DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
1 - ALLARME SULL’INDUSTRIA: «IN DISCESA DA 21 MESI»
Estratto dell’articolo di Rita Querzè per il “Corriere della Sera”
Il punto è questo: prima del Covid, nel 2019, la quota di ricchezza generata dalla nostra industria era pari al 19,9% del Pil. Oggi siamo scesi al 18,1%. In pratica, due punti in meno in soli cinque anni. […]
Valore aggiunto
Gli epicentri del terremoto nella manifattura sono più di uno. Di certo l’auto. Ma anche l’elettrodomestico. E poi tessile e calzaturiero. Si potrebbe dire: possiamo produrre meno macchinari e «cose» se compensiamo con servizi e turismo. Ma non è proprio così: l’industria genera maggiore valore aggiunto e in molti casi offre lavoro di migliore qualità e più retribuito.
In questo scenario, da qualche mese l’industria continua a registrare sul calendario cattive notizie. Prima di tutto la produzione industriale è in calo da 21 mesi. Ieri, al bollettino già pieno di segni meno dell’Istat, si è aggiunto quello del centro studi di Confindustria. Che dice: «In ottobre la produzione continua a registrare un calo del 3,6% tendenziale (cioè rispetto allo stesso mese del 2023). Un risultato pesantissimo in particolare per veicoli (-34,5%) e articoli in pelle (-17,2%)».
GIORGIA MELONI EMANUELE ORSINI
Minori investimenti
Tempi duri, e così l’industria reagisce investendo di meno. Un indicatore interessante arriva dai dati — anche questi diffusi ieri — di Ucimu, l’associazione dei produttori di macchine utensili e robot. Macchine che vengono comprate dalle fabbriche che vogliono rinnovarsi e produrre meglio e di più. Ma nel 2023 il mercato interno è andato malissimo: meno 33,5% il valore delle vendite alle aziende italiane. Non un buon segnale. Perché meno un’impresa innova, meno sarà competitiva in futuro.
[…]
Il nodo golden power
Intervistato dall’Ansa, il presidente di Confindustria ha rivolto una specie di chiamata alle armi a tutto il mondo della produzione. Non solo agli imprenditori, anche ai sindacati. «Il 2025 sarà un anno cruciale — ha detto Orsini —. Solo lavorando insieme anche con i sindacati possiamo affrontare le grandi sfide che ci attendono, per salvaguardare posti di lavoro e interi comparti industriali».
In altre parole: il nemico è fuori, a casa stringiamo i ranghi. Operazione non scontata. È in una fase conflittuale per esempio la negoziazione del nuovo contratto dei metalmeccanici, con scioperi articolati a livello territoriale in tutto il Paese.
emanuele orsini - confindustria
Da segnalare anche la posizione di Confindustria sul golden power, prospettato dal governo nell’elettrodomestico e non solo: «Il golden power è essenziale per proteggere asset strategici ma va applicato con equilibrio e trasparenza anche per essere attrattivi verso gli investitori esteri», avverte il presidente di Confindustria. Come dire: attenzione al bastone, con i capitali stranieri funziona meglio la carota.
2 - AUTO, L’APERTURA DI BRUXELLES «SIAMO PRONTI A LAVORARE SULL’ADDIO A BENZINA E DIESEL SENZA PENALIZZARE LE AZIENDE»
Estratto dell’articolo di Francesca Basso per il “Corriere della Sera”
Stephane Sejourne ursula von der leyen
«Ho scelto l’Italia come mia prima missione fuori dal Belgio. Poi andrò in Polonia, Francia e Germania. L’Italia è terza in Europa per la chimica ed è una delle principali potenze industriali: un esempio di capacità e abilità di esportazione». Stéphane Séjourné, 39 anni, francese, molto vicino al presidente Macron, è vicepresidente esecutivo della Commissione europea con la delega alla Prosperità e alla Strategia industriale.
