Mario Giordano per La Verità
ZUCKERBERG
Cacca al diavolo, fiori a Gesù. Cioè: cacca ai Trump, fiori a Facebook. In fondo siamo rimasti fermi lì, ai tempi dell' oratorio: la lavagna è divisa in due, da una parte gli angioletti e dall' altra i satanassi. I buoni e i cattivi. Se sei nella lista sbagliata, come per l' appunto Melania Trump, non puoi fare niente, nemmeno sceglierti il vestito che preferisci per andare alla festa. Se invece sei nella lista dei buoni puoi fare tutto. Ma proprio tutto. Anche organizzarti un futuro politico mentre gestisci un colosso di Internet, anche fare campagna elettorale seduto su una montagna di dollari. Polemiche? Proteste? Commenti sdegnati? Richiami ai conflitti d' interessi? Vesti stracciate? Attacchi furibondi? Macché. Niente di niente.
zuckerberg papa francesco
Solo applausi. Mark Zuckerberg scende in politica, che bello. L' orrore è la moglie di Donald che ha osato indossare un vestito di Dolce e Gabbana.
gente che piace, si capisce, viene dalla Silicon Valley, è startup, over the top, messenger app android, ma sì, insomma, è trendy, e tanto basta perché la discesa in campo di Mark sia accolta in modo diverso da quella di tutti gli altri tycoon.
Avete presente lo sdegno dell' intellighentia radical per il magnate Donald in politica?
famiglia zuckerberg
Ecco: sparita. Se alla politica si dedica il magnate Zuckerberg va benissimo. Anzi, bisogna festeggiare. E perché? Perché così. Cacca al diavolo, fiori a Gesù.
Per la verità, con tutto il rispetto del dio padre Internet onnipotente, Zuckerberg non è proprio simile a Gesù. Qualche differenza, seppur con difficoltà, la si può riscontrare.
Per altro, fino all' altro giorno, lui si è proclamato pure ateo.
bar mitzvah zuckerberg
Però, ecco, a quello abbiamo già rimediato: in vista della discesa in campo, infatti, non essendoci mai stato nessun presidente americano non credente, Mark ha lasciato trasparire la sua conversione. Subito prima di Natale ha confidato: La religione è diventata per me molto importante. E giù, subito tutti ad applaudire, tutti a cercare le radici profonde della sua fede (un convincimento che coltivava da tempo e maturava in segreto, ha scritto l' Huffington Post), tutti a collegare l' illuminazione celestiale con la visita a Roma da Papa Francesco, il testimonial perfetto per un ateo trendy che vuol diventare un credente trendy. Manca solo la visita ad Assisi con meditazione assorta nella Basilica del Poverello, e poi il Mark -santino sarebbe pronto per conquistare i voti dell' America più profonda.
zuckerberg
Oddio, bisogna dirlo: proprio Poverello mister Facebook non lo è, a dire la verità. Anzi, secondo Bloomberg è il sesto uomo più ricco del mondo, e sta seduto su un patrimonio di 55,5 miliardi di dollari.
Ma i suoi soldi, evidentemente, sono diversi da quelli di Trump: non puzzano, magari profumano, chi lo sa, di chic violetta o di radical gelsomino.
Sono anch' essi trendy. Molto app, anzi whatsapp. Qualcuno ha sospetti su come nacque l' impero di Facebook? Se li dimentichi. Le liti e gli accordi in tribunale con gli ex compagni?
ZUCKERBERG STUDENTI ROMA
Spazzatura. Le ironie su certe su dichiarazioni, come quando disse che mangiava la carne ma solo se poteva uccidere gli animali da solo?
Archiviate. I dubbi su un colosso dell' informazione che racconta balle senza nessun controllo editoriale? Robetta. E poi, che volete, Mark si è già messo al lavoro per rimediare alle balle internettiane, ha avviato sistemi di controllo, riunioni operative, meccanismi anti -bufale. Erano tutte cose che in fondo maturava in segreto, da tempo.
Proprio come la conversione.
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Nel 2016 Zuckerberg aveva come obiettivo dell' anno quello di correre 365 miglia. Pare che ci sia riuscito. Nel 2017 ha annunciato come obiettivo quello di percorrere tutti gli Stati Uniti, Paese per Paese. Chi lo fermerà? In pratica ha già cominciato la ricchissima campagna elettorale, seppur mascherata. Le ricchissime campagne elettorali mascherate, mentre si gestisce un colosso dell' informazione, non sono propriamente un esempio di trasparenza democratica, ma perché formalizzarsi? Mister Facebook è mister Facebook, non è mica Melania Trump.
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