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    BPM IN MANO A UN DALEMIANO PENTITO - DAGOSPIA ANTICIPA I DETTAGLI DELL'ASSEMBLEA DI PIAZZA MEDA: ALLA PRESIDENZA ARRIVA NICOLA ROSSI, SOSTENUTO DAI SOCI-PENSIONATI MA INCORONATO COL BENESTARE DI PALAZZO CHIGI


     
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    LA SEDE DELLA BPM - BANCA POPOLARE DI MILANO - A PIAZZA MEDA A MILANO LA SEDE DELLA BPM - BANCA POPOLARE DI MILANO - A PIAZZA MEDA A MILANO

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    L’esito è scontato: la lista capitanata dal dalemiano pentito, Nicola Rossi, vincerà. Così l’ex consigliere economico di Massimo D’Alema, da domani diventerà presidente della Banca Popolare di Milano. A Piazza Meda è in programma l’assemblea e arriveranno 3mila soci, tra i quali molti lavoratori (i biglietti staccati sono 8.833). Rossi è appoggiato dai sindacati, ma è molto probabile che la lista presentata da Piero Lonardi faccia comunque un’ottima figura.

     

    nicola rossi lap nicola rossi lap GIUSEPPE CASTAGNA GIUSEPPE CASTAGNA

    Una radiografia accurata delle coalizioni in campo aiuta a capire i giochi di potere nella Bpm, che da novembre si fonderà con il Banco Popolare. Dunque, quello che nascerà domani sarà un board ponte perché dopo le nomine del consiglio di sorveglianza le carte sul tavolo dovranno gioco-forza essere rimescolate. La candidatura di Rossi nasce (solo) formalmente nell’associazione dei pensionati, dove il presidente Edoardo Dorenti, ex dipendente Bpm, fa di tutto per mettersi in mostra, in modo scomposto e arrogante, e cercare di avere la massima visibilità.

     

    A Milano, Dorenti, il George Clooney dei poveri, racconta di aver trattato in prima persona la scelta del prof. Rossi con il governo. Non è vero. O meglio: è vero che sul nome di Rossi è stato chiesto il “benestare” di palazzo Chigi, ma il negoziato si è giocato su un altro tavolo. Quello del circolo Bruno Leoni, il think tank liberista di cui Rossi è presidente e Franco Debenedetti, fratello dell’Ingegnere editore di Repubblica, gran cerimoniere. Dorenti, dunque, ha portato l’acqua, un compito non da grande stratega.

    ASSEMBLEA BPM jpeg ASSEMBLEA BPM jpeg

     

    Nient’altro. Il suo nome, tra altro, è sulla black list dell’amministratore delegato, Giuseppe Castagna. Dorenti, infatti, gli aveva promesso ampio sostegno, ma gli ha voltato subito le spalle non appena ha ottenuto la nomina di Gisella Usai come direttrice della mensa Bpm: i ben informati sostengono che il capo dei pensionati sia un buongustaio. Bel colpo per il George Clooney dei poveri. 

     

     Fin qui quello che accadrà domani, come è in grado di anticipare Dagospia nella sua infinita miseria. Vale la pena fare una previsione sul futuro, nemmeno troppo lontano. Incassata la nomina di Rossi ala presidenza, i pensionati potrebbero trovarsi in minoranza. I sindacati, che domani sosterranno l’elezione dell’ex consigliere di D’Alema, potrebbero fare blocco e dunque costituire una nuova maggioranza in vista delle assemblee di ottobre-novembre, quando prima si dovrà votare la trasformazione in spa e poi dire sì all’aggregazione col Banco veronese. 

    logo BPM logo BPM

     

    Coi sindacati potrebbero fare blocco Lonardi e i fondi, capitanati da Ezio Simonelli (lista Mincione) che ha un eccellente rapporto con Lando Sileoni (Fabi, stranamente molto defilato in questa campagna elettorale, ma sempre gran manovratore dietro le quinte) il quale è in perfetta sintonia sia con Agostino Megale (a capo della Cgil per ora a fianco dei pensionati) sia Massimo Masi (Uilca).

     

    BPM BANCA POPOLARE DI MILANO BPM BANCA POPOLARE DI MILANO

    In ballo, subito dopo l'elezione del nuovo consiglio di sorveglianza, c'è il destino della banca-rete Bpm dopo la fusione, alla cui presidenza i pensionati vorrebbero Rossi. Altro tema caldo sono le nomine della nuova banca Milano-Verona dove sia Rossi sia i pensionati sono destinati a restare senza potere. Nel nuovo cda della nuova banca saranno determinanti le scelte di Saviotti e di Castagna che tuttavia dovranno obbligatoriamente valorizzare il peso delle principali sigle sindacali.

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