Mario Ajello per ''Il Messaggero''
Marcia di avvicinamento al mistero dei 49 milioni della Lega. L' arresto dei tre commercialisti è infatti un colpo al cuore del sistema finanziario del Carroccio e del legame profondo tra la leadership del patito e la Regione Lombardia che è la fortezza, sempre più sbracciata, del salvinismo.
alberto di rubba
Alberto di Rubba e Andrea Manzoni sono nomi pesanti nell' architettura finanziaria dei lumbard a livello nazionale. Di Rubba - e i social naturalmente ironizzano sul cognome e sul nomen omen anche se c' è una b di più - è infatti amministratore al Senato del gruppo del Carroccio.
Il secondo invece - il Manzoni - è revisore del partito alla Camera.
Milano degli scandali arriva nella Capitale ed è per questo che ieri sera, appena si è saputa la notizia degli arresti, nel centrodestra ma soprattutto nel centrosinistra si è parlato di un «terremoto». Con epicentro Padania ma con scosse telluriche a vastissimo raggio.
OCCHI PUNTATI
Tutti con gli occhi puntati sui nomi dei due commercialisti perché entrambi erano entrati pesantemente anche nell' inchiesta sulla scomparsa dei 49 milioni di fondi pubblici che la Lega avrebbe dovuto restituire allo Stato. E che ancora non si trovano. Ma l' arresto dei due commercialisti a Milano - e in più c' è Arturo Maria Scillieri, loro collega nel cui studio è stato fondato e domiciliato il movimento Lega per Salvini premier che è proprio quello creato apposta per smarcarsi dalle passate gestioni finanziarie dei tempi di Bossi - puó diventare una carta giocabilissima dagli inquirenti di Genova. Quelli che si occupano del tesoretto evaporato dei 49 milioni.
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Alla Procura del capoluogo ligure ci si può leccare i baffi. Nel senso che il loro sforzo da Follow the money - così sarebbe da intitolare un giallo e questo proprio un giallo è - può avvalersi di qualche aiuto in più. Parleranno i commercialisti finiti ai domiciliari? Diventeranno il fattore umano di una indagine - su cui fa il tifo tutto il fronte avverso a Salvini, mescolando come al solito politica e giustizia - che si è affidata finora alle macchine per fare passi avanti.
IL SUPER SOFTWARE
La Procura di Genova ha messo infatti in campo un super computer per trovare i leggendari 49 milioni di euro che la Lega è accusata di essersi intascata con i rimborsi elettorali. Si tratta di un software costato mezzo milione di euro che incrocia dati e conti e non è la prima volta che viene utilizzato.
È stato parecchio utile nel processare i 60terabyte di dati che il Primo Gruppo della Guardia di Finanza aveva raccolto nell' ambito dell' inchiesta sul crollo del Ponte Morandi. Ma adesso, arrivano Di Rubba e gli altri e la luce sui soldi della Lega può provenire da due fonti: sia la macchina che le persone. Per la Lega è uno choc. E la storia sembra avere un nuovo inizio.