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    “VORREI INSEGNARTI TUTTO QUELLO CHE NON HO IMPARATO”, DA FEDEZ A J-AX, GLI ETERNI BAMBINONI DIVENTANO PADRI (E DEDICANO AI LORO PARGOLI CANZONCINE D'AMORE) - SIAMO SEMPRE LÌ, AI RIBELLI REDENTI CHE CON IL FAGOTTINO IN BRACCIO DIVENTANO UN CIOCCOLATINO. RETORICO, SÌ. SCONTATO, DI SICURO. EPPURE, COME SI FA A BIASIMARLI? - VIDEO


     
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    Francesco Borgonovo per “la Verità”

     

    Li vedi esibire gli occhioni a forma di cuore, e rilasciare interviste commosse, e un pochino ti viene da credere che siano definitivamente bolliti. Li osservi mentre riempiono i social network di messaggi sdolcinati e di quelle banalità che sembrano originali solo a chi è ottuso dall' emozione, e allora ti fanno sorridere.

    fedez fedez

     

    Prima, sul loro conto, pensi tutto il male possibile: sono ipocriti, sono esibizionisti, sfruttano il momento e l' occasione, mettono in piazza fatti che dovrebbero restare privati, sono narcisisti e anche un po' arroganti. Poi, piano piano, cominci a notare l' aspetto interessante e perfino piacevole di tutta la faccenda. Inizi a notare che, tra le crepe e le contraddizioni, emerge una forza luminosa, così potente da sovrastare le polemiche e da cancellare le storture.

     

    Questa forza si chiama paternità, ed è un miracolo che funziona indipendentemente dagli uomini e dai loro comportamenti. È di una bellezza che addolcisce anche i cuori più duri, per questo, alla fine, viene da guardare con simpatia questi neogenitori rincoglioniti che affollano il mondicino tristanzuolo delle celebrità. Il primo in ordine di apparizione è stato J Ax, il rapper con ancora un pochino di pelle bianca fra un tatuaggio e l' altro. La sua canzone si chiama Tutto tua madre, e di certo non brilla per originalità. Però contiene sprazzi di verità: «La vita no non è uno scherzo ma ha la sua ironia/ Io sorridevo per mestiere ma era una bugia/ E più che una famiglia io volevo l' anarchia/ Ma adesso asciugo tutti con la tua fotografia».

    Curiosa confessione, no?

     

    fedez fedez

    Il ribelle di mestiere, quello che - anni fa - non voleva «mettere la testa a posto» (era il 1998, brano La fidanzata degli Articolo 31), ce lo ritroviamo qui, a farsi fotografare con il pargolo in braccio e un' espressione di gioia stupidina stampata in faccia, a cantare: «Ora so che dietro il caos c' è un senso più profondo/ Sei nato a febbraio lo stesso giorno del nonno».

     

    chiara ferragni fedez leone chiara ferragni fedez leone

    Per quanto J Ax ce la metta tutta per essere antipatico, per quanto risultino stantie le sue pose da provocatore fuori tempo massimo (la divisa del ribelle mica l' ha messa via del tutto), beh, dà soddisfazione contemplarlo mentre si scioglie nell' abbraccio della vita. Lo stesso vale per Fedez, il quale, oltre alla simbiosi con Chiara Ferragni, continua a portare avanti anche quella con il sodale J Ax (nonostante le frizioni tra i due). Pure lui ha appena scodellato un pezzo dedicato al figlio, il celeberrimo Leone, già protagonista (suo malgrado) sui social network ancora prima di uscire dal pancione.

     

    Fedez gli ha dedicato A te che mi hai cambiato la vita.

    Di nuovo, nulla di originale.

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    La storia, per altro, è più o meno la stessa raccontata da J Ax. «E tutti gli schiaffi presi in piazza/ E l' inchiostro sulle braccia/ Tutto ora combacia/ Tua madre, che mi bacia», canta il nostro con l' ausilio di robusti effetti. «Un cinico spietato/ Che non si è mai adattato/ Che non si è mai goduto ciò che la vita gli ha dato/ Poi sei arrivato tu, e tutto si è fermato/ Vorrei insegnarti tutto quello che non ho imparato», prosegue il giudice di X Factor.

