Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per la Repubblica
giorgia meloni.
Seduta su un vulcano chiamato Pnrr, Giorgia Meloni decide di reagire. La prima mossa è quella di spedire Raffaele Fitto in Parlamento entro metà aprile, per aggiornare le Camere e replicare alle accuse. Lo fa dopo aver unito i puntini. Che portano, riferiscono fonti a lei vicine, a una dolorosa consapevolezza, confidata a più di un ministro negli ultimi tre giorni:
"Sfrutteranno i nostri errori per provare a bloccarci - è il senso dei suoi ragionamenti - Intendono farlo prima delle Europee, perché dopo le elezioni sarebbe troppo tardi". A chi le chiedeva indicazioni più precise sulla regia di questa presunta operazione ostile, la premier ha replicato sibillina: "I soliti...".
MACRON E SCHOLZ
Bisogna sondare cuori e menti della destra di governo, per capire meglio cosa agita la galassia meloniana. Depurare gli indizi dalla propaganda e pure dalla costante sindrome dell'assedio, che è insieme metodo politico e ossessione dei Fratelli d'Italia al potere. E dunque: Meloni si è convinta, spiegano le stesse fonti, che le grandi manovre sono partite e puntano a far deragliare il governo sovranista d'Italia sul Pnrr. Come? Basterebbe rinunciare a una parte delle risorse continentali per deludere i mercati e i partner dell'Unione, legando l'immagine della premier a un fallimento. La resa dei conti dovrebbe consumarsi nel 2023, con la rata di giugno e di dicembre.
MELONI VINITALY
Ma c'è di più. La presidente del Consiglio teme che alcuni movimenti ostili coinvolgano Parigi e Berlino. E le rispettive leadership, preoccupate dal voto delle Europee del 2024 e dalla possibilità di spostare a destra la prossima Commissione. La presunta rigidità mostrata dagli emissari di Ursula von der Leyen, di Macron e Scholz di fronte alle richieste italiane di una maggiore flessibilità, starebbe lì a confermare i timori. L'idea di fondo è che il solido patto tra francesi e tedeschi a Bruxelles abbia messo nel mirino Roma.
E che si punti a inchiodare Meloni ai colpevoli ritardi del Piano - che esistono - per renderla meno forte alla prova del voto europeo del 2024. Il presidente francese lo farebbe anche per colpire in chiave interna Marine Le Pen, considerata dalla sua opinione pubblica l'alter ego della premier italiana. Il Cancelliere punterebbe a boicottare una maggioranza senza socialisti nel 2024.
sergio mattarella giorgia meloni centenario aeronautica militare
Gli errori a cui fa riferimento Meloni in privato sono in realtà soprattutto lacune nei progetti e lentezza dei ministeri nel modificare gli obiettivi. Ne deriva la richiesta di "massima flessibilità" sul Piano, ribadita anche ieri da Raffaele Fitto e dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, incontrando il commissario europeo per il bilancio Johannes Hahn. L'unica strada per non disperdere risorse in opere che si considerano irrealizzabili entro il 2026. Ma anche la sola strategia possibile per provare a giustificarsi, in caso di rifiuto della Commissione, con l'argomento: "Ve l'avevamo detto, siete voi che volete farci fallire".
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