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    VOLA COLOMBIA VOLA! BOOM DI “CAM GIRLS” IN COLOMBIA, CHE APRE LE PORTE ALLE MODELLE TRANS: GUADAGNANO FINO A 6.000 DOLLARI AL MESE CON SHOW PRIVATI E NON DEVONO SUBIRE LE VIOLENZE DEI CLIENTI


     
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    Tim Rogers per “Fusion”

     

    sara e altre cam girl sara e altre cam girl

    Medellin, Colombia - Violeta e Gia Gomez sono fratelli per nascita e sorelle per scelta. Entrambe lavorano come “cam girls” nel business del porno su internet, che registra un vero boom da queste parti. Il settore offre ai transgender lavori migliori, salari più alti e condizioni più sicure di qualsiasi altra industria del paese. Sembra essere l’unico ambito economico che ha aperto le porte e ha dato loro il benvenuto.

     

    gia e violeta gomez gia e violeta gomez

    Molti criticano il porno on line per essere volgare e fonte di sfruttamento, ma per una fetta della popolazione che è sempre condannata all’esclusione e allo sfruttamento, questo mestiere è dolce, a confronto. Racconta Violeta: «Ho un’amica che ha studiato ed è molto qualificata per ottenere un lavoro da manager ma non glielo danno perché è trans, così ora lavora con me. I trans non hanno molte opportunità di lavoro, si prostituiscono, finiscono dai parrucchieri o entrano qui. Fare le modelle per la webcam è diventato il lavoro più normale fra noi».

     

    sara cam girl trans sara cam girl trans

    Tra Medellin and Cali, l’industria colombiana per adulti impiega circa 30.000 modelle, incluse migliaia di donne trans. Lo studio di Violeta, uno dei 400 che si trovano a Medellin, ha 20 trans, pagate uguale o di più delle colleghe femmine e dei colleghi maschi. Violeta guadagna tra i 5.000 e i 6.000 dollari al mese, una cifra impensabile per un transgender impiegato in qualsiasi altro ambito legale. Prima faceva la sarta, e in un mese guadagnava quello che oggi incassa in un giorno di show privati. Prosegue: «Non la considero prostituzione. E’ un’alternativa, anzi spesso un modo per uscire dal giro della prostituzione. E’ meno pericoloso interagire con lo schermo di un computer, non si prendono malattie, non si subisce violenza».

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    Concorda Sara, altra modella trans di “AJ Studio”: «Se non ti piacciono le richieste di un cliente, puoi dire semplicemente di no. In macchina o in strada non lo puoi fare. Se lo fai, ti ritrovano morta a qualche angolo. Con i soldi che guadagniamo possiamo permetterci le operazioni per la transizione che desideriamo. Non sono come Bruce Jenner che un giorno ha deciso di diventare transessuale e si può pagare gli interventi che vuole. Con lo stipendio da parrucchiera arrivavo a malapena a fine mese. Ora mi sento bella, sexy e sono felice». 

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