     

    Siamo sempre lì, al ribelle redento, al cattivo ragazzo che con il fagottino in braccio diventa un cioccolatino. Retorico, sì. Scontato, di sicuro. Eppure, come si fa a biasimarlo? La tenerezza spunta comunque, ci fa persino dimenticare chi sia Fedez e quali bestialità proferisca di tanto in tanto.

     

    J-AX FEDEZ J-AX FEDEZ

    Al gruppetto si è appena giunto, tramite libro, Francesco Mandelli, uno dei due Soliti idioti. Per Deagostini ha dato alle stampe Mia figlia è un' astronave, il suo primo romanzo. La biografia inserita sulla copertina dice tutto: «Francesco Mandelli è un conduttore televisivo, attore, sceneggiatore, regista, cantante, conduttore radiofonico, doppiatore e altro. Ha una figlia di quattro anni che gli ha cambiato la vita».

     

    La sua opera prima è, appunto, una storia di paternità, in cui si confrontano due uomini di temperamento differente. Da una parte Napo che «ha quasi trent' anni e vive ancora come un adolescente, complici il lavoro di musicista e una storia d' amore finita decisamente male. Avrebbe bisogno del consiglio di un padre, ma il suo è un tipo davvero strano - un avvocato con la passione per l' edilizia - e tra loro è un continuo duello a chi combina il guaio peggiore». Dall' altra parte Jacopo, «preciso, maturo e affidabile, a volte persino troppo. Da quando è diventato papà della piccola Vittoria, ha scoperto non solo la gioia più assoluta ma anche una naturale predisposizione a fare il "mammo", insospettabile persino per lui».

     

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    I tre Vip in questione hanno varie cose in comune. A parte le simpatie politiche (de sinistra), nel corso degli anni hanno in qualche modo rappresentato istanze generazionali. Si può dire che siano gli «eterni figli» che ora diventano padri. Sembra che fatichino non poco a calarsi nel ruolo, o comunque a scrollarsi di dosso abiti ormai stretti.

     

    Sono trenta-quarantenni che forse immaginavano di non crescere mai, almeno fino a che non si sono trovati ad avere la responsabilità di un altro essere umano.

    Colpisce, tutto ciò. Perché, appunto, dimostra quanto la forza luminosa della paternità possa illuminare anche chi si sforza in tutti i modi di stare sotto altri riflettori.

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    Nei tre casi che abbiamo citato, non ci sono state particolari conversioni.

     

    Nessuno dei tre Vip ha assunto un atteggiamento pro life, ci mancherebbe. Anzi, J Ax si è sentito in dovere di dedicare il suo brano alle coppie che ricorrono alla fecondazione assistita (nonché alla gestazione per altri) per avere bambini.

    Ma, in fondo, poco importa.

     

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    Quel che conta è vedere come il fatto di diventare genitori abbia influito su di loro. Se persino questi personaggi, volenti o nolenti, cambiano e maturano, significa che nei figli e nella genitorialità c' è davvero qualcosa di misterioso e miracoloso. E questo «qualcosa», in un modo o nell' altro, verrà trasmesso anche ai fan di Fedez, J Ax e Mandelli. A generazioni di ascoltatori che, fino ad oggi, sono stati bersagliate da un unico messaggio: bisogna restare figli per sempre, bambinoni per l' eternità, adolescenti ad libitum.

     

    Lo abbiamo già scritto: viviamo nella società dell' eterna adolescenza, dell' infanzia perenne. E chi resta, a livello psichico, sempre figlio, non può diventare padre. È così che una civiltà perde la sua forza generativa, è così che ci si sottomette alla pretesa del neoliberismo. Il quale - come spiegava Pier Paolo Pasolini - considera sacrilega l' idea di mettere al mondo nuovi bambini.

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    Le storie di Fedez, Mandelli e J Ax, tuttavia, dimostrano che la speranza non è perduta. Per quanto osteggiato e dileggiato, il potere della vita è ancora efficace, e quando si manifesta produce inevitabilmente cambiamenti. A livello superficiale, sembra che si tratti semplicemente del rincoglionimento del padre che fa le faccine e le vocine al bebè.

    Ma c' è anche un aspetto più profondo, più denso.

     

    Un mistero grande e maestoso che nemmeno le canzoncine e i libri banali riescono a scalfire. Un mistero che - solo per oggi - ci rende tollerabili persino Fedez e J Ax.

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