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VOLANO CARTELLE TRA SALVINI E TAJANI – IL LEGHISTA TIRA DRITTO SULLA ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE ESATTORIALI E RIUNISCE GLI ESPERTI ECONOMICI DEL PARTITO PER REDIGERE UNA PROPOSTA SULLA “PACE FISCALE” DA CONDIVIDERE CON GLI ALLEATI – MA FORZA ITALIA PRENDE SUBITO LE DISTANZE: “LA PRIORITÀ RESTA IL TAGLIO DELL'IRPEF DAL 35 AL 33% PER I REDDITI FINO A 60 MILA EURO” – TUTTI I FRONTI DI SCONTRO APERTI TRA I DUE PARTITI...
Estratto dell’articolo di Gabriella Cerami per www.repubblica.it
Si apre una crepa tra Lega e Forza Italia. Non bastavano i punti di vista differenti sulla riforma del Consiglio superiore della magistratura o sul terzo mandato, ora anche la rottamazione delle cartelle esattoriali, annunciata da Matteo Salvini, è un nuovo terreno di scontro. […]
Salvini vuol fare sul serio e riunisce gli esperti economici del partito per redigere una proposta sulla “pace fiscale” da condividere con gli alleati e che possa “ridare ossigeno a milioni di italiani in buonafede”. Il vicepremier punta a “un accordo soddisfacente per tutti e in linea con il programma elettorale”, spiega una nota della Lega, che assicura: “I contatti con gli altri partiti di maggioranza sono già in corso e non si sono mai interrotti”.
FORZA ITALIA DA' DEL PARACULETTO A SALVINI - VIGNETTA BY ELLEKAPPA
Forza Italia prende le distanze. Prima di tutto puntualizza che una eventuale proposta deve essere “compatibile con le risorse”, spiega il responsabile economico Maurizio Casasco: “La priorità resta il taglio dell'Irpef”. Come se non bastasse è il capogruppo azzurro in Senato, Maurizio Gasparri, a far la voce grossa: “La rottamazione è giusta ma la riduzione dell'Irpef dal 35 al 33% per i redditi fino a 60 mila euro è un'assoluta urgenza”.
Antonio Misiani, senatore e responsabile economia del Pd, risponde dicendo che “dare una mano a chi è in condizione di comprovato bisogno è sempre importante. Il punto invece è che a destra vogliono fare l'ennesima operazione di condono indiscriminata e che tra l'altro impiegherebbe miliardi di euro di risorse pubbliche, perché la stima del costo della proposta di Salvini è di oltre 5 miliardi di euro”.
Al Partito democratico, che critica la proposta, replica secca la Lega secondo cui “il Pd dimentica di aver votato analoghi provvedimenti durante i governi Renzi e Gentiloni”. […]
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