1.PERCHÉ NO. NICOLA GRATTERI
Giuseppe Baldessarro per “La Repubblica”
CANTONE E GRATTERI
«Se le rispondo da uomo, le dico che uno Stato non può legalizzare l' uso di sostanze che provocano danni alla salute dei suoi cittadini. Se vuole una risposta da magistrato, aggiungo che se l' obiettivo è quello di eliminare uno dei business più redditizi delle mafie è una sciocchezza ».
Il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, da anni impegnato nella lotta al narcotraffico, non ha mai cambiato idea. Per lui la liberalizzazione delle droghe leggere è sempre stata una follia. Inutile per il contrasto alle mafie e sbagliato dal punto di vista etico e morale.
Procuratore, la pensa sempre alla stessa maniera?
«Assolutamente sì, legalizzare le droghe sia pure leggere sarebbe sbagliato ed inutile. Io credo che in una democrazia compiuta non si possa pensare di rendere accessibile sostanze dannose per i suoi cittadini, lo trovo immorale. Inoltre prima di discutere di cose del genere bisognerebbe farlo a ragion veduta, ascoltando chi i problemi li ha vissuti sulla propria pelle.
NICOLA GRATTERI
Le faccio un esempio: nei giorni scorsi sono stato in una comunità di recupero vicino Catanzaro e le persone che si trovano lì mi dicevano che le droghe leggere non vanno legalizzate perché loro hanno cominciato con quelle. Se dobbiamo discutere di questi temi perché non andiamo a sentire anche loro? Di questi argomenti bisogna parlare soprattutto con i dati alla mano e mai facendo filosofia o dichiarazioni di principio».
E i dati che dicono?
«I dati dicono che anche sul piano della contrasto alla criminalità organizzata, legalizzare la cannabis non aiuta a colpire le mafie. La quota di affari legati alle droghe leggere si aggira attorno al 5% del totale. Di questo 5% tre quarti è consumato da minorenni a cui comunque lo Stato non potrebbe vendere. Il mercato riguarda dunque le briciole, si tratta di cifre ridicole.
CANNABIS
Organizzazioni come la 'ndrangheta muovono cocaina ed eroina per miliardi di euro in tutto il mondo, cosa vuole che sia il mercato dell' erba? Mi creda sono spicci e, in ogni caso, la legalizzazione non consentirebbe comunque di intaccare quel mercato. Lo Stato non è concorrenziale».
In che senso?
passa le vacanze con chi ami
«Le mafie per coltivare canapa o importarla dall' estero non pagano luce, acqua e personale, se lo Stato legalizza invece dovrà assumere operai, pagare acqua, luce, il confezionamento, il trasporto. Si è fatto un esperimento a Modena creando delle serre, e si è capito che in questo modo un grammo costerebbe 12 euro. Sa quando costa sul mercato un grammo di stupefacente leggero?
Dai 3 ai 5 euro. Tre volte in meno di quello prodotto dallo Stato. Solo in pochi si rivolgerebbero al mercato ufficiale, altri preferirebbero il mercato nero. Soprattutto lo preferirebbero i più giovani. Non funzionerebbe».
Insomma, sarebbe inutile.
«Una perdita di tempo, l' Italia ha ben altre priorità legislative. Tuttavia ribadisco: se proprio si deve discutere di legalizzazione lo si faccia con competenza».
2.PERCHÉ SÌ. HENRY JOHN WOODCOCK
woodcock
Conchita Sannino per “La Repubblica”
«Se si guarda al problema delle droghe dal versante del contrasto al potere mafioso, è chiaro che rendere accessibile il mercato di marijuana o hashish sottrarrebbe ai clan gli strumenti di reclutamento dei più giovani. Senza dire che eviterebbe moltissimi fatti di sangue».
Henry John Woodcock, magistrato di punta della Procura di Napoli, il pm che ha già indagato su associazioni segrete e politica corrotta, come sostituto della Distrettuale antimafia si occupa ora della lotta ad affari e infiltrazioni delle cosche. Con il collega Francesco De Falco ha ottenuto solo due mesi fa 43 condanne per i giovanissimi boss coinvolti nella cosiddetta guerra della "paranza dei bimbi", che ha insanguinato le vie del centro storico.
WOODCOCK - DI PIETRO - GHEDINI.
Dottor Woodcock, dopo Saviano, anche Cantone si è espresso per la legalizzazione delle droghe leggere, spiegando di aver rivisto la sua iniziale contrarietà. Lei, invece, non e' mai stato colto dai dubbi sulla sua tesi a favore dell'"erba di Stato"?
IL PM JOHN HENRY WOODCOCK FUORI DALLA SEDE MILANESE DELLA LEGA NORD
«No, onestamente. Resto convinto di questa posizione perché a me, come penso a tanti colleghi, appare evidente come la criminalità organizzata recluti attraverso questo settore tantissimi giovani, spesso della prima adolescenza, indirizzandoli verso per il mercato, l' organizzazione e la vendita delle droghe leggere.
Non solo. Domandiamoci per quali affari vengono messi a segno, in piazza, tanti fatti di sangue. Lo dicono i numeri: molto spesso, parlo di Napoli ma non solo, si spara e si uccide per una piazza di spaccio di marijuana, o hashish. Ecco, penso che la legalizzazione risparmierebbe anche molte vite».
Ma da esperto di dinamiche criminali, ritiene che le organizzazioni mafiose si farebbero sottrarre questo mercato senza escogitare nuove infiltrazioni o contendere allo Stato quel monopolio?
i democratici sfilano a philadelphia
«Lo Stato lo contrasterebbe. Se si intende fare, lo si fa. È già successo con il ben noto fenomeno del contrabbando. Per inciso, non sono mai stato neanche fumatore. Parlo solo da tecnico».
Resta poi il dato educativo e culturale, oltre che i legittimi timori di tanti genitori. La droga (leggera) di Stato non favorirebbe l' uso del "fumo" in fasce di popolazione più ampie?
«Capisco le domande che si fanno tanti genitori. Eppure non condivido molto questa remora. Ragionerei su un semplice dato: nessuno ha mai detto che bere alcool a 15 e 16 anni faccia bene al fegato, che sia consigliabile correre in sella agli scooter o che fumare le sigarette preservi la salute.
coltivazioni di marijuana in california
Eppure le moto e i motorini sono immessi sul mercato da parte di libere aziende, le bottiglie di gin si vendono ovunque e sono spesso accessibili anche ai minori, il tabacco lo offre il Monopolio. E allora mi chiedo perché le droghe, solo e rigorosamente quelle dette "leggere", non possa venderle lo Stato anziché questo o quel clan. Che, intorno, costruisce morte e violenza».