voglio uccidere Vittorio De Sica".
     

    Come è noto la storia del film andò diversamente. Da quella idea iniziale nacquero tre personaggi, il professore di Nocera (rigorosamente Inferiore), l' avvocato e l' infermiere proletario e comunista.
     

    ettore scola ettore scola

    Tre ex partigiani che speravano in una Italia nuova. Tre pezzi della storia del dopoguerra e della rinascita che si incontrano e si scontrano, che si dividono, non si capiscono.
    Insomma, la storia di un Paese che aveva ancora grandi speranze e viveva di grandi passioni.

    SCOLA DE SICA 9 SCOLA DE SICA 9

     

    Come il cinema di Ettore Scola e la vicenda umana e culturale di un critico di provincia, il Palumbo-Camillo Marino realmente esistito che dedicò tutta la sua vita alla magia del cinema. Strumento di divertimento, ma anche, e soprattutto in quegli anni, di rinascita civile dell' Italia.

     

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