rooney history boy
Francesco Persili per Dagospia
“History boy”. E’ il titolo scelto dal “Daily Mail” per celebrare l’impresa di Wayne Rooney, il ragazzo della storia. Dopo la rete allo Stoke nel suo nuovo inizio a Goodison Park, l’attaccante dell’Everton realizza contro il Manchester City il gol numero 200 in Premier League e diventa il secondo giocatore, dopo Alan Shearer, a toccare questa cifra. Gli anni passano, “Wazza” resta.
E, a quanto si vede nella foto che sta facendo il giro sul web, non cambiano anche certe abitudini dei tifosi del City. “Sempre bello vedere alcune facce familiari…”, Rooney ironizza su Twitter notando il ghigno inferocito di alcuni supporter Citizens. Stessa storia, stesso posto. Stessi gesti. Come nel 2012 quando in un derby di Manchester segnò con la maglia dello United.
I suoi capelli forse non sono più quelli di una volta, la classe e il senso del gol sì. Per tornare nel club che lo ha lanciato nel calcio che conta, il figliol prodigo cresciuto a Croxteth, nei sobborghi di Liverpool, ha rifiutato i soldi della Cina e si è ridotto l’ingaggio della metà (con il Manchester United aveva ancora due anni di contratto a 8,5 milioni a stagione).
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13 anni da “civil servant” dei Red Devils: “Un grande servitore di questo club”, lo ha definito Sir Alex Ferguson. 5 campionati inglesi e un vasto assortimento di coppe: dalla Champions alla Coppa d' Inghilterra, fino all' ultima Europa League conquistata a maggio. Con l' arrivo di José Mourinho il miglior marcatore della storia dello United con 251 gol aveva perso il posto da titolare “Mi manca ma meritava di essere felice”, ha detto di lui lo Special One ieri sera sugli spalti dell’Etihad a godersi lo spettacolo. “Un maestro del travestimento”, così il Sun ha apostrofato il portoghese beccato in tribuna con un cappellino alla Beppe Iachini per rendersi irriconoscibile.
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Sotto gli occhi di Mourinho. Sul campo degli eterni rivali. Davanti alle solite facce dei tifosi del City. “È stato bellissimo segnare qui il mio duecentesimo gol”, ammette l’attaccante abbracciato a fine gara da Guardiola (che deve ringraziare Sterling per il gol del pari). Nel calcio dei Neymar e dei petroldollari la vicenda dell’ex Wonder Boy rimette passione, sentimenti, appartenenza al centro dell’area di rigore. “Una volta blue, per sempre blue”. Il ragazzo che “negli ultimi 13 anni ha dormito sempre col pigiama dell’Everton” è tornato a casa. E il suo nuovo inizio è già Storia.
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