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Francesco Persili per Dagospia
“Vuoi invecchiare 40 anni in due giorni?”. La ricetta di Filippo Ganna, oro olimpico nell’inseguimento a squadre, si chiama Parigi-Roubaix: "Ossa rotte. Crampi a braccia e mani. E pezzo forte. Ogni volta che ti alzi è un hoplà", ha scritto su Twitter il corridore della Ineos che deve ancora recuperare dalla corsa di domenica vinta da Van Baarle.
L’Inferno del Nord è un pave’ lastricato di fatica, sangue, sudore, lacrime. Anche quest’anno le attese di chi ama una delle espressioni più eroiche e romantiche del ciclismo non sono state tradite. Il corridore della QuickStep Yves Lampaert, mentre era lanciato con Matej Mohoric all’inseguimento di Van Baarle, è volato sulle pietre dopo un contatto con uno spettatore (che non doveva trovarsi nella lingua d’asfalto in cui passavano i corridori).
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Il boss del team Patrick Lefevere, ex ciclista, ha consigliato le vie brevi: “Ai miei tempi avrei preso la mia bicicletta e l’avrei tirata in testa allo spettatore”. Rabbia e rimpianti. Lewin Askey è caduto e ha chiuso la gara con un ginocchio aperto in due come un cocomero. Anche questa è la Roubaix. Cadute e problemi meccanici. Fatiche e dolori. Non è una corsa, è arte da fachiri sulle pietre. Ganna giura: "Bisogna essere davvero sadici, ma ci tornerò per vincere"
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