Alberto Mauro per "Il Messaggero"
kimmich del bayern monaco
Farà scuola? Chissà. Intanto, fa discutere tutta Europa. Per la portata della misura e il nome di chi l'ha adottata. Il Bayern Monaco non ha bisogno di presentazioni, anche per i poco avvezzi al calcio. Un marchio riconosciuto, per storia, successi, comportamenti. Ecco, sono questi ultimi che spesso fanno la differenza. E allora, ecco la misura: via una fetta di stipendio ai giocatori no vax.
JOSHUA KIMMICH
Ce ne sono, eccome. In una regione d'Europa, la Baviera, presa nuovamente d'assalto dal coronavirus. Qui sono stati cancellati i mercatini di Natale, mentre il governo della Sassonia ha chiuso gli stadi fino al 12 dicembre, con il Lipsia costretto a giocare le prossime gare casalinghe (compresa la Champions con il City) senza pubblico, mentre il Governo Federale sta valutando l'opportunità di rendere il vaccino obbligatorio per tutti gli atleti professionisti.
joshua kimmich 4
Un'ipotesi che troverebbe la piena approvazione del Bayern Monaco, dopo una presa di posizione netta che farà proseliti nel resto d'Europa. La società ha infatti deciso di sospendere lo stipendio ai giocatori non vaccinati che non saranno a disposizione della squadra per quarantene o per positività al Covid-19.
LA VICENDA
Troppi i casi in rosa che nelle ultime settimane hanno spinto la dirigenza a reagire (Suele, Stanisic e due membri dello staff, tra cui il team manager Wernscheid), la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la sconfitta venerdì contro l'Ausgburg e il caso di Joshua Kimmich, non vaccinato per motivi personali nonostante le pressioni dei compagni e del club.
kimmich del bayern
E di nuovo in isolamento, dopo le due settimane di quarantena preventiva in seguito alla positività di Niklas Suele. Al centrocampista ogni settimana fuori dal campo costerà 380 mila euro lordi, la decisione (non sindacabile e ancora non confermata ufficialmente) del club è stata comunicata anche agli altri giocatori non vaccinati: Gnabry, Musiala, Choupo-Moting e Cuisance dal presidente Herbert Hainer.
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Secondo la stampa tedesca, riunione svolta alla presenza della dirigenza al completo: Oliver Kahn, Hasan Salihamidzic, e Jan-Christian Dreesen.
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A BREMA
E se in Baviera tiene banco il caso Kimmich, a Brema la situazione è degenerata con le dimissioni dell'allenatore del Werder Markus Anfang e il vice Florian Junge, con l'accusa di aver prodotto un falso certificato di vaccinazione contro il Covid-19, il nostro Green Pass per intenderci.
Markus Anfang allenatore del werder brema 3
Anfang ha negato le accuse della Procura ma si è dimesso «per la situazione estremamente stressante a cui sono stati sottoposti il club, la squadra, e la famiglia». L'ad del Werder Brema, Baumann, le ha accettate confermando che «Markus e Florian si sono assunti le loro responsabilità e hanno contribuito a porre fine al caos sorto intorno al club negli ultimi giorni».
Markus Anfang allenatore del werder brema 1
Del resto, è tutta l'Europa sportiva alle prese con l'ennesima sfida senza ritorno, contro un Coronavirus tornato in pressing oltre i livelli di soglia. E se in Italia - al netto dei contagi in aumento e le ultime positività che hanno colpito Roma e Napoli - la situazione appare decisamente più sotto controllo che altrove, all'estero diversi Paesi hanno già deciso di correre ai ripari tra lockdown e misure preventive.
Markus Anfang allenatore del werder brema 2
Rivolte in Olanda per le restrizioni imposte dal Governo, compresa la chiusura degli impianti sportivi, massima allerta in Gran Bretagna e in Francia a causa di quello che secondo il portavoce del Governo Attal è un «avanzamento fulmineo della quinta ondata» da monitorare attentamente.
Al Psg, intanto, ieri sono risultate due calciatrici positive. E in Austria hanno già imposto le porte chiuse alle Finals di Coppa Davis in programma a Innsbruck dal 25 novembre al 5 dicembre.
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