1. GRANDE FRATELLO, 20 ANNI COSÌ IL REALITY OLANDESE CONQUISTÒ ANCHE L' ITALIA
Renato Franco per il Corriere della Sera
Il reality di noi stessi attraverso le Instagram Stories è il format di questi tempi allo specchio in cui vetrinizzaziamo la nostra vita, sfacciati filmaker della nostra quotidianità, voyeuristici spioni della porta accanto, narcisi osservatori del nostro e altrui ombelico.
taricone cristina plevani primo grande fratello
Ora è dato per scontato. Ma la rivoluzione era partita 20 anni fa esatti, con il Grande Fratello , il format acceso per la prima volta in Olanda (il 16 settembre 1999) e poi divampato nel resto del mondo. In quel momento, spiati h24 dalle telecamere, la tv da finestra sul mondo si è trasformata in buco della serratura sull' intimo.
Leonardo Pasquinelli, oggi amministratore delegato di EndemolShine Italy, era a capo dell' intrattenimento a Mediaset quando Canale 5 mandò in onda (l' anno successivo) la prima edizione: «Ci fu una grande discussione, in azienda c' era chi sosteneva che fosse un programma ai confini della moralità e spingeva per trasmetterlo in seconda serata su Italia 1. La scelta di Daria Bignardi fu essenziale per mitigare l' impatto critico in un Paese cattolico come il nostro».
CRISTINA PLEVANI AL LAVORO COME CASSIERA
Era il volto giusto per unire alto e basso, per dare un manto borghese e rispettabile a uno show popolare e «indecente». Fu un successo, la finale vista da oltre 16 milioni di spettatori, il 60% di share, personaggi sconosciuti - Cristina Plevani, Pietro Taricone, Marina La Rosa, Rocco Casalino, quel Rocco Casalino - che diventavano famosi.
«Questo era l' unico aspetto che il format non prevedeva».
Perché le luci su di loro rimasero accese anche dopo, a reality finito.
CRISTINA PLEVANI
«Dentro la Casa non avevo percezione di nulla, non avevamo idea dei milioni di persone che ci guardavano, non immaginavamo l' impatto che il reality aveva sia dal punto di vista televisivo sia del costume - racconta la vincitrice della prima edizione italiana, Cristina Plevani -. Una volta uscita fu un vortice, ricordo ancora che quando entrai in studio non riconoscevo i ragazzi che erano stati rinchiusi con me: con trucco e parrucco, vestiti come paggetti, erano irriconoscibili. Io non ero pronta, ero molto ingenua, venivo da un piccolo paese (Iseo, in provincia di Brescia): sono stata sei mesi senza avere un' agenzia di promozione, ho perso un sacco di contratti e possibilità».
cristina plevani
Oggi fa l' istruttrice di fitness ed è ipercritica con se stessa, pure troppo: «Ero bruttina, non ero brava a valorizzarmi, ero noiosa e patetica, insomma una sfigata. Una così oggi mi darebbe i nervi, non mi sarei mai televotata. Penso che mi scelsero perché avevo perso da poco i genitori: la ragazza sensibile orfana». Come l' Oliver Twist di Dickens, ma dentro Orwell.
Prima del Gf, dopo il Gf: da allora la tv è cambiata. «Indugiare sulla faccia di uno che sta zitto fu dirompente nel linguaggio televisivo - spiega ancora Pasquinelli -. Il Gf ha introdotto formule che ora sono consuete ma che non erano mai state applicate prima di allora: il concetto di eliminazione non esisteva, nei contest c' era solo il vincitore, non l' eliminato. Anche le nomination erano una novità».
Il senso del pudore abbassò l' asticella, il limite dell' esibizionismo alzò il confine.
Grande Fratello ha avuto un impatto televisivo (ha cambiato il linguaggio), un impatto industriale (ha fatto nascere un genere), un impatto sul costume. Che Pasquinelli però ridimensiona: «Un certo tipo di esibizionismo e narcisismo sarebbero emersi anche senza Gf: non sarebbe cambiato nulla, Instagram sarebbe nato lo stesso». Con il suo primo comandamento: non avrai altro Io all' infuori di Me.
E il suo corollario cartesiano, «appaio dunque esisto».
cristina plevani e il cast del primo grande fratello
2. TARICONE «'O GUERRIERO» E L' ARMA DELLA SENSIBILITÀ
Aldo Grasso per il Corriere della Sera
All' inizio, Grande Fratello è stato un' eccezionale cerimonia di iniziazione per dieci persone ma anche per tutto il pubblico che ha variamente seguito il noviziato. In un periodo limitato, un manipolo di nuovi eroi, o più semplicemente di tipi, è passato dall' anonimato alla notorietà (l' aspirazione principale della nostra società), come succede in altri programmi dedicati alla gente comune, sebbene con fasi molto più lunghe e intermittenti. All' inizio, c' era Pietro Taricone. Non aveva vinto (vinse la bagnina Cristina Plevani, detta Tristina, la ragazza da lui sedotta in diretta), ma era uscito dalla Casa come il vincitore morale.
marina la rosa
Si era presentato come «'o guerriero» e fin dalla prima puntata aveva messo in mostra i suoi muscoli da palestrato, la sua aria sbruffona, ma anche la sua ironia e intelligenza, proponendo un personaggio insolito, in mezzo a quella insolita compagnia che erano i ragazzi del GF Uno. Era solo il 2000 e sembra preistoria, con quei personaggi venuti dal nulla che si chiamavano Casalino, Ottusangolo, Salvo il pizzaiolo, Roberta Beta, La gatta morta.
marina la rosa
Le imprese di Taricone avevano mobilitato gli spiriti nobili dell' opinionismo, pronti a decretare l' ennesimo tramonto dell' Occidente, indignati sia per lo spogliarello metaforico (il denudamento operato dalla tv) che per quello reale, davanti alle telecamere. Pietro era speciale, tutto il contrario di quello che appariva nella casa del Grande Fratello .
Dietro la scorza dura e coatta del palestrato, dello sciupafemmine, del morto di fama, c' era un ragazzo sensibile che si interrogava sul significato di quella sua esplosione mediatica: il successo si raggiunge così facilmente?
marina la rosa
Si poneva delle domande, inseguiva consigli, cercava di sfuggire alla spietatezza del baraccone televisivo.
La morte ce l' ha portato via sul più bello.
cristian marazziti roberta beta pietro taricone al grande fratello pietro taricone al grande fratello Roberta Beta roberta beta pietro taricone al grande fratello