Vittorio Sabadin per “la Stampa”
PASSWORD
Non si può ormai più fare a meno dei «pin» e delle password. Servono per il conto in banca, per gli acquisti online, per attivare lo smartphone, collegarsi ai social media, vedere i film su Netflix, ritirare i soldi al bancomat. I codici di accesso sono ormai così tanti che una persona su quattro li dimentica, una su tre usa la propria data di nascita e tre su quattro utilizzano la stessa password per accedere a funzioni diverse.
Gli hacker e i ladri di identità sono molto felici di questo: rubare codici insicuri è un gioco da ragazzi, visto che la gente lascia abitualmente tracce di sé ovunque, rivelando sui social date e nomi (come quello del cane o del gatto) che poi adotterà come codice.
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Sembra incredibile, ma nonostante l' incremento esponenziale dei furti online, la password ancora più usata al mondo è 123456, seguita dalla più astuta 123456789 e dall' intramontabile «Qwerty», le prime sei lettere della tastiera del computer.
Katherine Mills, esperta di mentalismo e membro dell'esclusivo Magic Circle di Londra, di cui fa parte anche il principe Carlo, ha detto al «Daily Mail» di essere in grado di scoprire le password scelte da qualcuno semplicemente osservandone il volto o il linguaggio del corpo mentre risponde a precise domande.
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Mills consiglia di scegliere password composte solo da codici casuali, che non abbiano nulla a che fare con la propria storia personale, con i parenti e con gli animali di casa. Il problema è come ricordarle, visto che la cosa più semplice, appuntarsele su un foglietto da tenere nel portafogli, è a giudizio degli esperti anche la peggiore da fare. Dominic O' Brian, otto volte campione al World Memory Championship, spiega però che ricordare una serie apparentemente casuale di numeri e lettere è più semplice di quanto sembri.
Facile a dirsi per lui, che è in grado di memorizzare la sequenza delle carte mescolate di 54 mazzi, come avrebbe potuto fare solo il Mr Memory del film «I 39 gradini» di Hitchcock. Ma per non dimenticare «pin» e password complessi non è necessario essere così bravi. Basta associarli a una immagine: se ad esempio penso «Il mio nome è Giovanni» posso facilmente trasformare questa frase in un codice composto dal numero di lettere di ogni parola, in questo caso 23418.
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O' Brian consiglia di essere ancora più fantasiosi, immaginando un viaggio per ogni circostanza nella quale bisogna generare un codice. Posso ad esempio creare l' immagine di andare in banca su di un' Alfa Romeo, ascoltando un brano dei 99 Posse e di passare prima a prendere un amico che abita al 23 di via Roma, e creare quindi la sequenza AR99P23R, molto difficile da individuare.
Nessuna password è comunque sicura se non è composta almeno da 12 lettere e numeri casuali. La si può generare facilmente anche creando una tabella da portare con sé, nella quale a ogni lettera dell' alfabeto corrisponde una breve sequenza di lettere e numeri. Ricordando solo un semplice nome di persona, la tabella fornisce lettere e numeri corrispondenti, come si può vedere bene nel sito http://passwordchart.com/. E' un vecchio sistema da spie della Guerra Fredda, ma è ancora il migliore.