Oggi è a Milano e visiterà l’impianto chimico della Syensqo a Bollate con il ministro delle Imprese Adolfo Urso e il presidente della Regione Attilio Fontana. Incontrerà anche la Confindustria.
Perché questa visita?
transizione ecologica - auto elettrica
«Il tessuto industriale italiano è motivo di orgoglio per l’Europa, soprattutto negli ultimi anni: è diventato un punto di riferimento per l’industrializzazione, l’occupazione e la capacità di conquistare altri mercati internazionali, per la sua forza di esportazione».
Il settore dell’auto è in sofferenza. Cosa intendete fare?
«L’industria dell’auto ha gli stessi problemi del resto dell’industria europea, che soffre per i prezzi dell’energia troppo alti, per la sovraccapacità produttiva esterna, in particolare cinese, che si riscontra in molti settori come l’acciaio e l’alluminio, e per la concorrenza sleale sul mercato. Vogliamo fare tutto il possibile per abbassare i prezzi dell’energia e garantire la certezza del diritto con clausole di salvaguardia».
Stephane Sejourne ursula von der leyen
Alcuni Paesi tra cui l’Italia chiedono di anticipare al 2025 dal 2026 la revisione delle regole che mettono al bando il motore a scoppio dal 2035. Cosa risponde?
«Dobbiamo essere pragmatici. La presidente von der Leyen avrà un dialogo strategico con i produttori e l’intera filiera, compresi i subappaltatori, nelle prossime settimane per mettere sul tavolo le difficoltà legate alla transizione. Sono pronto a iniziare a lavorare sulla clausola di revisione nel 2025 in modo da essere pronti nel 2026, perché se iniziamo nel 2026, saremo pronti nel 2027. Quindi iniziamo a esaminare i problemi, come farà la presidente».
MARIO DRAGHI URSULA VON DER LEYEN - RAPPORTO COMPETITIVITA UE
Italia, Francia e Germania chiedono di eliminare le multe alle case automobilistiche per il 2025 se non raggiungono gli obiettivi di emissione di CO2. È d’accordo?
«I target fissati non sono in discussione. Ma la questione delle multe deve essere risolta in modo pragmatico per non penalizzare i produttori ai quali viene chiesto di fare molto».
[…]
Cosa farete?
«Ci sarà uno choc di semplificazione importante per le aziende e per tutta la filiera industriale: vogliamo avere un ambiente normativo molto più semplice per tutta l’industria, non solo per la chimica. Nei primi cento giorni presenteremo un piano per l’Industria pulita. E durante il mandato anche un fondo per la competitività, il cui scopo sarà quello di finanziare tutte le transizioni, per sostenere i produttori nei cambiamenti necessari per renderli più competitivi».
ursula von der leyen Stephane Sejourne
A cosa servirà il fondo?
«Il fondo farà tre cose. Primo, potrà intervenire come garanzia per i progetti che non hanno accesso al finanziamento attraverso le banche e il sistema finanziario tradizionale. Secondo, aiuterà i ricercatori e le start up innovative a crescere. Terzo aiuterà le scale-up (le startup che hanno superato la fase iniziale, ndr ): troppi progetti industriali promettenti vengono abbandonati o delocalizzati nella fase di sviluppo chiave.
Il fondo si applicherà a tutte industrie strategiche».
I settori saranno quelli del Rapporto Draghi?
«C’è molta sovrapposizione. Ma dobbiamo essere in grado di spiegare oggettivamente perché abbiamo scelto questi settori. Ecco i criteri: forti trasformazioni in atto con gli obiettivi di decarbonizzazione da raggiungere; settori fortemente colpiti dalla concorrenza internazionale e dalla concorrenza sleale.
transizione ecologica - auto elettrica
Come il settore dell’auto con la sovraccapacità cinese che destabilizza il mercato per i produttori europei. Poi le industrie di domani: il clean tech, biotecnologie, chimica. Infine i settori in cui l’Europa deve essere più autonoma. È importante per la sicurezza economica. Ricordiamo la crisi del Covid». […]
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