Gianluca Paolucci per “la Stampa”
Enrico Letta
«Hanno aspettato tanto, potevano aspettare il 5 ottobre». La battuta di militante Pd senese, ieri dopo l'annuncio dell'operazione di Unicredit su Mps, non rende bene lo stato d'animo con il quale chi sta lavorando alla campagna per elezioni suppletive di ottobre che vedono il segretario Dem candidato ha accolto l'annuncio di giovedì sera. Rabbia e scoramento, piuttosto, erano i sentimenti prevalenti ieri mattina anche tra chi è più a contatto, sul territorio, col segretario democratico. Stati d'animo stemperati poi in serata, con l'arrivo di rassicurazioni da Roma su cosa ne sarà della banca della città.
Un fatto però è certo: se fino a giovedì sera Letta era nettamente favorito nel collegio senese, autentica roccaforte rossa che ha resistito a tutti gli sconvolgimenti, da ieri questa certezza non c'è più. «Credo che il fatto che ci sia Letta rappresenti una garanzia per la tutela degli interessi del territorio anche per quanto riguarda la banca», dice Giuseppe Gugliotti, sindaco di Sovicille e presidente della Società della Salute, l'organismo che raccoglie comuni e Asl del territorio.
enrico letta piercarlo padoan
Il pensiero va ovviamente a Pier Carlo Padoan, che ha lasciato il posto in Parlamento per andare - vedi il caso, alle volte - alla presidenza di Unicredit. E che da queste parti, dopo una serie di passaggi per i circoli Arci della provincia in tempo di campagna elettorale, nessuno ha più visto. Di certo, Gugliotti non nasconde il radicale cambio di scenario: sarà una campagna elettorale difficile, tutta centrata sulla banca e tutta sotto i riflettori dell'opinione pubblica nazionale. E con le opposizioni pronte a sfruttare l'occasione. Salvini è arrivato qualche giorno fa, prima dell'annuncio. E ovviamente il tema centrale è stato «la difesa della banca», della sua storia e dei suoi dipendendti. Un antipasto di quello che accadrà da oggi fino alla data delle elezioni a inizio ottobre.
PIER CARLO PADOAN
«Enrico si gioca molto. Se dovesse andare male, che ne sarà del Pd?», si chiede un vecchio amico di Letta, al quale è accomunato dalla giovanile militanza nella Dc toscana. Nessuno a Siena crede che Letta sia uno sprovveduto, che si sia lanciato in questa campagna senza avere qualche garanzia. «Appena qualche giorno si diceva certo che Draghi avesse la soluzione in tasca», dice un suo collaboratore. Qualcuno da ieri pensa che la tasca fosse la sua. La notizia che ha rasserenato gli animi dei senesi è la nascita di una «piccola Mps», centrata in Toscana, che consentirebbe il mantenimento del marchio e della direzione generale.
enrico letta
Il «cuore» della banca, che da sola occupa la maggior parte dei dipendenti in città. Rassicurazioni in questo senso sono arrivate sia dal Tesoro che dall'entourage lettiano. Nei giorni scorsi, lo stesso Alessandro Rivera - il direttore generale del Mef che più di ogni altro si è speso per la soluzione Unicredit - avrebbe dato garanzie in questo senso. Come, è già meno chiaro.
«Dipenderà dalla negoziazione tra Unicredit e il Tesoro», spiega una fonte finanziaria che sta seguendo la partita. Unicredit prederà tutto e manterrà il marchio, magari solo a tempo, negli sportelli della Regione? Verrà scorporata e resterà in mano pubblica, magari come supporto al polo del Sud da costruire intorno alla Bari? Nessuno ieri sapeva dare risposte. Di certo, nei prossimi due mesi si gioca molto di più un seggio in Parlamento. E ancora una volta, la partita avviene sulle spoglie di quella che fu una delle principali banche italiane.
monte dei paschi di siena ALESSANDRO RIVERA monte dei paschi di siena