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    “VOLEVANO UCCIDERE FELICE MANIERO” - SGOMINATA LA NUOVA MALA DEL BRENTA: I CARABINIERI DEL ROS HANNO ESEGUITO UNA SERIE DI ARRESTI, TRENTANOVE GLI INDAGATI A VARIO TITOLO - L’OBIETTIVO PRINCIPALE DEL CLAN ERA QUELLO DI CONTROLLARE E GESTIRE LE GRANDI ROTTE DEL FLUSSO TURISTICO DELLA LAGUNA. MA C’ERA ANCHE TANTO DESIDERIO DI VENDETTA VERSO CHI AVEVA TRADITO: COME PER ESEMPIO PROPRIO FELICE MANIERO, L’EX BOSS CHE SI ERA “PENTITO”…


     
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    Andrea Pistore e Alberto Zorzi per corrieredelveneto.corriere.it

     

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    I carabinieri del Ros, con il supporto in fase esecutiva dei comandi provinciali carabinieri di Venezia, Padova, Treviso e Rovigo, hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal gup Barbara Lancieri, su richiesta della direzione distrettuale antimafia di Venezia nei confronti di 39 persone, indagate a vario titolo, per associazione per delinquere, concorso esterno in associazione per delinquere, detenzione e porto di armi da fuoco, spaccio di stupefacenti, estorsione, rapina, usura e altri delitti, alcuni dei quali aggravati dal reato di associazione mafiosa.

     

    L’indagine ha documentato l’esistenza di gravi e concordanti elementi relativi alla ricostituzione di una sorta di nuova Mala del Brenta, sviluppatasi, a partire dal 2015, anche a seguito della progressiva liberazione, dopo lunghe detenzioni, di esponenti della frangia dei “mestrini”, una delle articolazioni del gruppo malavitoso che aveva spadroneggiato in Veneto tra gli anni Settanta e metà dei Novanta. Il blitz dei militari è partito all’alba di martedì, arrivando fuori regione anche a Cuneo e Siena.

     

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    Nuova Mala del Brenta 2.0, dieci anni dopo

    L’obiettivo principale del clan era quello di controllare e gestire le grandi rotte del flusso turistico della laguna. Ma c’era anche tanto desiderio di vendetta verso chi aveva tradito: come per esempio proprio Felice Maniero, l’ex boss che si era “pentito”, inguaiando tutti gli ex sodali. Il volto nuovo però faceva parte di una nuova generazione ed era quello di Loris Trabujo, intromettitore e motoscafisca del Tronchetto, già indagato (poi assolto) nell’inchiesta di oltre dieci anni fa sui metodi usati per “rubare” i clienti ad Actv e al servizio pubblico. Il legame con il passato l’avrebbe dato Gilberto “Lolli” Boatto, che proprio di recente aveva chiesto di poter tornare libero del tutto (era ai domiciliari) ottenendo un “no” dal tribunale di sorveglianza. Secondo l’accusa il nucleo centrale era formato proprio da Boatto, Trabujo e da altri due “ex” di spicco come Paolo Pattarello, Gino Causin e Antonio Pandolfo.

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    Le vendette e la rapina

    Secondo le indagini dei Ros, il nuovo gruppo voleva eliminare Maniero, tanto da aver preso dei contatti con malavitosi di Brescia, dove l’ex boss vive da anni sotto un nuovo nome: a “salvarlo” è stato l’arresto per maltrattamenti nei confronti della compagna del 19 ottobre 2019.

     

    Un altro nel mirino era Paolo Tenderini, anche lui storico ex “mestrino”: in quel caso volevano farlo saltare in aria, ma i carabinieri, che monitoravano tutto, avevano arrestato il corriere dell’esplosivo a Verona. Al gruppo è contestata anche la rapina del 10 maggio 2019, quando un commando portò via 600 mila euro all’ex titolare di una licenza di noleggio con conducente che l’aveva appena venduta a un albergatore del centro storico in contanti.

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    Tutti gli arresti

    In carcere sono finiti Gilberto Boatto, Loris Trabujo, Paolo Pattarello, Gino Causin, Cristiano Michielon, Festim Shemellari, Daniele Corradini, Gianfranco Sedda, Luca Livieri, Antonio Guerrieri, Marco Padovani, Anna Pegoraro, Ivan Giantin, Melissa Stefanutto, Riccardo Cargnelli, Davide Zulian, Claudio Bozzola, Nicola Marampon, Flora Stecca, Francesco Rivellini, Roberto Sorato, Fabio Pintonello Seliciato, Denis Trabujo, Alessandro Duse, Roberto Zennaro.

     

    Sono stati messi agli arresti domiciliari Marco Nalesso, Lucia Marazzi, Walter Fistariol, Paolo Rossi, Giuseppe Marin, Sara Battagliarin, Pamela Trabujo. Obbligo di presentazione per Denis Marcuzzo, Luca Angelon, Claudio Tassetto, Massimo Pasqualin, Elia Levach, Ergys Hasimaj, Erion Mucaj. Tra gli indagati anche un altro degli ex luogotenenti di Maniero, ovvero Antonio Pandolfo, e lo storico avvocato di Boatto, la padovana Evita Dalla Riccia, accusata di associazione mafiosa per aver fatto da tramite per le comunicazioni tra i membri del gruppo. Gli indagati sono complessivamente 59.

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