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    VUOI DIVENTARE RICCO? FONDA UNA BOY BAND - IL GIRO D'AFFARI, SECONDO FORBES, È DI 2 MILIARDI DI DOLLARI, CONTANDO NUOVE STAR E SUONATORI ATTEMPATI CHE SI FANNO ANCORA CHIAMARE BOY - GLI ONE DIRECTION A MILANO


     
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    Ernesto Assante per “La Repubblica”

     

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    Chi volesse davvero diventare ricco, oggi, nel mondo della musica, dovrebbe riuscire a mettere su una bella boy band. I Backstreet Boys nel 1999 guadagnarono 60 milioni di dollari, superando i Rolling Stones. I Take That continuano a guadagnare, solo nel 2012 hanno incassato oltre 70 milioni di dollari, i New Kids on the Block, celebri negli anni Ottanta, sono arrivati quest’anno a incassare in America 10 milioni di dollari pur non essendo più “boy” sotto nessun punto di vista.
     

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    Il giro di affari complessivo delle boy band, secondo Forbes, si aggira oggi attorno ai 2 miliardi di dollari, contando band del presente e del passato, nuove star e ragazzi attempati ancora in circolazione, decine di gruppi e artisti. Una miniera d’oro che dagli anni Sessanta ha prodotto centinaia di star destinate a ballare una sola estate e a riempire, con i poster, le pareti delle camere delle ragazze.

     

    Gioco facile solo in apparenza: basta mettere insieme un gruppo di ragazzi di bell’aspetto che sappia cantare dignitosamente, sostenuto da autori che scrivano canzoni in linea con i gusti giovanili ma dalla realizzazione complessa, perché devono convincere un pubblico
    numeroso e difficile, adolescenti che decidono di spendere solo per chi vogliono, non per chi l’industria cerca di vendergli. Oggi tocca ai One Direction, messi insieme da Simon Cowell dopo che avevano partecipato a X Factor . In quattro anni sono diventati la band di maggior successo del pianeta. Alla base di tutto c’è la musica, canzoni spensierate e sentimentali, da ballare o ascoltare a tutto volume.
     

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    Poi c’è il resto, le facce dei ragazzi, il loro stile, la simpatia, la loro amicizia, vendute assieme a un ecosistema di gadget. Prodotto commerciale, dunque, ma con un “plus” inafferrabile che solo le ragazzine conoscono, e che fa scegliere loro una band invece che un’altra decretandone il successo assoluto.
     

    Secondo Business Insider, il giro d’affari del 2014 dei 1D dovrebbe arrivare a un miliardo di dollari, sommando i 470 milioni che arrivano dai biglietti venduti ai concerti, i 300 milioni tra album, cd, download e streaming, i 150 milioni incassati al cinema, i 65 milioni del merchandising (tshirt, poster, cappelli, penne, quaderni, tazze), i 15 milioni della vendita dei dvd. Secondo Forbes Liam Payne, Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan e Zayn Malik hanno, solo in Inghilterra, guadagnato ognuno 15 milioni di sterline nel 2013, cifra che dovrebbe raddoppiare quest’anno.

     

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    Secondo l’Ipfi, l’associazione mondiale dei produttori, sono gli artisti che lo scorso anno hanno guadagnato di più al mondo, superando Eminem, Justin Timberlake, Bruno Mars e Katy Perry. Nessuno nel campo delle boy band aveva fatto tanto e in quattro anni.
    Quello delle boy band è sempre stato un affare, dagli anni Sessanta. Ad aprire la strada sono stati i Jackson Five, con il piccolo Michael, e i Monkees, costruiti a tavolino per contrastare il successo dei Beatles in Usa.

     

    Con gli anni Ottanta il fenomeno trova una sua standardizzazione, conquistano le classifiche Take That e Backstreet Boys, New Kids on the Block e Blue e la girl band delle Spice Girls. Gruppi che nascono dalla necessità dei discografici di sfruttare il pubblico delle teenager, prodotti in linea con i loro gusti, destinati a durare relativamente poco.
    Il successo stratosferico dei 1D, però, è anche motivato dalla deriva odierna del pop di consumo, stretto tra i rapper (con il loro linguaggio esplicito, la loro gestualità macho) e le girl band di ventenni, come le Little Mix, non meno volgari ed esplicite. O Miley Cyrus che, smessi i panni di Hanna Montana, ha deciso di smettere i panni tout court.
     

    I prossimi? A Milano ad aprire il concerto c’erano i 5 Seconds of Summer, australiani, che già godono dell’entusiasmo adolescenziale, bravi, belli e, a differenza dei 1D, in grado di suonare e scrivere la propria musica. Si può scommettere sul loro successo, anche se per sostituire i One Direction ci vorrà ancora qualche anno.

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