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Giacomo A. Dente per “il Messaggero”
San Valentino, cibo, seduzione...almeno su un punto chef, critici gastronomici, wine blogger sono tutti d'accordo: la storia dei cibi afrodisiaci è divertente, ma non va presa troppo sul serio. Meglio ricordarsi del pensiero di Manuel Vázquez Montalbán, ovvero che il vero afrodisiaco, riferito alla cucina, è convocarsi intorno a un cibo, giocare, fare sentire il partner protagonista di un momento del tutto speciale.
CREATIVITÀ
Guido Barendson
Benissimo la cena romantica al ristorante, certo, ma una serata per due a casa per molti è il massimo di quella intimità dove peccato di gola e desiderio misurano il loro limite. Non ha dubbi Enrico Pierri, patron del San Lorenzo, locale di élite dietro Campo de' Fiori celebre per la sua cucina creativa tutto pesce,«divertitevi a cucinare in casa, ma non fatene una forma di casalinghitudine. Il massimo è cucinare a due, meglio ancora una cosa come un risotto, che richiede tempo, collaborazione, complicità. La ricetta, un semplice risotto con gamberi rossi e bucce di limone è una soluzione perfetta».
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Sul tema del cucinare per due Guido Barendson, scrittore gourmet oltre che bon vivant, raccomanda prudenza: «se volete dedicare una cena a una bella donna non vi inventate cose troppo complesse, che vi facciano arrivare alla serata stremati di fatica. Evitate anche cose che impregnino di odori cuoco e ambiente - no fritti, no broccoli, tanto per essere chiari - e poi andate sulla semplicità di un boccone di Stilton con un bicchiere di Porto, di un buon foie gras (io preferisco l'oca all'anatra) associato a un setoso Sauternes, oppure la gioiosa convocazione di uno spaghetto alla bottarga con un calice di Vermentino di Gallura».
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SEMPLICITÀ
MEGLIO FRESCO
Arturo Scarci, patron di Meglio Fresco, pescheria con ristorante gourmet di via di Boccea concorda sulla semplicità, accordando al lato afrodisiaco quantomeno una citazione. «Difficile immaginare una serata romantica senza piatti semplici e sapidi, come ad esempio un classico spaghetto coi ricci (profumatelo col basilico): rapido, leggero, intrigante. Ma poi, sarà anche banale, ma io alle ostriche non saprei rinunciare. Anche perché c'è ostrica e ostrica.
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La Tsarskaya di Bretagna, bianca, soda, croccante, con una carne bella bianca, sorprende per la chiusura dolce, quasi di mandorla. Non trascurerei la Ancelin della Bassa Normandia, croccante e saporita, oppure l'elegantissima Tarbouriech della Linguadoca, o ancora le travolgenti Gillardeau del Poitou-Charentes, croccanti, sensuali, degne di Casanova. Non c'è bisogno dello Champagne per celebrare l'amore, ma godetevi piuttosto un Muscadet de Sèvre et Maine sur Lie, magari con un sottofondo di Wes Montgomery, tipo Round Midnight».
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Sul tema vino Cristiana Lauro, blogger di charme e conoscitrice raffinata e spiritosa, si diverte a creare categorie possibili: «Per la donna manager la seduzione morbida di un Franciacorta, il Satèn Palazzo Lana di Guido Berlucchi è il massimo. Se invece dovete stupire con l'insolito, magari accanto a un plateau di formaggi provate un vino sardo da un uva dimenticata, il Bovale. Un calice di Audarya Nuracada, morbido, rosso, profumato di spezie, davvero sensuale per un famolo strano da San Valentino al top».
enrico pierri ilsanlorenzo