unicredit
Unicredit si prepara a versare 900 milioni di dollari (poco più di 800 milioni di euro, al cambio attuale) alle autorità statunitensi per chiudere la vicenda circa i presunti servizi offerti ai clienti in Iran che avrebbero violato le strette normative Usa anti-riciclaggio. In questo modo, la banca italiana si vedrebbe risparmiate le ricadute penali della vicenda.
Un accordo di queste proporzioni - annota l'agenzia finanziaria Bloomberg che dà la notizia - sarebbe uno dei maggiori registrati in merito alla violazione delle leggi americane, alle spalle soltanto di SocGen, Commerzbank, Hsbc e Bnp Paribas. Secondo un fresco report di Moody's, tra il 2012 e il 2018 le banche europee hanno pagato qualcosa come 16 miliardi di dollari di sanzioni legate al tema dell'antiriciclaggio, della violazione delle sanzioni e per mancati controlli; nel 75% dei casi, si è trattato proprio di casi aperti al Dipartimento di Giustizia americano.
JEAN PIERRE MUSTIER
Nel caso di Unicredit, spiega la fonte dell'agenzia Usa, un accordo è previsto nelle prossime settimane e metterebbe fine alle indagini del Dipartimento di Giustizia, del Tesoro, ma anche di altre Autorità come la Fed e il Dipartimento dei servizi finanzairi di New York. "No comment", per il momento, dalla banca.
Al centro della contesa c'è la controllata tedesca, Hypovereinsbank, citata nel marzo 2011 alla corte newyorkese per aver intrapreso affari con società iraniane che ricadevano sotto le sanzioni americane. Accantonati ci sono già 831 milioni di dollari per la questione, più altre risorse sono state aggiunte in momenti successivi. Tanto che le fonti di Bloomberg parlano di una copertura totale dell'eventuale sanzione.
william barr
Il caso di Unicredit sarebbe il secondo in Italia, dopo l'accordo da 235 milioni di Intesa relativo al dicembre 2016 sulle mancanze in tema di antiriciclaggio.