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    DAGO-GAMES - VOLETE ANDARE A CACCIA? LASCIATE IL FUCILE E DEDICATEVI A “MONSTER HUNTER”, AVVENTURA “VENATORIA” REALIZZATA DA CAPCOM PER PLAYSTATION 4 E PC - UNA GRAFICA SPETTACOLARE E SELVAGGIAMENTE ISPIRATA PER UNO SCONTRO EPICO SULLO SFONDO DI UNA NATURA CRUDELE E BELLISSIMA - VIDEO


     
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    Federico Ercole per Dagospia

     

    monster hunter world monster hunter world

    Potrebbe essere uno degli ambiti di ricerca più interessanti in un’ipotetica zoologia dell’immaginario, quello di studiare gli innumerevoli e smisurati bestiari fantastici concepiti dagli artisti del videogioco. Perché nemmeno la letteratura, la pittura, il cinema o i fumetti hanno mai inventato tante bestie fantastiche come quelle che popolano gli ecosistemi numerici di alcuni videogame.

     

    E’ sufficiente pensare al bestiario straordinario dei Pokemon, con le sue oltre 700 creature tenere, maestose o talvolta inquietanti. Quasi tutti i bestiari del videogioco variano o interpretano forme di vita esistenti, mitologiche o estinte, creando straordinarie chimere, evoluzioni possibili o impossibili, e solo raramente, soprattutto quando il genere è fantascientifico o il videogioco surreale, contengono “esistenze” del tutto nuove.

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    Tra i bestiari più affascinanti, secondo solo a quello dei Pokemon ma meno favoloso e più ferino, c’è quello di Monster Hunter, serie della nipponica Capcom che consiste in un’avventurosa simulazione venatoria di mostri più o meno colossali e pericolosi in un ambiente fantasy. Nato nel 2004, Monster Hunter è divenuto dopo breve tempo un fenomeno in Giappone, vendendo milioni di copie nelle sue successive incarnazioni digitali, ma in occidente è restato fino all’inizio del 2018 relegato in una nicchia per pochi appassionati. Il successo occidentale della serie si deve a Monster Hunter World, uscito per Playstation 4 il primo mese dell’anno corrente e ora disponibile anche per PC.

     

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    Si tratta di un gioco che, malgrado vanti una grafica spettacolare e selvaggiamente ispirata in linea con i moderni hardware, non snatura troppo l’anima ludica della saga, sebbene vada incontro ad un pubblico meno abituato alle sue dinamiche storiche: meravigliante da osservare in ogni suo panorama, colossale nella rappresentazione delle creature e godibile sia se giocato come cacciatori solitari o in compagnia virtuale di altri tre giocatori connessi alla rete.

     

    Per il fan hardcore che ha già consumato decine di ore su World è ora disponibile anche un’altra esperienza mostruosa più convenzionale, il compendio classico di tanti Monster Hunter del passato riletti in un unico, smisurato videogame: Monster Hunter Generations Ultimate, appena uscito per Nintendo Switch.

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    LA CACCIA DEFINITIVA

    La vita di un cacciatore è complessa e stratificata in diverse attività che non sono solo quelle venatorie. Un cacciatore per sopravvivere deve essere umile, cominciare dalla base della catena alimentare, iniziando a cacciare “piccole” bestie, tra le quali ci sono gli erbivori utili per cuocersi gustose bistecche con un barbecue portatile. Fondamentale è la raccolta di risorse animali e non, quindi funghi, erbe, minerali.

     

    Si trascorrono ore, finché non avremo la facoltà di coltivarcele di persona, a raccogliere piante e miele, a picconare rocce e persino a catturare insetti con un retino o a pescare dove è possibile. Durante queste missioni di raccolta che ci consentono di assemblare pozioni, pezzi di armatura e utensili, incontriamo le prime creature moleste e, oltre a impadronirci delle tecniche del combattimento, prendiamo confidenza con le ambientazioni vaste, suggestive e contorte: selve intricate, deserti asfissianti, lande ghiacciate, praterie, vulcani, paludi e giungle.

     

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    Quando avremo costruito un’armatura decente e potenziato la prima arma davvero offensiva (ci sono katane, spadoni, lance, archi, martelli, balestre…) possiamo cominciare a cacciare le prime creature più pericolose. E così via, senza rendercene troppo conto, smarriti in un altrove dalla bestialtà ancestrale, saranno già trascorse venti o trenta ore di gioco.

     

    Le cacce più impegnative, che possono durare al massimo fino a 45 minuti, alimentano fiumi di adrenalina ma non escludono mai un pensiero strategico e ci vuole una tattica ponderata per risultare vincenti anche quando si gioca in compagnia di altri cacciatori. Chi scrive preferisce la caccia solitaria perché la considera più cavalleresca, ed è possibile e conseguentemente esaltante, sconfiggere da soli anche le creature più agguerrite, quelle intese per essere sconfitte in multiplayer. Tuttavia è una questione di gusti e Monster Hunter può essere entusiasmante se condiviso.

     

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    Monster Hunter Generations Ultimate è una gigantesca espansione del “Generations” uscito per 3DS (chi lo ha già giocato può trasferire i suoi dati su Switch) e sebbene la grafica non sia paragonabile a quella di World è pur sempre amabile e coinvolgente. Ma, rispetto a World, Generations Ultimate è ancora più immenso e il suo bestiario è composto da così tanti mostri da potere essere considerato un’enciclopedia compendiaria di tutta la saga. Giocare Generations Ultimate su Switch, quindi sia nella sua forma portatile che sullo schermo della tv, è un’esperienza imprescindibile per gli appassionati storici della saga.

     

    UOMO CONTRO MOSTRO, AD ARMI PARI

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    A molti potrebbe infastidire un gioco di caccia, sebbene sia totalmente fantastico. Tuttavia oltre la sua iperbolica e immaginifica mostruosità, Monster Hunter può essere considerato addirittura ecologico, perché l’attività venatoria nel mondo di gioco non ha nulla di sportivo e accessorio, ma è dettata dalle leggi di una lotta per la sopravvivenza spietata. Nulla delle creature uccise si spreca ma alimenta la vita del villaggio e la caccia riequilibra un ecosistema spesso minacciato da super-predatori eccezionali che lo minacciano.

     

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    Non tutti i mostri, che sono fantasiose interpretazioni di dinosauri, anfibi, felini, draghi o insetti, destano nel giocatore un senso di orrore, anzi talvolta di stupore e meraviglia, così che quasi dispiace eliminarli, sebbene si possano anche catturare vivi e spesso conviene così, anche se è più impegnativo. Ma le bestie si combattono ad armi pari, il mostro con i suoi artigli, le sue fauci e le sue eventuali fiammate o vampate d’acido, ghiaccio e fulmini contro l’uomo e la sua lama. Uno scontro epico sullo sfondo di una natura crudele e bellissima.

     

     

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