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    VOLANO GLI STRACCI TRA ORFINI E NAPOLITANO SULLE INTERCETTAZIONI CONSIP-PD - “NON ERI STATO COSI’ SOLERTE PER L’UNIPOL”, ACCUSA IL PRESIDENTE DEL PD - “TI HO MANDATO LE CARTE, ORA PRETENDO LE SCUSE”, CHIEDE KING GEORGE - “MANCO PER NIENTE. MI HAI INVIATO DOCUMENTI SBAGLIATI”


     
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    Da Avvenire

     

    MATTEO E TIZIANO RENZI MATTEO E TIZIANO RENZI

    Un ex presidente della Repubblica chiede che il presidente del Pd gli presenti le sue scuse. Le intercettazioni non destinate alle carte processuali (obiettivo Matteo Renzi) che finiscono sui giornali. Il pm, Woodcock, viene sottoposto a procedimento disciplinare del Csm. Le procure di Roma e Napoli s' intersecano fra incidenti e rattoppi. Il ministero della Giustizia manda ispettori. Procuratori aprono inchieste a raffica per ogni fuga di presunta notizia.

     

    giorgio napolitano a capalbio giorgio napolitano a capalbio

    La confusione è grande sotto il sole. Ed è ufficiale: l' inchiesta sulla Consip e sull' appalto più ricco d' Europa è un pasticcio. Lo certifica anche il Csm che vede una situazione «molto grave»: non è chiaro, se esistano margini per un intervento, senza correre il rischio di in- terferire con le indagini.

     

    A Palazzo dei Marescialli, dopo la fuga di notizie sull' intercettazione tra l' ex presidente del Consiglio Matteo Renzi e suo padre Tiziano, l' attenzione è massima per una vicenda definita «molto grave e allarmante », anche se al momento «non è possibile prevedere quando arriverà una decisione e quale strada sarà percorsa ».

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    Un tema, spinoso e delicato, al punto che Giorgio Napolitano è intervenuto per stigmatizzare l' ipocrisia sul tema intercettazioni. Gli risponde Matteo Orfini: «La pubblicazione a strascico di intercettazioni irrilevanti e/o illegali parte col caso Unipol. E non ricordo altolà di Napolitano, allora».

     

    «All' on. Orfini, incerto nella memoria, ma pronto ad alimentare insinuazioni malevole, ho inviato riferimenti documentali relativi a quel che dichiarai circa le 'pubblicazioni di intercettazioni irrilevanti sul caso Unipol' - risponde Napolitano - Mi auguro abbia modo di esprimermi le sue scuse». Niente da fare.

    Matteo Orfini Matteo Orfini

     

    Orfini insiste convinto: «Mi dispiace, i documenti che mi ha inviato sono relativi a un periodo successivo a quello a cui facevo riferimento io. Non ho alcuna difficoltà nel riconoscere un' evoluzione positiva nel pensiero del Presidente, ma nel periodo a cui mi riferivo le cose andarono diversamente».

    michele anzaldi michele anzaldi

     

    Quel che è chiaro adesso è che, ancora una volta, le parole intercettate hanno rubato la scena all' inchiesta. L' ultimo capitolo, dopo la rivelazione del colloquio fra l' ex premier e il padre, è la telefonata di Tiziano Renzi con il legale Federico Bagattini durante la quale il primo riferisce della presunta ricattabilità dell' amministratore delegato di Consip, Marroni. La telefonata doveva essere distrutta perché i dialoghi legale-cliente non vanno nelle carte processuali.

    marco lillo marco lillo

     

    «Non l' hanno fatto? È una decisione che rispetto - dice l' avvocato - Il danno ai principi è irreparabile». L' autore degli articoli tratti da un suo libro, Marco Lillo (Fatto quotidiano) non è indagato per violazione del segreto d' ufficio, ma per pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale. E a Radio24 dichiara: «Renzi è un cialtrone, un ometto, ma deve sapere che io ho traccia di una conversazione avuta anni fa con lui».

     

    «Dispiace che Lillo arrivi fino all' insulto contro Renzi», gli risponde Michele Anzaldi, capo della comunicazione del segretario Pd. E Renzi? Chiosa su Facebook. «Adesso che si è consumato questo magnifico show mediatico, diversivo per vendere qualche copia in più di un libro, confermo la mia posizione degli ultimi quattro mesi. Non permetteremo che su questa indagine cali il silenzio. Andremo fino in fondo. Vogliamo la verità. Il dibattito sulle intercettazioni è il dito, noi non perdiamo di vista la luna: chi ha violato la legge paghi ». (A. F.)

     

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