Mauro Evangelisti per www.ilmessaggero.it
Italia coronavirus
I positivi noti vanno moltiplicati per 10 o 20 per avere una stima reale di quanti in Italia sono in grado di trasmettere il virus. Così il professor Stefano Merler, della Fondazione Kessler, ha spiegato perché nello studio utilizzato dal Governo per decidere cosa fare dal 4 maggio si prevede che, senza misure di contenimento, a giugno vi sarebbero 150mila pazienti in terapia intensiva.
STEFANO MERLER
Merler ne ha parlato alla conferenza stampa dell’Istituto superiore di sanità in cui, tra l’altro, è stata data risposta a chi aveva criticato la validità di quello studio. Inoltre, secondo Merler sono attendibili le stime dell’Imperial College secondo cui gli infettati sono almeno il 3-5 per cento della popolazione. «Il nostro sistema di sorveglianza - dice Merler che ha svolto lo studio per l’Iss e per il Comitato tecnico scientifico del governo su Covid - ha visto circa il 5-10 per cento dei casi totali». Se questo è vero significa che i positivi in Italia sono (o sono stati) circa 2 milioni.
giovanni rezza
Le persone asintomatiche in Italia potrebbero essere fra il 4% e il 7% della popolazione, ha detto il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss), Silvio Brusaferro. Tuttavia il 10% delle trasmissioni, ha aggiunto Gianni Rezza dell'Iss, «si stima da persone che non hanno sintomi. Ciò va a favore dell'uso dei test sierologici».
SILVIO BRUSAFERRO
Sotto 60% popolazione colpita non c'è immunità di gregge e in Italia siamo molto lontani da questa soglia, ha sottolineato Brusaferro che ha anche illustrato i dati aggiornati sull’R0, la rapidità di diffusione, regione per regione: nel Lazio la stima media è a 0,62, il dati più basso in Umbria, 0,19, quello più alto in Molise, 0,84 (ma su pochissimi casi).
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