Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”
ANATOMIA DEL CACCIA F 16 -
[…] tutti sapevano che la consegna dei caccia F-16 avrebbe portato il confronto a sfiorare una soglia molto pericolosa. […] di fatto inserirà la sua aviazione nelle dinamiche operative della Nato. Non a caso, per diciotto mesi la Casa Bianca si è opposta alla richiesta di fornirli.
[…] in genere servono almeno due-tre anni prima di mettere in linea un nuovo modello di aereo. Invece gli ucraini e il consorzio di nazioni europee che donerà i velivoli hanno bruciato le tappe: l’esordio è annunciato per il prossimo giugno, all’inizio di un’estate decisiva per le sorti del conflitto che vede adesso i russi in netto vantaggio. I programmi prevedono però che solo sei dei 45 jet promessi entrino in azione nei prossimi mesi: un numero esiguo per influire subito sugli esiti della battaglia.
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L’addestramento di piloti e tecnici è comunque molto difficile: l’aviazione di Kiev ha vetusti Mig e Sukhoi sovietici, adesso deve gestire una rivoluzione. «È come passare direttamente da un vecchio telefono a uno smartphone», ha commentato uno degli ufficiali ucraini dopo i primi decolli. In realtà, gli F-16 - chiamati “Fighting Falcon” ma più spesso soprannominati “Viper” - apparterranno alla prima serie uscita dalla fabbrica oltre quarant’anni fa, aggiornata nell’elettronica e nei motori. Sono veloci – toccano i duemila chilometri l’ora – e molto agili, hanno un radar potente e sistemi di contromisure per ingannare le reti di avvistamento avversarie. E possono usare i più avanzati armamenti occidentali, soprattutto per difendere i cieli dai raid nemici.
F16
Insomma, la soluzione ideale per dare protezione alle città ucraine, attaccate quasi ogni giorno dai russi che sfruttano la crisi della contraerea a corto di missili terra-aria.
Gli F-16 però serviranno pure per missioni d’assalto: verranno forniti assieme a bombe a guida laser e satellitare, ordigni anti-radar e non sarà difficile adattarli ai missili a lungo raggio Storm Shadow con un raggio d’azione di oltre 250 chilometri.
Le loro incursioni possono teoricamente prendere di mira molte metropoli russe inclusa Mosca. Per questo il Pentagono – gli aerei sono prodotti dalla Lockheed – ha imposto una “linea rossa”: i caccia non potranno andare oltre il confine. Questo gli permetterà di colpire la Crimea, territorio formalmente ucraino, ma dovrebbe impedire sortite sul resto della Russia.
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Basterà a evitare l’escalation? La propaganda del Cremlino vuole sfruttare questi jet per sostenere come ormai il conflitto coinvolga l’intera Nato. I generali di Mosca invece li temono perché conoscono la debolezza della loro aviazione: hanno già cominciato a scagliare missili contro i due aeroporti che potrebbero ospitare i Viper. Si trovano in prossimità dei confini romeni e polacchi, in una posizione che aumenta il pericolo di incidenti. Nello spazio di poche decine di chilometri ci saranno velivoli dell’identico modello: alcuni della Nato, altri ucraini.
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Sulle frontiere infatti volano le pattuglie di F-16 di Varsavia e Bucarest mobilitate dopo le violazioni di droni e cruise russi. Nella prospettiva di scontri diretti, i velivoli russi possono al massimo distinguere il tipo di jet, non la nazionalità dell’avversario. […] Le parole di Vladimir Putin hanno messo in campo una doppia minaccia. Da una parte, ha avvertito la Nato a non ospitare nelle sue basi i caccia consegnati a Kiev[…]
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Putin […] Ha sottolineato che sono gli F-16 a trasportare le bombe nucleari tattiche americane presenti in Europa: «Ne terremo conto nella nostra pianificazione», ha detto. Cosa significa? Un’ipotesi è che Mosca possa considerare ogni Viper in volo verso i suoi confini una potenziale minaccia atomica e di conseguenza mobilitare le sue forze strategiche. Uno scenario drammatico, ad alto rischio di escalation […]