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    “SE QUALCUNO MI AVESSE DETTO CHE AVREI FATTO UNA REGIA ALLA SCALA, AVREI DETTO CHE ERA PURA FOLLIA” - WOODY ALLEN DEBUTTA A 83 ANNI CON GIANNI SCHICCHI DI PUCCINI: “HO GUARDATO A DE SICA E FELLINI. FU PLACIDO DOMINGO A SPINGERMI A LAVORARE NELLA LIRICA - VORREI VEDERE TUTTI INSIEME I TERZI ATTI DELLE OPERE. VEDEVO SOLO I PRIMI DUE ATTI PERCHÉ DOVEVO ANDARE A LETTO E ALZARMI PRESTO LA MATTINA PER GIRARE” – VIDEO


     
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    Pierluigi Panza per il “Corriere della sera”

     

    gianni schicchi woody allen gianni schicchi woody allen

    Quando Gustave Flaubert disse « Madama Bovary c' est moi», sancì la presenza di se stesso nella sua opera. Forse c' è anche un bel po' di Woody Allen - quello che vorrebbe «invadere la Polonia ogni volta che ascolta Wagner» - nel suo Gianni Schicchi di Puccini. Quest' opera comica del 1918 è l' unica regia lirica del quattro volte premio Oscar e sarà in scena da sabato alla Scala in un dittico insieme a Prima la musica poi le parole di Antonio Salieri (1786, regia di Grischa Asagaroff, prima volta al Piermarini), con la direzione di Adam Fischer.

     

    Giacomo Puccini Giacomo Puccini

    Il Gianni Schicchi di Allen, che veste come un mafioso con sigaretta in bocca, ha debuttato nel 2008 alla Los Angeles Opera ed è già venuto in Italia al Festival di Spoleto. Ma alla Scala, il «palazzo di Cenerentola, una cosa da favola, da sogno, il più grande teatro d' opera al mondo, un luogo iconico», Allen dice che «il finale non lo ripeto, qui ne faccio un altro». A Milano l' opera sarà cantata dagli studenti dell' Accademia della Scala accompagnati da un professionista, Ambrogio Maestri.

     

    L' opera, su libretto di Giovacchino Forzano, è ispirata al Canto XXX dell' Inferno di Dante. Siamo nel 1299 a Firenze: è morto Buoso Donati, spostano il corpo e Schicchi si finge Buoso moribondo per dettare al notaio il testamento: solo che si prende beffa dei parenti, lascia tutto a se stesso e li butta fuori di casa.

    manhattan manhattan

     

    Questi lo inseguono e, nella messa in scena alla Scala, senza ucciderlo, perché Schicchi ha delle «attenuanti». Che sono sentimentali, psicologiche e comiche, come nelle caratteristiche di Allen. Il regista è arrivato l' altro ieri a Milano.

     

    «Sono un signore che si tiene molto attivo»: viene da un concerto jazz domenica scorsa al teatro Arcimboldi e da un paio di giorni a Venezia. Sabato volerà a San Sebastian dove inizieranno «fra due settimane le riprese del mio prossimo film»; il precedente, A Rainy Day in New York uscirà in Europa a ottobre. «Se qualcuno mi avesse detto che avrei fatto una regia alla Scala, avrei detto che era pura follia, un' idea irrealistica». Mai stato alla Scala? «Sì, dirigeva Riccardo Muti»: era il Macbeth con il cubo rotante di Graham Vick, 7 dicembre del 1997.

    gianni schicchi gianni schicchi

     

    Come è nata questa regia?

    «Fu Placido Domingo a spingermi a lavorare nella lirica. Ci provò per molti anni, anche insieme a un mio lontano parente. Mi convinsero che Gianni Schicchi era un' opera giocosa, adatta. Io non mi sentivo sicuro. Lessi il libretto e immaginai tanti topolini e Schicchi come topone; ma l' idea fu bocciata. Poi pensai di vestire i personaggi da cibo biologico e Schicchi da sigaretta; ancora niente. Infine mi sono ispirato al cinema neorealista italiano di De Sica e Fellini e ha avuto successo.

    placido domingo placido domingo

     

    Non so cosa accada quando produco film, ma sono sempre accolti con calore in Europa e in Italia». Difficile che ci riprovi con un' opera lirica, «dovrei trovare un' altra opera semplice da affrontare». Anche se un' ironica idea ce l' avrebbe: «Vorrei vedere tutti insieme i terzi atti delle opere. Andavo al Lincoln Center, ma vedevo solo i primi due atti perché dovevo andare a letto per alzarmi presto la mattina a girare».

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    E gli studenti dell' Accademia? «È curioso e fantastico lavorare con loro».

    WOODY ALLEN E MARIEL HEMINGWAY IN MANHATTAN WOODY ALLEN E MARIEL HEMINGWAY IN MANHATTAN

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