Alessandro Bocci per il Corriere della Sera
PIOLI INZAGHI SPALLETTI
Il Milan ha smarrito i gol, il Napoli la sicurezza nel suo fortino, l'Inter l'intensità e la qualità del gioco. Lo scudetto corre sul filo dell'incertezza, tre squadre in 4 punti, ma se i nerazzurri vincessero il recupero a Bologna potrebbero essere racchiuse in uno solo. La serie A da dodici anni non era cosi incerta e combattuta. Un campionato indecifrabile, fuori dalla logica, dove i pronostici vengono ribaltati ogni week end. Il calcio italiano, nella sua mediocrità tecnica, ha il sapore del grande thriller con continui colpi di scena.
Le ultime sette giornate ci tengono con il fiato sospeso e alimentano dibattiti scivolosi perché non è per niente facile azzardare i pronostici. L'Inter, che prima del derby sembrava imbattibile, alla vigilia del viaggio allo Stadium era sull'orlo del burrone. Ora è di nuovo in corsa e magari l'impresa di Torino regalerà ai campioni nuova convinzione per dare la caccia alla seconda stella.
PIOLI SPALLETTI INZAGHI
Non c'è una favorita perché non c'è una squadra al di sopra di ogni sospetto. Tre magnifiche imperfette. Il Milan contro l'irriducibile Bologna ha perso l'occasione di allungare perché non ha saputo trovare il gol. Manca uno stoccatore. Ibrahimovic era la forza del Diavolo, ora rischia di esserne il limite. Pioli non ha un attaccante in doppia cifra e banalmente si può spiegare anche così la crisi dell'attacco, che ha realizzato appena 4 reti nelle ultime 6 partite compreso il derby di Coppa Italia. Zlatan è fermo a 8, come Giroud e Leao. Il Milan ha gettato via 14 punti contro le squadre nella parte destra della classifica anche perché gli esterni, soprattutto Leao, nell'ultimo periodo hanno perso brillantezza e precisione. Per sua fortuna Pioli ha chiuso la porta: 5 le partite, sempre compreso il derby di Coppa, in cui i rossoneri non hanno preso gol.
Non è un segnale trascurabile.
INZAGHI SPALLETTI PIOLI
Lo pensa anche Spalletti, che ha la difesa migliore della serie A con 23 reti al passivo. Il Napoli è arrivato a un momento cruciale. Nelle prossime due partite dentro lo stadio Maradona, contro Fiorentina e Roma, dovrà dimostrare di aver superato la sindrome casalinga, che lo ha penalizzato in questa stagione. Le ultime 6 sconfitte degli azzurri sono arrivate dentro il vecchio San Paolo, 4 di campionato, più 2 nelle Coppe, una proprio contro la Fiorentina. Serve un riscatto. Il centrocampo di qualità, con forza e palleggio, è il segno distintivo di una squadra forse troppo legata alle prodezze di Osimhen. All'appello mancano i gol degli esterni: Insigne ne ha segnati 8 ma 7 su rigore, Lozano è a 4 e Politano a 2.
simone inzaghi 6
L'Inter ha vinto a Torino con una partita totalmente difensiva. Prima della piccola impresa allo Stadium aveva messo insieme 7 punti in 7 partite. Ora bisognerà vedere quale sarà la spinta, anche emotiva, arrivata dal derby d'Italia. La banda di Inzaghi si era spenta dopo la doppietta di Giroud, il rigore di Calhanoglu potrebbe riaccenderla. Una scossa. Servono però conferme.
Per adesso non c'è traccia dell'antico splendore. Brozovic è l'indispensabile equilibratore del centrocampo, ma se Barella e Calha non torneranno ad assaltare l'area avversaria, come nel girone di andata, saranno guai. Anche l'attacco, il migliore del campionato con 63 gol, deve ripartire. Il rendimento della coppia Dzeko-Lautaro nel girone di ritorno è precipitato (7 reti contro 19). L'Inter è la cooperativa del gol con 16 marcatori diversi, ma è necessaria un'inversione di tendenza dopo un inverno più nero che azzurro.
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