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    A CHI LO RIFILIAMO IL CATORCIO MPS? - DRAGHI E' PREOCCUPATO: IL MEF NON TROVA UN COMPRATORE - L’AD DI MONTEPASCHI BASTIANINI STA CERCANDO DI CONVINCERE IL MINISTERO CHE LA BANCA (CONTROLLATA DALLO STATO AL 64%) PUÒ STARE IN PIEDI DA SOLA - MA LA PRESIDENTE DI MONTEPASCHI, PATRIZIA GRIECO, È CONTRARIA. SOLO CHE PER VENDERE, SCARTATA LA SOLUZIONE SPEZZATINO, BISOGNA TROVARE UN COMPRATORE CHE INGOI TUTTO IL ROSPO - E UNICREDIT A GUIDA ORCEL GUARDA ALTROVE…


     
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    Bancor per https://www.tag43.it

     

    GUIDO BASTIANINI GUIDO BASTIANINI

    Mario Draghi sta diventando impaziente. Sebbene finora abbia ritenuto di starsene lontano dal dossier, forse contando che a risolvergli la grana sarebbe stato il Mef, adesso comincia a preoccuparsi. La deadline di fine luglio fissata per la vendita si avvicina, ma della cessione del Monte dei paschi di Siena non c’è traccia.

     

    MPS, ANCORA STALLO SULLA SCELTA DEL NUOVO AD

    La banca, controllata al 64 per cento dallo Stato, rischia così di diventare una spina nel fianco del governo perché all’orizzonte non si vedono compratori. Cosa che costringerebbe il Mef a sottoscrivere l’aumento di capitale chiesto dalla Bce per mettere in sicurezza l’istituto. Risultato?

     

    MARIO DRAGHI DANIELE FRANCO MARIO DRAGHI DANIELE FRANCO

    Situazione in stallo, nella fideistica attesa che qualcosa accada per sbloccarla. Quindi stallo anche sulla scelta del nuovo amministratore delegato al posto dell’attuale Guido Bastianini, portato a Siena dal Movimento 5 stelle su indicazione dell’allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, che sta approfittando del tempo guadagnato per convincere il ministero che la banca può stare in piedi da sola.

     

    ALESSANDRO RIVERA ALESSANDRO RIVERA

    A sostegno della sua tesi il numero uno di Rocca Salimbeni parla di un andamento gestionale positivo al punto che lunedì 12 luglio, in una audizione alla commissione parlamentare sulle banche, ha detto che il fabbisogno di nuove risorse «potrebbe risultare in ulteriore riduzione, grazie all’evoluzione del contesto macroeconomico e alla conseguente dinamica economica della banca, ad oggi migliore di quanto ipotizzato nei dati prospettici disponibili all’inizio del 2021».

    DANIELE FRANCO MARIO DRAGHI DANIELE FRANCO MARIO DRAGHI

     

    La stima è largamente al di sotto di 1 miliardo di euro. Che egli riesca nell’impresa di sembra abbastanza difficile, ma Bastianini non demorde: tanto da essere andato carte alla mano dal direttore generale del Mef Alessandro Rivera per tentare di convincerlo. L’unico risultato ottenuto, finora, è che da a via XX Settembre il tema della sua sostituzione è stato per il momento messo in stand-by, così come il totonomi che indicava in due banchieri di lungo corso, Riccardo Sora e Luigi Lovaglio, i suoi possibili sostituti.

    PATRIZIA GRIECO PATRIZIA GRIECO

     

    ALLA RICERCA DI UN POSSIBILE COMPRATORE

    Ma Bastianini, oltre che dalle intenzioni romane, deve guardarsi da quelle in casa sua. Il presidente della banca infatti, Patrizia Grieco, resta la più convinta sostenitrice della vendita, fedele alla mission ricevuta dal Mef (che tiene la manager milanese in palmo di mano) quando, nel maggio dello scorso anno, è stata nominata alla guida del cda. Solo che per vendere, una volta scartata la soluzione spezzatino, bisogna trovare un compratore che faccia sua tutta la posta.

     

    L’indiziato numero uno, e non da oggi, è Unicredit. Per favorire l’operazione Pier Carlo Padoan, che da ex inquilino del Mef il dossier lo conosce bene, di dimise da parlamentare per potersi sedere alla presidenza della banca milanese. Solo che nel frattempo lo scettro del comando è passato da Jean-Pierre Mustier ad Andrea Orcel.

     

    PIER CARLO PADOAN PIER CARLO PADOAN

    Ovvero da un banchiere che l’acquisizione di Mps vedeva come fumo negli occhi a un altro che è esattamente dello stesso parere. Supportato in questo da Leonardo Del Vecchio, che di Unicredit è uno degli azionisti influenti. Risultato? Pier Carlo Padoan si è chiuso in un emblematico silenzio, Orcel si è messo a guardare oltre Siena. E il Montepaschi resta lì, per il governo in una sempre più preoccupante solitudine.

    Andrea Orcel Andrea Orcel

     

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