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    MISTERI D’ITALIAILARIO SCOTTI, IL 40ENNE CHE TROVÒ IL CADAVERE DI YARA GAMBIRASIO A BREMBATE, RACCONTÒ AGLI INVESTIGATORI CHE, QUELLA GIORNATA, VENNE TENUTO D’OCCHIO, PER QUINDICI MINUTI, DA UN ENIGMATICO SCONOSCIUTO - MASSIMO BOSSETTI, CONDANNATO PER L'OMICIDIO, SI PROFESSA INNOCENTE, MA 10 GIORNI FA LA CASSAZIONE HA DETTO NO ALLA NUOVA ISTANZA CON CUI I LEGALI DEL MURATORE CHIEDEVANO LA...


     
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    Estratto dell’articolo di Mario Landi per www.leggo.it

     

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    Tredici anni fa oggi in un campo di Chignolo d’Isola, nella Bergamasca, era stato rinvenuto il cadavere di Yara Gambirasio: per quell'omicidio è in carcere Massimo Bossetti, che continua a proclamarsi innocente. La 13enne era scomparsa da Brembate di Sopra (Bergamo) il 26 novembre 2010 dopo essere uscita di casa per portare uno stereo nella palestra che frequentava. Poi, fino al 26 febbraio di Yara nessuno seppe più nulla. Alcuni testimoni la videro uscire dalla palestra, poi la ragazzina svanì.

     

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    Quel 26 febbraio Ilario Scotti, un 40enne di Brembate appassionato di aeroplanini telecomandati, aveva raggiunto intorno alle due un campo di Chignolo d’Isola per far volare uno dei suoi modellini. E proprio mentre recuperava il suo aeroplanino notò qualcosa tra l’erbacce incolte. «Sembrava un mucchio di stracci», disse.

     

    In realtà era il corpo di Yara. Ilario Scotti fece sapere agli investigatori che quella mattina, mentre stazionava di fronte al cadavere di Yara Gambirasio nell’attesa dell’arrivo delle autorità, notò un uomo sui 50-55 anni che lo osservava dal bordo del campo. Il personaggio misterioso era in piedi accanto a un’utilitaria, indossava “una giacchetta da pensionato” ed era calvo. I due non scambiarono una parola, ma lo sconosciuto rimase a fissarlo per almeno 15 minuti, posizionandosi in piedi su un panettone di cemento.

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    Per l’omicidio di Yara Gambirasio è in carcere il muratore Massimo Bossetti, condannato in via definitiva all'ergastolo. Dieci giorni fa, riporta Repubblica, la Cassazione ha detto no alla nuova istanza con cui i legali di Bossetti chiedevano di poter analizzare alcuni reperti dell'indagine che portò al suo arresto, dieci anni fa: i leggings e gli slip di Yara sui quali venne isolato il dna inizialmente identificato come 'Ignoto 1' e poi ricondotto proprio a Bossetti, la cosiddetta “prova regina” che è sempre stata al centro della battaglia processuale e che anche nel terzo grado di giudizio era stato stabilito appartenere al muratore di Mapello. […]

     

    Dieci giorni fa, riporta Repubblica, la Cassazione ha detto no alla nuova istanza con cui i legali di Bossetti chiedevano di poter analizzare alcuni reperti dell'indagine che portò al suo arresto, dieci anni fa: i leggings e gli slip di Yara sui quali venne isolato il dna inizialmente identificato come 'Ignoto 1' e poi ricondotto proprio a Bossetti, la cosiddetta “prova regina” che è sempre stata al centro della battaglia processuale e che anche nel terzo grado di giudizio era stato stabilito appartenere al muratore di Mapello. […]

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    E cosa fa in carcere? Lavora per una società che produce macchine da caffè industriali e che partecipa «da anni ai concorsi di cucina dedicati ai carcerati, anzi partecipo a tutti i bandi esposti in biblioteca: concorsi letterari, artistici e culinari. Partecipo - sono le parole di Bossetti - semplicemente per rendere meno pesante il trascorrere inutile del tempo rendendolo più costruttivo.

     

    A casa non avevo tutto questo tempo disponibile come oggi ho qui dato che ero molto impegnato con la mia impresa edile e chi cucinava principalmente era mia moglie. La ricetta con cui ho partecipato al concorso “Cuochi dentro” l’ho chiamata “sgranella alle noci con mele e limone». A casa Bossetti ha una moglie e tre figli dai 17 ai 22 anni che continuano a credere nella sua innocenza.

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