Adriana Logroscino per il “Corriere della Sera”
camusso letta
Quella che per lo schieramento progressista è una buona notizia generale, l'alleanza raggiunta tra Pd e Azione di Calenda, può essere una tegola per chi, in quel campo, attende la certezza di una candidatura: «Gli ex Cinque stelle che non potranno misurarsi con i collegi - dicevano sconsolati, ieri, alcuni parlamentari uscenti del Pd - finiranno tutti nelle nostre liste. Come se non bastasse la calata dei big».
A proposito di big, nome particolarmente pesante è quello di Susanna Camusso: l'ex segretaria della Cgil è data per certa nelle liste dei Democratici. Godranno poi della deroga alla regola dei tre mandati Piero Fassino, Francesco Boccia (forse non in Puglia, però, dove sgomitano i civici del governatore Emiliano, ma in Campania) e Walter Verini. Tornerà in parlamento Nicola Zingaretti, con un posto sicuro nel proporzionale.
susanna camusso al corteo antifascista a roma
Nel collegio di Roma 1, invece, a rappresentare il centrosinistra dovrebbe essere confermata la sua fedelissima, Cecilia D'Elia entrata alla Camera a gennaio (vincendo le suppletive, dopo la nomina di Gualtieri a sindaco). Potrebbe figurare nella lista Pd il nome dell'epidemiologo Pierluigi Lopalco: a proporlo, in Puglia, è Articolo 1, il partito guidato da Roberto Speranza.
Il problema di assicurarsi una candidatura se non in posizione certa, almeno non kamikaze, è naturalmente trasversale a 20 giorni dalla scadenza per la presentazione delle liste. Nella Lega si dice che l'intenzione di Matteo Salvini sia quella di occuparsene «non prima di Ferragosto». Il Carroccio ha un problema grosso al Nord, dove i più pessimisti calcolano che la metà degli uscenti non sarà confermata. Nonostante l'intenzione annunciata di reclutare volti nuovi attraverso la campagna «Invia il tuo curriculum», possono senz' altro contare su una ricandidatura i capigruppo Molinari e Romeo, Simonetta Matone, consigliera comunale a Roma, e i sottosegretari come Lucia Borgonzoni e Nicola Molteni.
susanna camusso
Ma dai territori spingono, tra gli altri, Claudio Durigon, plenipotenzario di Salvini nel Lazio, e Stefano Locatelli, sindaco e responsabile enti locali per il partito.
Al Sud per i leghisti la situazione si capovolge. Se, infatti, la ripartizione per collegi tra alleati rispecchiasse a livello locale quella nazionale, gli uscenti sarebbero tranquilli: effetto dei tanti addii degli ultimi due anni (direzione FdI, perlopiù) e dello stop di Salvini agli europarlamentari che avessero intenzione di andare (o tornare) a Roma. Massimo Casanova, europarlamentare e proprietario del Papeete, smentisce di averci mai pensato.
Tuttavia al Sud il timore è che vengano paracadutati inamovibili provenienti da altre regioni in cui la concorrenza è maggiore. Giura di no, Salvini: «I candidati li sceglieranno i territori». Anche dentro Forza Italia tocca stringersi. Francesco Paolo Sisto cerca di spuntare un posto al proporzionale. Maurizio Gasparri e Paolo Barelli dovrebbero vedersi garantito un passaporto per la conferma.
raffaele fitto foto di bacco
Così come la presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati. Il vicepresidente del partito, Antonio Tajani, al termine della riunione di ieri ha detto: «Siamo al lavoro per un'assegnazione equilibrata dei diversi collegi». Lavoro lungo: i collegi sono più estesi, le previsioni più difficili. In FdI si parla pochissimo, ma contro la candidatura dell'eurodeputato Raffaele Fitto si sarebbe sollevata la vecchia guardia meloniana. Scontati i posti blindati per i fedelissimi laziali come Paolo Trancassini e Isabella Rauti, e per i volti del partito Santanché, Rampelli, Lollobrigida.