MARION MARECHAL LE PEN ERIC ZEMMOUR
Mattia Feltri per “la Stampa”
È vero, ci danno molte soddisfazioni, ma perché occuparci soltanto dei nostri populisti? Occupiamoci un po' dei populisti altrui. Éric Zemmour, per esempio. Ricordate? Era candidato alle presidenziali francesi, accreditato fino a un diciassette per cento, ricondotto al sette alla prova del voto.
Ha allestito una campagna elettorale grillosalviniana sulle élite affamatrici del popolo, dedite al furto e alla malversazione, al raggiro della povera gente, alla svendita del paese ai poteri forti, alla sostituzione etnica, e a me è piaciuto in particolare quando ha accusato i giornalisti - e ne sa, reduce da una lunga e fruttuosa carriera al Figaro - di diffondere menzogne per tenere in piedi il sistema. Bene, il nostro amico Zemmour, abile nuotatore, è stato radiato dalla piscina del Ritz per aver preso a male parole un'americana colpevole, presumo con un'operazione speciale, di avere invaso la sua corsia.
eric zemmour
Pare fosse l'ultima di numerose molestie, per cui gli altri soci hanno colto l'opportunità per chiedere e ottenere l'espulsione. L'aspetto più simpatico è che, quando scrivo Ritz, intendo l'hotel di Place Vendôme, forse il più lussuoso di Parigi. Per capirci, è quello da cui uscì Lady D l'ultima sera della sua vita.
L'iscrizione alla piscina costa settemila euro all'anno, e per un croque-monsieur, cioè un toast, ne servono cinquanta. Dimenticavo: in campagna elettorale Zemmour diceva che lui va a nuotare nelle piscine comunali per stare in mezzo al popolo (ah, questi giornalisti impostori). Populisti e sovranisti sono come i ristoranti McDonald's, uguali ovunque: il più riuscito prodotto della globalizzazione.
la z di zemmour per la campagna elettorale