Franco Ordine per “il Giornale”
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Buongiorno signor Zeman, come va?
«Sono al mare a riposare le vecchie ossa».
Dove si trova di bello?
«In Sicilia, a Mazara del Vallo».
Non è stanco di fare vacanza?
«A quelli che sostengono che stanca stare al mare avrei voglia di chiedere: ma avete mai lavorato?»
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Mazara è famosa per la sua flotta...
«Il tempo ha disperso anche questa meraviglia. Una volta c' erano 200 pescherecci che uscivano tutti i giorni, oggi sono ridotti a 60».
Non è stufo di starsene in disparte rispetto al calcio di casa nostra?
«Voglia di rimettermi al lavoro ne ho: posso garantirlo. Ho anche parlato con tante persone ma ho un difetto inguaribile: vorrei fare calcio come piace a me. E invece, qui in Italia, ci sono interessi di altra natura che prevalgono, interessi economici intendo».
Parliamo allora di questo calcio che non le piace: come giudica il ritorno dall' estero di molti allenatori di valore?
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«È un evento da considerare positivo ma a una sola condizione: all' estero, e in particolare in Inghilterra, Sarri e Conte per esempio, hanno potuto lavorare con le loro idee e costruito le squadre secondo i rispettivi principi. Da queste parti non sarà così scontato raggiungere gli stessi obiettivi».
Allude per caso ai primi mal di pancia coincisi col debutto della Juve di Sarri nelle amichevoli?
«Sarri deve scalare una montagna. È arrivato in una squadra che è abituata a vincere in un modo completamente diverso dal suo e di recente ha dominato puntualmente la scena italiana. Se il nuovo tecnico non dovesse partire col piede giusto, immagino già i problemi, i rimpianti dei tifosi e le polemiche dei critici».
Idem per Antonio Conte all' Inter?
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«Conte sta allestendo la nuova Inter utilizzando le proprie convinzioni e la sua idea di calcio. Ha un ostacolo da superare: deve riuscire a trascinare tutto l' ambiente, convincere il gruppo a seguire i suoi insegnamenti e i suoi metodi d' allenamento. A sentire le voci che girano, dello spogliatoio interista non si parla benissimo in fatto di applicazione».
Ci sarà qualcuno, caro Zeman, che le suggerisce un pizzico di ottimismo?
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«Sì ed è Marco Giampaolo. Perché il Milan, che pure ha una storia gloriosa, non ha l' obbligo di vincere e può perciò partire senza grandi clamori puntando quasi tutto sul gioco e sull' insegnamento».
Bene, uno l' abbiamo trovato. Di Fonseca nuovo tecnico della Roma che referenze ha?
«In questo periodo è complicato da valutare. Bisogna innanzitutto vedere se riesce a costruire la squadra oppure gliela stanno costruendo gli altri. Non mi fido di quello che leggo perché ai primi d' agosto sono tutti convinti di aver lavorato bene e di poter vincere. Poi arriva il campionato e si ascolta un' altra musica».
A proposito di Roma, che effetto le ha fatto l' addio, polemico il giusto, di Francesco Totti?
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«Sono rimasto molto dispiaciuto perché si è trattato di uno che ha vissuto una vita nella Roma e ne ha scritto le pagine più esaltanti. Mi viene perciò da pensare che, tutto sommato, ha fatto anche bene visto che non poteva decidere, non poteva incidere e in pratica si sentiva inutile».
Stesso destino è capitato a De Rossi...
ZEMAN TOTTI VENDITTI
«Hanno avuto la stessa storia più che lo stesso destino. Con una differenza che non possiamo dimenticare. De Rossi ha avuto problemi fisici: nell' ultimo torneo ha giocato poco. Perciò credo che la società l' abbia lasciato partire. Di sicuro la sua assenza peserà nello spogliatoio perché lì De Rossi era una risorsa formidabile».
Lei è uno che ha lavorato bene con i giovani, pensiamo alla covata del Pescara: Verratti, Immobile, Insigne. Cosa pensa della nuova generazione convocata da Mancini?
di battista e zeman
«Mi aspettavo molto di più dall' under 21 nel recente campionato europeo. Si è toccato con mano il limite di questa nuova leva: la mancanza di esperienza ad alto livello. Prendete Zaniolo: cosa si può pretendere da un giovanotto che fino a qualche mese prima giocava nella primavera dell' Inter? Prendiamo Chiesa: è anche lui un vero talento. Alla Fiorentina può fare la differenza, in una squadra di vertice non saprei».
Il mercato è partito col botto ma poi si è un po' bloccato: c' è qualche nuovo arrivo che le ha suscitato qualche emozione?
«De Ligt, il difensore dell' Ajax acquistato dalla Juventus: tutto il mondo ne parla benissimo. E io penso che dopo Koulibaly sia il più forte difensore in circolazione. Sa giocare a calcio, riesce a far partire l' azione e magari a fare anche qualche gol che non guasterebbe mai».
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Dica la verità Zeman: c' è qualche squadra che le piacerebbe allenare oggi?
«La Lazio».
Perché mai?
«Perché ha un gruppo composto da calciatori non famosi, non strapagati, da formare. E io in queste condizioni riesco a dare il meglio».
A proposito della Lazio, la convince il metodo Lotito?
«Sì. Se non può partecipare alla lotta per lo scudetto, mi sembra intelligente condurre la società in modo tale da vincere qualche trofeo, come appunto ha fatto in questi anni, senza appesantire il bilancio con spese fuori controllo».
Lei non è mai stato tenero con gli arbitri: ora che c' è il var il giudizio sulla categoria e sul mezzo tecnologico è cambiato?
«In certi momenti serve molto, in altri il suo uso diventa discutibile».
A cosa si riferisce?
«A un derby di Milano in cui venne fischiato un calcio di rigore durante una mischia da calcio d' angolo. Mi va bene ma a una condizione: che si fischino tutti i rigori commessi durante i calci d' angolo. E in Italia ce ne sono almeno 5 durante ogni calcio d' angolo».
CORIONI ZEMAN
Che effetto le fa vedere il Palermo che ricomincia dalla serie D?
«Provo un vero dispiacere. Io ho vissuto 15 anni a Palermo, lì ho cominciato la mia carriera. Forse bisognava intervenire qualche anno prima, magari quattro. Ricominciare da capo non è facile anche se ti chiami Palermo».
zeman in spiaggia al poetto
Per chiudere Zeman, chi vincerà il campionato?
«Sulla carta la favorita è quella di sempre: la Juve. Poi parlerà il campo e potrebbe riservare qualche sorpresa perché nel frattempo la concorrenza ha accorciato la distanza. Bisognerà vedere se oltre al bagaglio tecnico, gli altri concorrenti sono riusciti a guadagnare la stessa mentalità della Juve».
IL SANTINO DI ZDENEK ZEMAN ALLO STADIO Zeman zeman-cagliari claudio lotito foto di bacco ZEMAN AI TEMPI DEL LICATA giampaolo MALCOM PAGANI E ZEMAN zeman zeman Zeman
Buone vacanze, signor Zeman.
sarri zeman Giuseppe Sansonna VENDITTI VERDONE ZEMAN