1. NEL RIMPASTO DI RENZI ALFANO SI PRENDE 5 POLTRONE
Carlo Bertini per “la Stampa”
matteo renzi
«Non dire gatto se non ce l' hai nel sacco...», diceva tra gli scongiuri l' avvocato cuneese Enrico Costa all' ora di pranzo, prima di vincere la partita, in un corridoio della Camera. Dove transitava poco distante col volto preoccupato la collega di partito Dorina Bianchi: che in serata avrebbe assunto la cadrega di sottosegretario alla Cultura, dopo esser stata per mesi candidata alla stessa carica ministeriale, gli Affari Regionali, di spettanza ad Area Popolare. Al pari di Federica Chiavaroli, giovane senatrice Ncd, entrata al governo da sottosegretario alla Giustizia.
gennaro migliore
Era quasi un anno che Ncd attendeva ristoro dopo le dimissioni di Maurizio Lupi dal dicastero pesante delle Infrastrutture e Trasporti. E alla fine ha ottenuto il suo posto al tavolo, quello del consiglio dei ministri: con il dicastero che fu della Lanzetta, assegnato nel rimpasto varato ieri al sottosegretario alla Giustizia Costa, quarantenne Ncd di stretto rito alfaniano; atteso stasera per il giuramento di rito al Quirinale. Per un ministero "appesantito" con una «delega alla famiglia» e con un posto di prima fila nella «cabina di regia per il sud». Una medaglia ambita in Area Popolare, tanto da scatenare molte gelosie e risentimenti che Alfano faticherà a tenere a bada .
Cencelli docet
enrico costa alfano schifani
Ma con l' upgrade di Mario Giro a viceministro agli Esteri e con la nomina di Antonio Gentile sottosegretario allo Sviluppo, sono cinque i posti conquistati dai principali alleati di governo del premier, che mira così a blindare la sua maggioranza. E nel modello che sempre regola simili distribuzioni di posti di sottogoverno, quello del bilancino, anche i piccoli alleati di Scelta Civica strappano qualche punticino.
Faceva sorridere ieri vedere nel Transatlantico deserto il segretario di Sc, Enrico Zanetti, aspirante alla promozione a viceministro ad Economia e Finanze dal ruolo di sottosegretario, agitarsi cellulare alla mano, nell' assoluta incertezza delle sue sorti, al pari di tutti gli altri. «Che dite dovrò giurare di nuovo?», chiedeva ai colleghi seduti su un divano accanto a lui. Speranzoso di riuscire a portare a casa pure la nomina del «suo» Antimo Cesaro, come sottosegretario alla Cultura. Cosa puntualmente avvenuta alle sette di sera.
nannicini
Sfuma l' operazione Errani
Malgrado nel "cerchio magico" renziano se ne parlasse da mesi, non va in porto l' operazione più ambita, il coinvolgimento di una figura di peso come Vasco Errani, che avrebbe pure fatto da cerniera con la minoranza vicina a Bersani. «Non è mai stata sul tavolo», tagliano corto gli uomini dell' ex leader. Convinti che che abbia vinto Alfano e «l' asse moderato del governo» e che al Pd siano andate briciole.
Ma le correnti lealiste invece sono contente.
Viene nominato Enzo Amendola, responsabile Esteri, come sottosegretario alla Farnesina, ma non viceministro come si pensava. Della sinistra «dialogante» che fa capo al ministro Martina, è poi il nuovo viceministro allo Sviluppo, Teresa Bellanova, già sottosegretario al Lavoro. Diventa sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore, già capogruppo di Sel e oggi in ascesa nel partito.
dorina bianchi col ministro maria elena boschi
Ma per il premier la nomina forse più cruciale è quella dell' economista bocconiano Tommaso Nannicini, sottosegretario alla presidenza del Consiglio che coordinerà il team di consiglieri economici di Palazzo Chigi. E a parte i vari trasferimenti, anche Ivan Scalfarotto allo Sviluppo Economico e Simona Vicari ai Trasporti, con le sette new entry il dicastero Renzi sale da 56 a 64 membri, escluso il premier: toccando così l' asticella massima prevista dalla normativa.
simone tani
2. MATTEO PIAZZA UN ALTRO EX COLLABORATORE PER TANI PRONTO UN INCARICO AL CIPE
Da “Libero Quotidiano”
I fiorentini, per Renzi, meglio se amici di lunga data, sono come le ciliegie: uno tira l' altro. Dopo Lotti, la Boschi, la Manzione e - buon ultimo - Marco Carrai, in predicato di diventare capo della cybersecurity del Paese, è la volta di un' altra conoscenza di lungo corso di Matteo: Simone Tani.
simone tani
Cinquantenne legato al premier fin da quando quest' ultimo era segretario della Margherita, Tani risulta in pole per una poltrona al Cipe (Comitato interministeriale di programmazione economica), snodo cruciale per distribuire le risorse pubbliche senza il quale le leggi di Stabilità sono carta straccia. Già assessore col predecessore di Renzi, è stato poi confermato dal Rottamatore che gli creò un posto ad hoc, a chiamata diretta, come "dirigente per l' attuazione del programma". Stessa prassi con Nardella: incarico ad personam come responsabile della Città metropolitana.