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    IN ITALIA IL PROBLEMA NON È TROVARE UN LAVORO, MA AVERE UN CONTRATTO STABILE E UNO STIPENDIO DECENTE – SECONDO I DATI ISTAT, A GENNAIO SI REGISTRANO 35MILA OCCUPATI IN PIÙ RISPETTO AL MESE PRECEDENTE. IL TASSO DI OCCUPAZIONE ARRIVA AL 60,8%, IL DATO PIÙ ALTO DAL 2004  – NELLA FASCIA D'ETÀ TRA 15 E I 24 ANNI, LA PERCENTUALE DI DISOCCUPATI È SALITA AL 22,9 (+0,7%). SCENDONO GLI INATTIVI – A FEBBRAIO L'INFLAZIONE È CALATA DAL 10 AL 9,2%


     
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    1– LAVORO, ISTAT: A GENNAIO TASSO OCCUPAZIONE SALE AL 60,8%

    Estratto da www.ilsole24ore.com

     

    LA RICERCA DEL LAVORO IN ITALIA LA RICERCA DEL LAVORO IN ITALIA

    […] L’Istat diffonde i dati di gennaio e indica come prosegue l'aumento del numero di occupati che arriva a superare 23,3 milioni. Rispetto a dicembre 2022, il tasso di occupazione sale al 60,8% (+0,1 punti). Gli oltre 23,3 milioni di occupati registrati a gennaio e il tasso di occupazione al 60,8% rappresentano il livello più alto dall’inizio delle relative serie storiche mensili dell’Istat (gennaio 2004).

     

    In calo di dipendenti a termine, autonomi e giovani

    L'occupazione, indica l’Istat, cresce (+0,2%, pari a +35mila) per donne, dipendenti permanenti e per chi ha più di 35 anni; risultano in calo i dipendenti a termine, gli autonomi e i giovani. Il numero di persone in cerca di lavoro cresce su base mensile (+1,7%, pari a +33mila unità) tra le donne e i minori di 50 anni.

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    Disoccupazione gennaio sale al 7,9%, giovani al 22,9%

    Il tasso di disoccupazione totale sale al 7,9% (+0,1 punti), quello giovanile al 22,9% (+0,7 punti). La diminuzione del numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,7%, pari a -83mila unità) coinvolge uomini, donne e persone con più di 35 anni d'età. Il tasso di inattività scende al 33,9% (-0,2 punti). […]

     

    2 – ISTAT: A GENNAIO SCENDE L’INFLAZIONE DAL 10 AL 9,2. IN EUROZONA FRENA

    Estratto dell'articolo di Sandra Riccio per www.lastampa.it

     

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    […] A febbraio, rileva l'Istat, «si consolida la fase di rapido rallentamento dell'inflazione (scesa a +9,2%). La flessione è frutto dell'attenuazione delle tensioni sui prezzi dei beni energetici, sia della componente regolamentata sia di quella non regolamentata. Tuttavia, si mantengono le spinte al rialzo dei prezzi nel comparto dei beni alimentari, lavorati e non, dei tabacchi e dei servizi, tutti in accelerazione tendenziale».

     

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    Il rallentamento del tasso di inflazione si deve, in primo luogo, all'accentuarsi della flessione su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da -12% a -16,7%) e alla decelerazione di quelli degli energetici non regolamentati (da +59,3% a +40,8%), i cui effetti sono stati solo in parte compensati dall'accelerazione dei prezzi degli alimentari sia lavorati (da +14,9% a +16,2%) sia non lavorati (da +8% a +8,4%), di quelli dei tabacchi (da una variazione tendenziale nulla a +1,8%), dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,5% a +6,1%) e dei servizi relativi ai trasporti (da +5,9% a +6,3%).

     

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    L'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +6% del mese precedente a +6,4%, quella al netto dei soli beni energetici da +6,2% a +6,5%. Si attenua la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +14,1% a +12,5%), mentre al contrario si accentua quella relativa ai servizi (da +4,2% a +4,4%), portando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a -8,1 punti percentuali, da -9,9 di gennaio. […]

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