1.FOLLA CIRCONDA POLIZIA E FA FUGGIRE RAPINATORE. A PALERMO, ABITANTI QUARTIERE KALSA DIFENDONO BANDITO
QUARTIERE KALSA PALERMO
(ANSA) - Un gruppo di abitanti del quartiere Kalsa di Palermo e alcuni commercianti hanno aiutato un rapinatore, inseguito dalla polizia, a scappare. Gli agenti sono stati accerchiati dalla folla e il bandito si è dato alla fuga. Addosso a un complice, fermato invece dagli investigatori, è stata trovata una pistola calibro 7.65 col colpo in canna.
Gli agenti per disperdere la folla hanno sparato alcuni colpi in aria. I due rapinatori stamattina, insieme ad altri due banditi di cui si sono perse le tracce, hanno svaligiato un stand del mercato ortofrutticolo. Erano travestiti da operai della Gesip, una partecipata del Comune. Il bottino della rapina è stato di diecimila euro.
QUARTIERE KALSA
Il commerciante ha avvertito immediatamente la polizia che è riuscita ad intercettare i quattro rapinatori fuggiti su due moto. Due si sono allontanati verso la periferia orientale di Palermo, gli altri due hanno scelto i vicoli del quartiere Kalsa, rione arabo del centro storico. Gli agenti sono riusciti a immobilizzare un rapinatore, l'intervento della folla che ha circondato i poliziotti ha consentito all'altro di scappare.
2.CARCERI, A BARI GLI UOMINI DI CLAN SI FANNO ARRESTARE PER ANDARE A PRENDERE ORDINI DAI BOSS IN CELLA
Da “Bari.repubblica.it”
CARCERE DI BARI
I messaggi da e per il carcere sono filtrati, i controlli sempre più accurati e le maglie più stringenti. Quando sembra ormai finita la stagione delle donne come postine di ordini dei capiclan per gli affiliati, soprattutto alla luce delle ultime operazioni, i gruppi criminali di Bari studiano nuove strategie per trasmettere le direttive a chi è ancora in libertà.
SCU
E si introducono, a tale scopo, nuove 'figure di collegamento': sono personaggi criminali di piccolo calibro, pesci piccoli con modesti precedenti penali, che accettano di finire in cella per essere utili, a vario titolo, all'organizzazione malavitosa.
La novità emerge da indagini appena avviate dalle forze di polizia, che stanno tenendo sotto controllo i movimenti dei clan. In particolare, gli investigatori avrebbero accertato che i pregiudicati farebbero in modo di essere arrestati, commettendo reati non gravi e per i quali il periodo di detenzione previsto dal Codice penale non è particolarmente lungo.
Francesco Campana Sacra Corona Unita x
Sarebbero loro stessi, a volte, ad allertare le forze dell'ordine, attirando l'attenzione degli inquirenti su alcune circostanze penalmente rilevanti. Una volta scoperti non farebbero alcuna resistenza all'arresto, già pronti a finire in carcere come misura cautelare in attesa di processo.
Le maglie elastiche della giustizia farebbero poi il resto: il colpevole che si autoaccusa del reato viene processato per direttissima, patteggia la condanna e nel giro di qualche ora torna in libertà. Nel frattempo, però, ha avuto modo di incontrare in carcere i referenti del clan di appartenenza e di "passare a novità", come si dice in gergo mafioso, quel che accade dall'altra parte delle sbarre.
DON TONINO SCRETI EX BOSS SACRA CORONA UNITA
Ma, soprattutto, di raccogliere dal capoclan le direttive che gli affiliati devono poi seguire, nella gestione degli affari illeciti in città: estorsioni, traffico e spaccio di droga in particolare.
Il carcere di Bari si conferma allora un crocevia di contatti utili per le organizzazioni criminali, come rilevato anche dall'Osapp (il sindacato autonomo della polizia penitenziaria), i cui rappresentanti nei giorni scorsi hanno visitato le undici strutture detentive pugliesi.
Il segretario generale dell'Osapp, Leo Beneduci, al termine della due giorni di sopralluoghi aveva lanciato l'allarme: "Il sovraffollamento e la "non differenziazione delle detenzione" - aveva denunciato - favoriscono le affiliazioni da parte dei clan e fanno venir meno la funzione rieducativa del carcere".