Paola De Carolis per www.corriere.it
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«Non è cambiato nulla». Il caso di Sarah Everard, la giovane aggredita nel quartiere di Clapham mentre tornava a casa lo scorso marzo e poi uccisa, ha suscitato proteste di massa sulla sicurezza delle donne ma in termini pratici non ha portato a nulla di concreto.
Questa l’opinione di attivisti, gruppi di pressione ed esponenti politici britannici sulla scia di un altro caso truce e tragico, quello di Sabina Nessa, insegnante di 28 anni uccisa violentemente a pochi metri dalla sua abitazione a Kidbrooke, nel quartiere londinese di Greenwich, il 18 settembre.
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Nel tempo libero faceva ripetizioni di inglese agli emigrati, adorava i gatti, aveva una famiglia unita che le voleva tanto bene: Sabina era uscita per raggiungere gli amici in un pub che si trovava a cinque minuti di distanza da casa sua.
Non è mai arrivata. Un’altra donna, un’altra veglia. La polizia ha offerto la sua piena collaborazione e promesso che la sicurezza delle donne, a Londra così come in tutto il paese, è una priorità. Il sindaco della capitale, Sadiq Khan, ha ribadito che «non possiamo vivere in una società in cui una donna ha paura di uscire da sola la sera. Ogni donna — ha precisato — ha il diritto di sentirsi al sicuro».
scientifica indaga sull omicidio di sabina nessa 1
La violenza, però, non si ferma con le parole e non si argina nel giro di poche settimane. La frustrazione di chi si batte per la sicurezza è tangibile: «Serve un cambiamento radicale», ha sottolineato Jamie Klinger, cofondatrice del gruppo Reclaim These Streets.
«Il fatto che la polizia indichi che parteciperà alla veglia di Greenwich — ha scritto sul Telegraph — non deve incantarci. Lo scorso venerdì, proprio il giorno in cui Sabina veniva uccisa, un rapporto sottolineava che per la polizia di Inghilterra e Galles la violenza contro le donne non è tra le prime tre priorità».
omicidio sabina nessa
Dall’assassinio di Sarah Everard a quello di Sabina Nessa, altre 77 donne in Gran Bretagna sono state uccise. In media c’è un caso di femminicidio ogni tre giorni. «Eppure noi donne sappiamo benissimo che quando denunciamo un reato non siamo prese sul serio, sappiamo che sono pochissimi i casi di stupro che vengono perseguiti con successo in tribunale, sappiamo che ci sono multe più salate per chi getta rifiuti per strada che per chi dà fastidio a una donna. Quanto vale la nostra vita? Quanto vale la nostra sicurezza?».
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La morte di Sabina Nessa ha anche un’altra dimensione. A differenza di quanto successe con Everard, la sua foto non è comparsa subito sulle prime pagine di tutti i giornali: anzi, il suo è un caso che rischiava di passare in sordina. Oggi però la Metropolitan police ha arrestato un 38enne sospettato della sua uccisione.
Le forze dell’ordine stanno cercando anche un altro uomo, le cui foto sono state rese pubbliche con un appello alla popolazione per individuarlo. Se per l’avvocata Deeba Syed, la violenza contro le donne «è una pandemia che si muove nell’ombra» lo è ancora di più quella contro le donne di minoranze etniche. Sabina era di estrazione bengalese.
scientifica indaga sull omicidio di sabina nessa 2
«È giusto dire che ogni vita vale uguale ma non è vero», ha precisato Wilhelmina Smallman, le cui due figlie, Nicole Smallman e Bibaa Henry, di 27 e 46 anni, vennero pugnalate a morte nel giugno dell’anno scorso in un parco di Wembley. Quando denunciò la loro scomparsa, la polizia non fece inchieste approfondite.
Furono amici e conoscenti a setacciare la zona sino al ritrovamento dei cadaveri. Sul caso Everard, ha sottolineato, «sono intervenuti il primo ministro Boris Johnson, il sindaco di Londra Sadiq Khan e la ministra degli Interni Priti Patel». Per le sue figlie no. «Tutte le donne, le donne di colore, le donne bianche, tutte noi siamo sullo stesso percorso, noi tutte vogliamo sentirci al sicuro».
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