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    LA "GIUSTIZIA" DEL BRANCO - A CATANZARO QUATTRO PERSONE SONO STATE ARRESTATE PER AVER SEQUESTRATO E TORTURATO UN RAGAZZO ACCUSANDOLO DI AVER AVUTO UNA RELAZIONE CON LA FIDANZATA DI UNO DI LORO – IL RAGAZZO È STATO “INTERROGATO”, SEVIZIATO E MINACCIATO CON UNA PISTOLA – GLI AGGRESSORI, CHE DICONO DI APPARTENERE A UN GRUPPO CRIMINALE, HANNO ANCHE MINACCIATO I FAMILIARI DEL POVERETTO...


     
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    (ANSA) - Hanno sequestrato e torturato un ragazzo, loro conoscente, procurandogli ferite che lo hanno posto in pericolo di vita, accusandolo di avere avuto una relazione con la compagna di uno di loro: per questo 4 persone sono state arrestate dalla Polizia a Catanzaro con accuse, a vario titolo, di tortura, lesioni personali aggravate, sequestro di persona, violenza privata, detenzione illegale di arma comune da sparo, rapina, reati tutti aggravati dall'utilizzo del metodo mafioso. I provvedimenti, emessi dal Gip su richiesta della Dda di Catanzaro, sono stati eseguiti dalla Squadra mobile del capoluogo. La squadra mobile è stata supportata in fase esecutiva dai Reparti Prevenzione Crimine "Calabria" di Vibo Valentia e Cosenza.

     

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    L'ordinanza si fonda sulle indagini svolte dalla Squadra mobile catanzarese, dirette e coordinate dalla Dda, in seguito ad una brutale aggressione avvenuta, in due distinte fasi, il 26 e 27 ottobre scorsi, nel quartiere nord di Catanzaro, nei confronti di un ragazzo, da parte di soggetti che evocavano l'appartenenza ad un gruppo criminale. In particolare, la vittima, che frequentava da lunga data i suoi aggressori, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe stata accusata di aver avuto una relazione con la compagna di uno di loro e quindi sottoposta ad un violento interrogatorio svoltosi in località Cavaglioti, venendo malmenata e minacciata con una pistola. Il giorno successivo, la vittima è stata portata nello stesso luogo e qui seviziata riportando lesioni che l'hanno posta in pericolo di vita. Gli aggressori, successivamente, hanno anche minacciato alcuni familiari della vittima affinché non sporgessero denuncia.

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