Niccolò Carratelli per ''La Stampa''
omicidio willy ricostruzione
Trai giardinetti di Largo Oberdan e l' ingresso del Pronto soccorso ci saranno 250 metri. Cinque minuti a piedi, anche meno correndo. Un' ambulanza non farebbe in tempo ad accendere la sirena prima di raggiungere il luogo in cui Willy è stato aggredito e massacrato di botte. Il problema è che sabato notte, qui all' ospedale di Colleferro, l' ambulanza non c' era.
L' attesa disperata «Era uscita poco tempo prima per un' altra emergenza», spiega un operatore dell' Ares 118, che sabato non era in servizio, «per fortuna». E di ambulanza, a Colleferro, ce n' è solo una, pure malconcia, a guardarla bene. Così il servizio regionale dell' Ares 118 ne ha cercata in automatico un' altra disponibile e la più vicina era a Montelanico, paese che dista una quindicina di chilometri. Questo spiega (in parte) perché sia arrivata dopo circa mezz' ora dalla chiamata, alcuni testimoni hanno parlato addirittura di 40 minuti. Tutto riportato agli atti dell' inchiesta e nell' ordinanza del gip.
Nessuno chiama D' altra parte, le chiamate al 112 sono state più di una, ma hanno un dettaglio in comune: sono arrivate tutte dopo che l' allarme era già scattato. Cioè dopo che il maresciallo dei carabinieri di Colleferro, Antonio Carella, svegliato dalla moglie che aveva sentito le urla dei ragazzi, è sceso in strada a soccorrere Willy.
i fratelli bianchi
Il militare è il primo a segnalare quello che è successo sotto le sue finestre. Perché la caserma è letteralmente attaccata ai giardinetti, a 100 metri dal municipio, non proprio un luogo isolato. Comunque, quando il maresciallo Carella si avvicina a Willy, verifica le sue condizioni e telefona ai colleghi, non è solo.
Intorno a lui ci sono almeno venti persone. Chi è stato coinvolto in qualche modo nella rissa, chi ha assistito al pestaggio da lontano, chi è arrivato subito dopo sentendo le urla. Sono tutti lì, guardano, qualcuno scatta fotografie o gira video, ma ancora nessuno ha chiamato i soccorsi. Come impietriti di fronte a tanta violenza, o forse impauriti all' idea di denunciare gli autori, che più di uno ha riconosciuto.
willy
Soccorso non previsto Fatto sta che passano minuti preziosi, in cui Willy resta a terra, a meno di 300 metri dal Pronto soccorso.
Dal momento in cui i fratelli Bianchi risalgono in macchina e scappano in direzione Artena all' arrivo del carabiniere. E poi da quando (finalmente) arriva la chiamata al 118 a quando l' ambulanza, partita da Montelanico, si materializza in Largo Oberdan. Secondo alcune testimonianze, nella mezz' ora di attesa disperata qualcuno brucia di corsa questi 250 metri, raggiunge l' ospedale e chiede l' intervento dei medici. Ma un soccorso del genere non è previsto dalla legge e dalle procedure sanitarie.
WILLY 1
Anche se sono solamente 250 metri, anche se il paziente è in pericolo di vita. E così nessun medico o infermiere si può muovere per andare da Willy. Difficile dire se questa catena di esitazioni e ritardi sia stata determinante per aggravare le condizioni del 21enne e renderle non più recuperabili.
willy
L' autopsia ha descritto un quadro drammatico, riscontrando traumi ovunque sul suo corpo martoriato: sul volto, sul collo, poi addome e torace, i colpi risultati fatali.
L' altare spontaneo Certo è che, quando finalmente lo portano all' ospedale di Colleferro, circa 50 minuti dopo il pestaggio, Willy è già in fin di vita, praticamente in arresto cardiaco. I medici del Pronto soccorso capiscono subito che salvarlo non sarà possibile.
WILLY E I FRATELLI BIANCHI
Nel frattempo, però, hanno altri pazienti in attesa di essere visitati: alcuni dei ragazzi coinvolti nella rissa, con traumi e contusioni di entità molto minore. Sono arrivati da soli, con la loro macchina o a piedi. «Incredibile che lui sia rimasto qui agonizzante a due passi dall' ospedale», ammette Franco, napoletano trapiantato a Colleferro per lavoro.
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È fermo davanti all' altare spontaneo cresciuto in questi giorni nei giardini della tragedia: candele e fiori per Willy, maglie e sciarpe della Roma, preghiere e disegni di bambini. Su un cartello c' è scritto «Sei il nostro eroe», su un biglietto lasciato aperto nell' erba si legge «grazie per il tuo coraggio, per non esserti girato dall' altra parte». Testimonianze del passaggio di centinaia di persone, da tutti i paesi della zona.
i fratelli bianchi a miami
Sul muretto, lungo la strada, è stato appeso uno striscione che chiede «giustizia per Willy». Risalendo i 250 metri più amari di questa storia, all' entrata dell' ospedale, c' è una statua di Padre Pio e una sua frase incisa: «Ogni ammalato soffre, stiamogli vicino con il cuore».
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