Estratto dell’articolo di Michele Bocci per “la Repubblica”
risonanza magnetica
Il Covid ha allungato le liste di attesa ma non ha rallentato la corsa degli esami inutili. Almeno il 20% degli accertamenti che vengono fatti nel nostro Paese è inappropriato. Si tratta di circa 8 milioni di prestazioni sanitarie (risonanze, tac, radiografie, ecografie e tanto altro) che ogni anno potrebbero essere evitate.
E in un periodo in cui la sanità pubblica cerca con grandi difficoltà di rispondere a chi ha davvero bisogno di accertamenti, magari cancellati negli anni della pandemia, lo “spreco” di esami ha effetti ancora più pesanti.
risonanza magnetica
Conosce il tema il ministro della Salute Orazio Schillaci, che è un medico nucleare. «Non basta mettere soldi per abbattere le liste d’attesa — ha detto alcuni giorni fa — bisogna razionalizzare e cercare l’appropriatezza. Ci sono tante persone che fanno esami inutili e c’è chi sta male e aspetta un sacco di tempo per fare un esame importante».
L’inappropriatezza si calcola prima di tutto confrontando i dati degli altri Paesi (e anche delle Regioni) osservando chi fa più esami rispetto alla media. Riguarda gli esami ma anche visite, prescrizioni di farmaci e ricoveri. Non solo, una ricerca dell’Università di Milano appena conclusa dice anche che inquina. Il gruppo è quello del professore di Medicina interna Nicola Montano e il lavoro è il primo di questo genere in Italia.
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ecografia
In un anno, secondo Agenas, l’agenzia sanitaria nazionale delle Regioni, si fanno un milione e 300mila esami di questo tipo. «Una ricerca datata, di una decina di anni fa, diceva che quasi il 40% degli esami è non appropriato — spiega Alda Borrè, direttrice della radiologia del Cto di Torino e membro di Choosing wisely, movimento di professionisti contro lo spreco in sanità — Oggi possiamo considerare dimezzata quella percentuale ma se parliamo di risonanze non scendiamo sotto il 25%».
Le muscolo scheletriche non appropriate sono quindi almeno 300 mila. Ma sono tanti gli accertamenti dello stesso tipo, ad esempio alla schiena, molto diffusi e per tanti c’è il dubbio che siano inutili. […].
AMBULANZA
Slow medicine da tempo si batte per ridurre gli esami inopportuni. La presidente Sandra Vernero spiega che «dopo il Covid, sprecare è ancora più grave e il problema è internazionale. La richiesta di evitare accertamenti sanitari inutili non deve arrivare solo dall’alto, altrimenti sembra che ridurli serva solo per risparmiare, spingendo così i cittadini verso il privato. Devono essere i professionisti a far capire agli assistiti che gli esami non necessari sono un danno, per il sistema sanitario, per loro e anche per l’ambiente».
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